La serata sarà presentata da Massimo Zaccheddu, conosciuto per aver dato voce all’universo della tradizione sarda e piemontese, proponendo sue composizioni ed elaborazioni canore in italiano e nella lingua delle due regioni.
Nato in casa a Santhià nel 1966, da Lino di Villanovafranca e Silvana Pusceddu di Villacidro, entrambi nel Campidano di Cagliari, Massimo Zaccheddu non ha mai tagliato il cordone ombelicale che lo tiene unito ad entrambe le terre, di origine e di adozione.
Dopo aver assolto l’obbligo scolastico, lavora come magazziniere a Verrone, elettricista alle officine Magliola. Poi, di nuovo magazziniere di materie prime presso DiaSorin, gruppo che opera nel mercato della diagnostica in vitro dove tuttora è impiegato.
Massimo Zaccheddu è cantante e poeta. Animatore di serate musicali, recentemente ha presentato una sua nuova composizione per il Premio Letterario dedicato allo scrittore Giuseppe Dessì, (Cagliari 1909 – Roma 1977), il “Proust sardo”, autore di molteplici opere narrative e teatrali, fra cui Paese d’ombre (Premio Strega 1972).
L’autunno scorso, la “Cumünitá Neuva Piemuntèisa ëd Vërsèj” ha conferimento il titolo di “Cavajer èd le Tradissiun dèl Piemunt 2014″ a Massimo Zaccheddu, motivando la nomina per il suo operato nella musica tradizionale, sia sarda che piemontese, facendo presente che, “ha imparato e continuato a tramandare il valore delle tradizioni delle due terre”, in particolare “partessipa ativament al Carvé e a fa part dël Coru dirigì dal cavajer Berri, e dij grup “Faseu Grass” e “Pifferi e Tamburi”, ossia, partecipa attivamente al Carnevale e fa parte del Coro diretto dal cavalier Berri, e del gruppo dei pifferi e tamburi della città in cui è nato e vive.

Zafferano sardo, ‘oro rosso’: emozioni del gusto e miracolo visivo

La Sardegna possiede tradizioni gastronomiche di gusti e sapori inusuali, grazie all’insularità e alla cultura agropastorale dalle quali nasce un’alimentazione tradizionale. Prodotto importante nella gastronomia locale è il grano. La farina sarda permette di confezionare diversi tipi di pane, tra i quali il noto e più diffuso pane carasau, un pan biscotto, “carasau”, appunto, secco e sottile, utilizzato dai pastori costretti a vivere lontano dal paese, in particolare durante il periodo della transumanza. Il film documenta “su pillu”, il carasau prodotto a Sadali, nella Barbagia di Seulo.
Col loro grano i Sardi hanno creato anche diversi tipi di pasta, tra le quali, sa fregula; osserviamo la sua preparazione soffermandoci sugli ingredienti, in particolare sullo zafferano, spezia preziosa, vero e proprio oro rosso di Sardegna.
Vediamo le fasi della raccolta nei campi di San Gavinio Monreale, produttore della maggior quantità italiana di zafferano, ancora svolta a livello familiare, con i fiori raccolti portati a casa per essere separati dagli stimmi, i filini rossi che, lavorati, ci daranno lo zafferano.
I sapori e i regali che la natura propone, permettono alla Sardegna di produrre quelle che  chiamerei le emozioni del gusto – afferma Massimo Zaccheddu –  I bulbi, sapientemente innestati nelle pianure del Campidano, propongono una crescita di colori che realizzano anche un miracolo visivo ogni volta che arrivo nella mia terra, regalando quel gusto prelibato che oserei dire, il suo DNA nuragico”.