Ho conosciuto Veronica Pani nel 2011 quando ha partecipato alla summer school della Filef riservata ai figli e nipoti di emigrati sardi all’estero, ricorda ancora tutti i momenti vissuti in quei 10 giorni in Sardegna, l’ospitalità, i modi di fare, l’attenzione e la gentilezza che ci contraddistinguono. Ancora oggi dice che lei dalla Sardegna non è mai andata via perché ha portato con se i colori delle spiagge, dei paesaggi e costumi, il sapore dei nostri cibi e il calore delle persone. Veronica ha ottenuto il passaporto il 3 gennaio, per lei è la più grande eredità che i suoi avi le hanno lasciato: l’italianità. Un sogno seguito per tanto tempo e che stringe un ulteriore legame questa volta con diritti e doveri di cui andare fiera. “Le mie origini sarde risalgono al nonno di mio padre, Salvatore, che da Nuoro si è trasferito in Argentina, precisamente nella zona di Tucuman dopo la prima guerra mondiale -dice Veronica- è stato quindi mio nonno Antonio a raccontarmi le difficoltà economiche e sociali di quell’epoca, dal dolore per l’abbandono della terra madre alle difficoltà per la costruzione di una nuova vita in Argentina” Il circolo di emigrati sardi che frequenta Veronica è quello di San Miguel de Tucuman, nell’Argentina settentrionale. L’attività è ricca di iniziative perché tutte le generazioni animano questo circolo, si va dalle classiche iniziative sulla cultura sarda come i convegni ai più tradizionali balli e canti senza dimenticarsi della cucina sarda. Il circolo è integrato con la realtà locale tanto da svolgere attività nelle scuole come concorsi letterari e mostre per diffondere la cultura sarda e italiana. Ma oggi come stanno i circoli sardi nel mondo o meglio quali sono le prospettive per il 2014? Ci siamo lasciati il 7 dicembre con un sit in sotto gli uffici dell’assessorato regionale al lavoro (che ha la delega all’emigrazione). La giornata ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle federazioni dei circoli sardi e delle organizzazioni di tutela per protestare contro le modifiche alle legge regionale 7 del 1991. Si è scoperto così che non erano stati impegnati i fondi per la terza tranche stabilita per i Circoli e per le Associazioni nel 2012; il piano annuale dell’emigrazione 2013, presentato dall’Assessore Liori, prevede un contributo complessivo pari a 1.500.000 Euro, di gran lunga inferiore al minimo vitale concordato; per di più la terza tranche del 2012, messa a carico del futuro capitolo del Bilancio 2013, renderebbe assolutamente irrilevante e addirittura irrisorio il contributo ai Circolo. Per la prima volta, in una storia quarantennale, il piano annuale è stato respinto dalla Consulta degli Emigrati. Gli Emigrati hanno avuto un incontro positivo con i Capigruppo in Consiglio Regionale, i quali hanno preso l’impegno del ripristino minimo per la sopravvivenza per quanto riguarda il 2013. Gli stessi emigrati hanno poi avuto i chiarimenti richiesti nell’incontro con l’Assessore al Bilancio, che ha definito responsabile e ragionevole la posizione degli Emigrati. Le frasi di circostanza però non bastano, le modifiche alle legge 7 sono irragionevoli e non funzionali all’attività dei circoli e dei giovani. Il 2014 dev’essere l’anno del rimedio.