Che la salute venga messa sullo stesso piano della libertà nella scelta dei beni più importanti della nostra esistenza e, anzi, l’una preceda l’altra nella formulazione del proverbio è un segno eloquente della considerazione in cui i nostri progenitori tenevano il bene-salute, indispensabile fra tutti i beni di una società agraria. Due doni massimi -salute e libertà- da preservare, custodire e difendere con estrema cura perché rappresentano il fondamento della qualità della vita, per non dire della vita stessa, e anche perché, una volta perduti, possono essere molto difficili da riconquistare. Sotto il profilo della forma, questo è uno dei proverbi che fanno eccezione alla regola: non ricorre a nessuna delle vesti metriche solite, almeno nella sua interezza, e non utilizza la rima. Se si eccettua il settenario iniziale (salude e libertade), il resto del messaggio non si incanala in nessuno dei binari conosciuti. Complessivamente, si può parlare di un detto di formulazione prosastica o quasi.