Sabbia finissima, graniti affioranti dal mare, un’incredibile varietà di specie vegetali e arboree dove spiccano, come scolpiti dal vento, i ginepri secolari. Siamo nell’oasi di Biderosa, uno degli angoli più incantevoli della Sardegna: uno spazio unico, protetto dall’agenzia regionale Forestas, dove è possibile immergersi nel verde e nella natura e godere, allo stesso tempo, di spiagge dai colori indimenticabili.

Ci troviamo sulla costa centrorientale dell’Isola, nel Golfo di Orosei: un territorio ricchissimo di bellezze naturali, con circa quaranta chilometri di litorale su cui si affacciano cale e calette che mostrano il lato più affascinante del turismo costiero sardo, tra paesaggi incontaminati e poco affollati, un mare limpidissimo dalle tonalità blu turchesi e spiagge incorniciate da boschi e macchia mediterranea. Tra queste, Cala Liberotto, Cala Ginepro, Porto Corallo, Osalla, Marina, Su Barone nel comune di Orosei, Cala Gonone, Cala Fuili e Cala Luna nel comune di Dorgali, Cala Sisine, Cala Biriala, Cala Goloritzé a Baunei. E’ un territorio unico, in alcuni punti accessibile solo via mare o dopo trekking sui mondi, in parte compreso nel Parco nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu istituito nel 1998. Il Golfo è delimitato a Sud dal promontorio di Capo Monte Santu, mentre a Nord è chiuso da Capo Comino, che è anche l’estremità più orientale dell’Isola, una spiaggia di sabbia bianca finissima e grandi dune resa celebre dal film di Lina Wertmuller del 1974 “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto” con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato.

Uno dei punti più preziosi del Golfo di Orosei è l’Oasi di Biderosa, 860 ettari tra mare e montagna divisi in cinque zone: dal lato interno ci sono Biderosa, Tuttavista e Istiotta, e poi le fasce litorali di Fuile ‘e Mare e di Senna ‘e Sachita con le cinque calette che si affacciano sul mare.

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Oasi di Biderosa. ©Andrea Marongiu

L’oasi non è per tutti: da maggio a ottobre l’ingresso è limitato a 140 auto e 30 moto e il parcheggio è a pagamento (12 euro per le auto, 6 per le moto; tariffa ridotta della metà per i residenti di Orosei) mentre pedoni e ciclisti possono accedere pagando un biglietto di un euro e comunque fino a un massimo di poche centinaia di persone al giorno; la gestione degli ingressi è affidata dal Comune di Orosei alla cooperativa Le Ginestre.

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Oasi di Biderosa. ©Andrea Marongiu

Una chiusura che si è resa indispensabile per proteggere il più possibile questo angolo prezioso di Sardegna, che da alcuni anni ospita un cantiere forestale curato dalla Regione Sardegna tramite Forestas con l’obiettivo di favorire il rimboschimento dell’area e limitare l’impatto antropico dei mesi estivi. Parte dei ricavi dai biglietti, inoltre, viene reinvestita proprio nell’Oasi. Un modello di turismo che è stato citato come esemplare dal quotidiano New York Times in un articolo del 2006, mentre nei mesi post Covid-19 è stato copiato anche in altre località balneari sarde come la Pelosa a Stintino, Tuerredda a Teulada, Punta Molentis e Porto Sa Ruxi a Villasimius.

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Oasi di Biderosa. ©Andrea Marongiu

Per raggiungere le spiagge di Biderosa, una volta arrivati all’ingresso dell’oasi al km 236,5 della strada statale 125, si percorrono cinque chilometri tra macchia mediterranea, lecci, sughere, palme nane e ginepri che lasciano il posto verso la costa a pini di Aleppo, pini domestici, eucaliptus, acacie, olivastri, lentischi. Nell’area si incontrano anche due zone umide, lo stagno di Sa Curcurica e quello di Biderosa dove in inverno arrivano anche fenicotteri rosa, garzette e il cavaliere d’Italia e dove esistono alcune casette in legno per il birdwatching, e due rilievi, il monte Tuttavista e il monte Urcatu, che regalano panorami mozzafiato e percorsi trekking suggestivi.

Le cinque calette, che si succedono su una costa di circa cinque chilometri, sono incantevoli, e ciascuna ha particolarità sue: si alternano sabbia fine e bianchissima, ciottoli di granito levigati dal vento, rocce rossastre granitiche affioranti tra spiaggia e mare, gigli bianchi marini e tronchi di ginepro imbiancati dal sole.

Francesca Mulas

Realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna , Assessorato del Turismo , Artigianato e Commercio.
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