Negli ultimi decenni stiamo assistendo, in silenzio e con crescente preoccupazione, a una crisi delle vocazioni religiose che coinvolge profondamente anche l’Ordine francescano. In Sardegna, terra di fede e tradizione, questa crisi ha avuto conseguenze dolorose e concrete: la chiusura di numerosi conventi, tra cui quello di Fonni, custode della Basilica Minore dedicata alla Madonna dei Martiri, centro spirituale amatissimo da generazioni di fedeli.
La chiusura di un convento non è solo un fatto religioso: è la perdita di un presidio culturale, educativo e umano. È un vuoto che si allarga nel tessuto delle nostre comunità. Il francescanesimo non è soltanto una regola di vita monastica, ma un patrimonio spirituale e morale che ha insegnato, per secoli, la bellezza della semplicità, dell’amore per la natura, dell’umiltà e della pace.
Oggi più che mai sentiamo il bisogno di recuperare e trasmettere questi valori. È per questo che rivolgo un appello accorato a tutti i Comuni della Sardegna, alle scuole di ogni ordine e grado, alle Prefetture e alle Diocesi, affinché si avvii un percorso di dialogo e collaborazione: facciamo entrare la storia e la vita del francescanesimo nelle scuole, nei programmi educativi, nei percorsi formativi e nelle attività culturali.
Non si tratta solo di preservare il ricordo, ma di seminare speranza. Che lo Spirito Santo illumini i cuori dei giovani, perché possano scoprire — anche attraverso l’incontro con la figura di san Francesco e con la testimonianza silenziosa dei frati — una via di fede, di servizio e di bellezza.
La Sardegna ha ancora molto da dire. Ma ha bisogno di voci. Di coraggio. Di comunità che credono e che agiscono.
Che nessun convento chiuda nel silenzio generale. Che nessun giovane smetta di sognare una vita piena, anche dentro le mura sacre di un chiostro. È una responsabilità che ci riguarda tutti.
A. N.
Fotografias de Andria Nonne