Mercoledì 27 Gennaio scorso presso il rifugio aereo di Bortigali, prima Sede Radio in Sardegna, la Compagnia Bocheteatro di Nuoro, presenta lo spettacolo “Bachisio Spanu-, l’epopea di un contadino sardo alla guerra” con Giovanni Carroni, per la regia di Marco Parodi.

 

Il protagonista è un fante della Brigata Sassari, un contadino della Sardegna che è al tempo stesso uno storico che espone, con i suoi poveri mezzi, in una lingua semplice, la terribile cronaca della Grande Guerra, riprendendo i temi affrontati da Emilio Lussu nel suo “Anno sull’altipiano”, compresi quelli dell’ammutinamento e della inutile decimazione della Brigata, un sacrificio che ancora oggi chiede delle risposte.

Il testo è integrato da inserti tratti dal monologo teatrale di Francesco Suriano “Rocco ‘u storu” (opera segnalata da Franco Quadri al premio Riccione), ed è stata tradotta in campidanese da Rossana Copez, che ha operato una radicale trasformazione linguistica rispetto al calabro-italiano dell’originale, lasciando però intatta la struttura drammaturgica voluta da Suriano, fatta di continui flash back frutto di una memoria ingolfata da immagini terrificanti di morte e distruzione.

Su di esse abbiamo innestato le memorie di E. Lussu, lo sgomento che coglieva i soldati nell’attesa dell’assalto, i momenti resi tragici dall’incertezza della morte inevitabile, dall’atroce scoperta di aver concquistato trincee di cadaveri, allineati ai loro posti, uno a fianco all’altro.

Ed alla sera il mulattiere che saliva l’erta cantando “Pro defendere sa patria italiana distrutta s’est sa Sardigna intrea”.

Il Generale è convinto che ” sull’Altipiano di Asiago si salva l’Italia e l’Onore dell’Esercito”. Ma i suoi ufficiali ” guardano con occhi fermi la realta” come scriverà Camillo Bellieni, ed assistono sgomenti allo sfruttamento dei soldati sardi nelle azioni ordinate senza nessuna efficace ed adeguata preparazione dell’artiglieria,con i reticolati intatti.

Per il Generale Cadorna, all’infuori della vittoria, l’unico riposo è la morte. Ma il soldato Bachisio Spanu, nonostante sia semi analfabeta, riesce benissimo a comprendere che “i colonelli e i generali non capiscono niente, ma proprio niente, tanto da sembrare che siano là per errore.” E che certe azioni appaiono senza senso logico nè militare, studiate apposta per far massacrare i soldati.

Nella Brigata Sassari, distrutta letteralmente una decina di volte, diventata nel secondo anno di guerra a reclutamento regionale, sono passati decine di migliaia di sardi.

Dal reclutamento non si salvò nessuno in Sardegna. E tutti gli ufficiali delle Brigata Sassari attendono con lucida consapevolezza che arrivi “il tempo dell’assurdo”, degli assalti furibondi e disperati, armati solamente di un fucile contro un nemico formidabilmente preparato per la guerra, esacerbati dalla continua ed immediata visione di una morte certa e infeconda.