Da sempre collaborano con i partiti italiani, al Consiglio regionale si coalizzano con la peggior destra degli ultimi 20 anni, alle ultime elezioni regionali si riabbracciano con coloro ai quali avevano tolto il saluto. Questi sono i dirigenti del Psd’Az, politici seri, responsabili, che hanno capito come si muove la politica, sardisti, anzi indipendentisti come amano definirsi, pronti a schierarsi secondo come tira il vento o meglio dove si liberano le poltrone. Attualmente questi garanti del sardismo, oltre al vecchio schieramento rappresentato dall’amico-nemico Cappellacci, sono felicemente coalizzati ai nuovi difensori dell’unità d’Italia, nuova compagine della destra nazionale,”Fratelli d’Italia”.
Da oltre 5 anni i dirigenti sardisti collaborano con la fazione destra dello schieramento coloniale, totalmente collusa con gli interessi economici italiani, ma nello stesso tempo, pur di non perdere definitivamente la faccia, a volte indossano il velluto scuro ad immagine della loro non perduta sardità.
Così si inventano il referendum on-line per l’indipendenza della Sardegna, una proposta vuota di ogni valenza politica. Lo strumento referendario non può che essere l’atto finale di un processo sociale, storico, politico e culturale scandito dal tempo necessario a coinvolgere un intero popolo a decidere della sua sorte in termini di autodeterminazione, sovranità, indipendenza.
Non esistono scorciatoie, ma un lavoro politico lungo e complesso, un impegno continuo e martellante sul versante dell’indipendentismo, il cui risultato principale deve essere una reale presa di coscienza nazionale e sociale di un popolo, che diventi capace di esercitare pienamente la propria sovranità, difendendo attivamente i propri diritti e la propria indipendenza.
Lo sanno bene i Baschi, gli Irlandesi, i Corsi, così i Catalani e gli Scozzesi che da lunghissimo tempo, in modi e forme diverse, continuano la loro battaglia indipendentista contro gli stati colonizzatori delle loro terre.
Lo sanno altrettanto bene i sinceri patrioti sardi, che da molti anni impegnano la propria vita con dedizione nella lotta di liberazione nazionale e non appresso ad iniziative estemporanee.
Quella del Psd’Az quindi non è solo una proposta ridicola ma soprattutto irresponsabile e fuorviante, volta solo a dimostrare la propria esistenza, nel mentre che tale partito continua a lavorare al fianco di coloro che, palesemente o in modo più subdolo, ostacolano il diritto del popolo sardo all’indipendenza.
A Manca pro s’Indipendentzia pertanto boccia senza alcuna esitazione la richiesta del referendum on-line del Psd’Az ed invita già da adesso i patrioti sardi, il movimento indipendentista a boicottarla.