Quando l’ultimo comitato del Circolo Sardo di Folschviller ha preso la decisione di chiudere l’associazione nel 2008 Guerino Fiori aveva 16 anni. “Per me era quasi un dovere provare a fare qualcosa per i miei coetanei di origine sarda perché mio nonno paterno fu il primo fondatore del Circolo degli emigrati sardi” dice Guerino. I suoi nonni sono nati ad Olmedo in Provincia di Sassari nel 1920. Si sono trasferiti per alcuni anni a Cortoghiana a lavorare nelle miniere della zona. Nel 1956 il nonno partì da solo in Francia per lavorare nelle miniere dell’est e solo l’anno dopo la nonna con i 3 figli nati in Sardegna lo raggiunse. Nel 1971 viene fondato il circolo sardo divenendo un punto di aggregazione importante per le famiglie sarde a Folschviller. In questi giorni è nato il nuovo circolo sardo “Gennargentu” fondato da giovani. Ma il problema rimane sempre quello del ricambio generazionale, non solo nelle attività ma anche nel sentimento identitario che sfuma e si perde di generazione in generazione senza una politica di valorizzazione dell’associazionismo all’estero.“Oggi, noi figli e nipoti di emigrati sardi viviamo una strana situazione identitaria nel senso che in Francia ci chiamano “italiani” mentre in Sardegna siamo “francesi”- dice Guerini- “Sono fiero oggi di dire che sono francese e sardo.” Il nuovo Circolo ha per scopo quello di contribuire al rafforzamento ed alla diffusione dei valori culturali, spirituali ed artistici della Sardegna attraverso diverse attività e anche di favorire gli scambi tra la Francia e la Sardegna. Mantenere un po di quel patrimonio identitario sardo nelle famiglie nate con la prima emigrazione e sopratutto fare scoprire la Sardegna alla Francia e alle diverse comunità presenti a Folschviller. “Ho 21 anni, non ho quasi mai frequentato il vecchio Circolo Sardo benché mio babbo faceva parte del comitato”- dice Guerino- “Non è il Circolo Sardo che mi ha fatto conoscere la Sardegna, ho studiato la cultura sarda e la lingua italiana da solo”. La Regione Sardegna sostiene l’attività dei circoli con contributi economici così come le associazioni di tutela attraverso la realizzazione di progetti. “La Regione dovrebbe aiutare i circoli a “trasmettere la Sardegna” di generazione in generazione- dice Guerino- in attesa del riconoscimento della nostra associazione vogliamo già realizzare attività culturali.”