Padre Luciano Bertagnolio s.j., nato a Borriana (Biella), nel 1923, ha trascorso gran parte della sua vita in Giappone, insegnante di musica e canto presso “Sophia University – Universitas Sedis Sapientiae” di Tokyo. Fino all’età di 72 anni è salito in cattedra, proseguendo la sua attività didattica e organizzando concerti anche dopo il pensionamento. Lucidissimo, alla veneranda età di 93 anni, padre Bertagnolio ha accolto Battista Saiu e Raffaele Zanella, partiti alla ricerca Sardi e Italiani che vivono lontani dai luoghi di origine, raccogliendo testimonianze e racconti di vita che confluiranno nel costituendo “Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli” che presto sorgerà a Biella. Con loro, Tore Agus, suonatore di launeddas, per un breve omaggio all’emerito docente.
Accolti con la tradizionale tazza di tè, il prelato biellese racconta del suo arrivo in Giappone a 27 anni; studi di Teologia a Tokyo; laurea in Canto gregoriano ed Organo in America. Numerose le sue pubblicazioni di composizioni di autori italiani di liriche vocali e da camera (Verdi, Donizetti, Mascagni, Leoncavallo, Tosti). La sua carriera accademica inizia in una piccola scuola di Hiroshima, subito interrotta per una brutta caduta che lo costringe convalescente in uno stanzone di soldati feriti di ritorno dalla guerra di Korea, Inglesi, Australiani, Canadesi. “Erano una cinquantina – ricorda – allineati in due lunghe file di letti, in una baraonda che cominciava alle sei del mattino fino alla mezzanotte”. L’incidente lo renderà claudicante per tutta la vita. “La medicina – afferma con un velo d’ombra che gli attraversa i vivacissimi occhi – a quei tempiera quello che era”.
Dopo un breve contatto telefonico con cugini e nipoti che vivono a Borriana e la consegna di una busta da portare al parroco di Ponderano, i saluti affidati alle registrazioni dei Sardi migranti come lui, partiti da Biella per incontrarlo. Ancora un sorriso accompagnato dal gesto benedicente della mano, mentre si allontana con l’inseparabile girello.