Quando in Sardegna si parla di poeti generalmente si fa’ riferimento a coloro che, cantando, utilizzano componimenti in rima improvvisati. Non è il caso di Claudio Moica, poeta del Sulcis Iglesiente, che dal 2004 ad oggi ha pubblicato sei libri di poesie in italiano e un romanzo. La sua “poesia di pensiero”, come lui ama definirla, nasce dall’amore per i poeti latino americani (principalmente Neruda), da cui attinge le prime tecniche per poi, dopo la conoscenza del compianto Mario Luzi, appassionarsi al filone ermetico. Dalla combinazione di queste due tecniche scaturisce la poetica del Moica, una scrittura personale e riconoscibile già dai primi versi. Finalista nel 2005 alla Biennale di Poesia di Venezia conosce l’attore Arnoldo Foà che gli regala la voce per la poesia “L’uomo nella Torre”.
“Dopo aver vissuto 20 anni a Firenze sono rientrato in Sardegna perché la “saudage Sarda” è più forte di quella brasiliana. Chiaramente ho ritrovato una terra completamente diversa da quello che avevo lasciato. Proprio questo mi ha spinto a fondare un’associazione culturale (suergiu u.n.c.) così che potessi mettere a disposizione del territorio tutte le mie esperienze.” La determinazione di certo è una prerogativa di Claudio Moica infatti dal 2006 ad oggi ha ideato una serie di manifestazioni culturali: dal “Maggio letterario”, alla “Fiera del libro del Sulcis Iglesiente” sino al “Festival Culturale LiberEvento” di Calasetta di cui è, tuttora, direttore artistico.
Sicuramente la sua vita è molto impegnata perché non solo si occupa di organizzazioni culturali e di pubblicare i suoi libri ma nel contempo fonda assieme ad altri due soci la casa editrice “Pettirosso editore”, che vanta, solo dopo due anni di attività, un catalogo con dodici pubblicazioni.
“I miei genitori mi hanno trasmesso questa propensione verso gli altri e tutto ciò che faccio cerco di donarlo mai di venderlo. Mio padre era un semplice calzolaio (a cui è stato dedicato dalla famiglia un piccolo museo dopo la morte) e mia madre faceva la commerciante, probabilmente i loro sacrifici mi hanno indotto a cercare nelle persone le potenzialità. Da questo nasce la mia voglia di promuovere gli artisti sia emergenti che affermati, perché ognuno di loro mi regala l’esperienza: questo è il riconoscimento più bello in ciò che faccio.” Dal 2009 corrispondente del settimanale Gazzetta del Sulcis-Iglesiente e i suoi articoli spaziano dalla cultura al sociale, dal lavoro alla politica.
“Il direttore, Massimo Carta, mi ha sempre dato carta bianca e la mia curiosità mi ha spinto sempre su argomenti anche scottanti come Galsi, l’eolico, la politica locale ma anche della promozione di artisti nascosti a cui nessuno da voce nonostante le loro grandi capacità. Mi piace entrare nelle case della gente in punta di piedi e con grande rispetto, non mi interessa lo scoop ma riportare la voce della gente che, nella maggior parte delle volte, corrisponde a verità. Attualmente mi sto occupando dell’arte della tessitura del Bisso e ogni intervista a personaggi del settore mi fanno scoprire storie nuove, aneddoti che rinsaldano le mie radici e di conseguenza la voglia di accrescere la conoscenza della storia Sarda, che è dimenticata e trascurata soprattutto a partire dalla scuola.”
Gli sono stati attribuiti numerosi riconoscimenti tra i più importanti: Cavaliere della Repubblica Italiana nel 2008 per merito socio-culturali e, nel 2010, la medaglia commemorativa da parte della Croce Rossa Italiana “per aver, con competenza e dedizione non comuni, contribuito a scrivere una delle pagine più epiche ed esaltanti della storia della C.R.I.”. “La molla che mi spinge sempre ad interessarmi di cose nuove è la curiosità. Difficilmente mi ritengo appagato di quello che so e allora voglio continuamente mettermi in gioco, rischiando di persona.” Dal 2010 ad oggi si occupa di laboratori di poesia: dapprima nelle scuole primarie e medie della provincia, da cui è nata una raccolta delle poesie più interessanti, fino al reparto psichiatrico dell’ospedale “Sirai” di Carbonia.
“È proprio con gli alunni delle scuole primarie e gli ospiti del reparto psichiatrico che ho ottenuto maggiori soddisfazioni. Probabilmente i primi per la loro l’innocenza mentre i secondi per la spontaneità con cui scrivono, in quanto privi dei paletti imposti dalla società. Ritengo siano più loro a trasmettermi qualcosa, le loro emozioni diventano fondamentali non solo per il mio scrivere ma soprattutto per il mio vivere. Le loro parole mi scrollano di dosso tutte le sovrastrutture imposte dalla quotidianità. Spero di poter fare lo stesso con gli ospiti delle carceri della zona.” Un impegno a tutto tondo quello di Claudio Moica che non lesina di regalare il suo tempo agli altri, talvolta senza nessuna retribuzione se non quella della crescita personale.
Dopo il suo ultimo libro di poesie “Spargimi di te” (pettirosso editore – 2014), arrivato alla sua terza ristampa, sta lavorando al suo secondo romanzo dal titolo “Contraddizioni di un uomo” in cui il leit motiv è la ricerca interiore, la lotta continua che l’uomo combatte contro l’esteriorità e il superfluo ma anche sulla complessità del rapporto di coppia. “Posso dire che con il prossimo libro proseguirò la traccia indicata nel mio primo romanzo, “Lasciati tradire”, dove una ragazza anoressica cercava di trovare un senso alla sua vita. Ora alla stessa domanda tento di far rispondere l’uomo.” In attesa della sua ultima fatica prosegue il suo tour di presentazioni in tutta la Sardegna e il Continente.