Non solo mare e buon cibo: la Sardegna da tempo è diventata meta per tantissimi appassionati della montagna, che scelgono l’Isola per immergersi in luoghi incantevoli ricoperti dal verde e attraversati dall’acqua.

 

Un paesaggio dall’aspetto fiabesco, immerso in un silenzio irreale accompagnato solo dal suono dell’acqua e del vento è quello che troviamo nella Barbagia di Seulo, nella Sardegna centrale: è uno dei territori più ricchi per varietà vegetali e specie animali selvatiche, itinerari tra grotte, cascate e sorgenti, canyon, gole e rocce modellate nei millenni, siti e monumenti archeologici che raccontano di una frequentazione antichissima e continua.

Il nostro viaggio parte proprio da Sadali, piccolo centro della Barbagia che conta oggi un migliaio di abitanti ed è noto come il paese dell’acqua.

La passeggiata lungo le strade dell’acqua ha inizio dalla cascata di San Valentino, unica nell’Isola perché in mezzo a un centro abitato: è una cascata naturale di circa sette metri, alimentata dalle acque della risorgiva Funtana Manna, che finiscono in un baratro sotterraneo detto Sa bucca manna.

Il nome, San Valentino, deriva da una vecchia leggenda: si racconta che un giorno, in un passato lontano, arrivò a Sadali un vecchio che portava con sé la piccola statua di un santo dai poteri prodigiosi. Il vecchio si sedette un poco per riposare ma al momento di ripartire la statua era diventata pesantissima. Ogni tentativo di riportare la statua al suo paese fallì: San Valentino restò per sempre a Sadali, custodito nella vicina chiesa omonima.

Dalla cascata alla grotta di Is Janas, a pochi chilometri dal paese. Come per San Valentino, anche qui il nome deriva da vecchie storie di paese: si racconta che un tempo la cavità fosse dimora di tre fate, is janas, rispettate e allo stesso tempo temute da tutti. Le fate amavano il buon cibo e non rinunciavano mai a preparare dolci e altre delizie, tanto che un giorno ignorarono l’obbligo di digiuno e astinenza imposto dalla quaresima e continuarono a preparare e mangiare le frittelle del carnevale. Un prete che passava di lì per caso, sentito il profumo di dolci, entrò nella grotta e le rimproverò duramente minacciando una scomunica; le janas per risposta lo picchiarono, lo legarono e infine lo impiccarono, ma la giustizia divina si abbattè subito su di loro e le tre vennero pietrificate. Ancora oggi, si racconta, si vedono le tre fate trasformate in tre stalagmiti che ricordano questo drammatico episodio.

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Le grotte de “is janas” di Sadali

E’ una grotta di formazione carsica, lunga circa 230 metri e divisa in sei ambienti, con una temperatura costante di 14 gradi e un tasso di umidità fino al 100%. Oltre all’indubbio fascino della grotta, singolarmente colorata di grigio e rosso dagli ossidi di manganese e ferro, Is Janas riveste una grande importanza dal punto di vista archeologico data la grande quantità di reperti di età neolitica di cultura Ozieri e Monte Claro. E’ anche rifugio per diverse specie animali come il geotritone sardo, l’Ovobathysciola gestroi della famiglia dei coleotteri, la falena e il pipistrello. Lo spazio più grande è la seconda sala con una grande colonna di 10 metri formatasi in un milione di anni.

Usciti dalla grotta ci si può incamminare in un suggestivo sentiero chiamato “il sentiero delle fate”: la strada è immersa nella foresta di Margiani Ghiani tra lecci, tassi, ginepri, cisti, sambuco e euforbia, ed è attorniata da maestosi tacchi calcarei. Dopo circa venti minuti di cammino si raggiunge un altro luogo magico: su Stampu ‘e su Turnu, un inghiottitoio-risorgente dove arrivano le acque del rio Su Longufresu.

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Nella foresta di Montarbu, Seui

E’ uno spazio incantevole, un monumento naturale senza confronti in un ampio angolo roccioso ricoperto da muschi, rampicanti e vegetazione varia che accoglie un laghetto limpidissimo su cui si tuffa una cascata alta circa otto metri, risultato di un interessante ed eccezionale fenomeno carsico: nel corso di milioni di anni le acque provenienti da diversi ruscelli hanno scavato un tunnel nella roccia e riaffiorano qui, in mezzo alla foresta di Addolì.

Seguendo i sentieri dell’acqua, da Sadali ci spostiamo di circa trenta chilometri e arriviamo a Ussassai, il paese più piccolo della Barbagia di Seulo, sulle pendici del monte Arcuerì. Il territorio è attraversato dai 25 chilometri del rio San Girolamo, affluente principale del Flumendosa, che in alcuni punti si allarga formando piscine naturali, frequentate soprattutto in estate da chi cerca refrigerio e tranquillità.

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La piscina naturale di “Caddargiu ‘e Sini” a Ussassai

La zona attorno a Ussassai è unica e spettacolare, isolata e immersa in un paesaggio di grande varietà tra grotte, cascate, sorgenti e ruscelli, foreste di lecci tra cui alcuni plurisecolari. La caratteristica peculiare del territorio sono i tacchi calcarei, affioramenti rocciosi dalle pareti ripide coperti dalla vegetazione, ben evidenti nelle regioni di Ogliastra, Barbagia e Sarcidano, meta imperdibile per gli appassionati di trekking, arrampicata e birdwatching. Tra i tacchi più spettacolari di Ussassai ci sono Su Casteddu’e Joni, caratterizzato da un singolare profilo frastagliato che ricorda le guglie di un castello, e Su pissu ’e Irtzioni, all’interno dell’oasi naturalistica di Montarbu di Seui.

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Tacco Il tacco di Genn’e Acca

La foresta di Montarbu, ad est di Seui, si estende su una superficie di 2765 ettari che nella parte centrale poggia su un altopiano a mille metri di quota, ed è considerata una delle più belle e meglio conservate di tutta la Sardegna; dal 1980 è diventata oasi di protezione faunistica per la tutela di volpi, mufloni, martore, donnole, ghiri, cervi, daini, dell’aquila reale, del grifone e dell’avvoltoio monaco.

E’ caratterizzata da una straordinaria varietà di vegetazione: lecci, carpini neri, agrifogli, tassi, arbusti sempreverdi come timo, elicriso e ginepro nano si estendono nella parte più alta, mentre alle quote inferiori troviamo un’ampia fascia di macchia mediterranea con corbezzolo, erica, ginepro, lentisco e terebinto.

Un paradiso naturalistico e storico dal valore inestimabile, frequentato da escursionisti e camminatori che arrivano da tutto il mondo per godere di silenzio, natura e bellezza.

Francesca Mulas

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