Liquirizia

Glycyrriza glabra L. – Fam:. Papilionaceae

Nel Cagliaritano: arregolitzia. Nella Sardegna settentrionale: licarissa/licarissu. Nel Nuorese: regalitzia/regolitzia. Ad Alghero: ragadintzia

 

Vegeta in libertà nelle regioni sabbiose e calde, in Italia abbonda specialmente in Calabria e Sicilia. Da noi si trova ancora allo stato spontaneo nelle zone di Orosei nonostante sia, tra gli agricoltori del luogo, considerata specie infestante alla stregua della gramigna. Un amico baroniese si stupì notando, nella nostra azienda, la cura con la quale coltivavamo questa bella e utile pianta. Una volta compresa la nostra passione -per lui così strana- e intesone le proprietà, ci invitò nella sua tenuta, dove -questa la sua espressione- ”nd’apo a botu!” (ne ho in abbondanza). Estirpandola totalmente abbiamo così evitato a lui un ulteriore, faticoso lavoro di preparazione del terreno in vista della coltivazione del pomodoro, coltura per lui ben più redditizia.

 

La Liquiriziaè una pianta dolce. Dalle sue radici si ricava, infatti, un succo che viene condensato e solidificato per essiccazione. Grazie ai suoi principi attivi, per la resina e l’olio che contiene, è un ottimo emolliente e calmante della tosse. La sua azione espettorante cura le bronchiti e gli stati influenzali, riduce le infiammazioni della gola. È accertata la sua azione benefica nella cura dell’ulcera peptica, nelle gastriti, nell’asma, nelle allergie. Rinforza il sistema immunitario, è leggermente diuretica; inoltre può essere adoperata come lassativo, blando, non irritante. In questo caso risulta più efficace se polverizzata, in composizione con finocchio, anice e senna.

 

C’è però da ricordare che dosi troppo elevate di liquirizia (più di30 grammidi puro succo) possono a lungo andare, con l’assunzione giornaliera, determinare aumento della pressione arteriosa. Se ne sconsiglia l’uso anche in stato di gravidanza e nel periodo dell’allattamento, per il suo contenuto di sostanze estrogeno-simili.

 

La Liquiriziaè pianta perenne, a sviluppo cespuglioso. La radice consta di un grosso rizoma, giallo all’interno, dal quale si dipartono lunghi stoloni orizzontali i quali possono raggiungere gli otto metri di lunghezza. Il fusto, eretto, è ramificato nella sola parte superiore; ha foglie alterne imparipennate. I fiori, di un bel color lilla, sono riuniti in grappolo e fanno capolino in giugno-luglio. Le radici e gli stoloni si possono raccogliere da novembre a marzo, nelle piante di almeno tre anni. Si puliscono, si tagliano e si essiccano all’ombra, in luogo ben arieggiato. Si triturano, per avere il taglio tisana, o si polverizzano per essere consumate tal quale o in capsule.

 

Il decotto si prepara facendo bollire in mezzo litro d’acqua25 grammidi radici spezzettate, per 5-6 minuti; dopo 15 minuti di riposo, filtrare e bere 2-3 tazze il giorno. Chi cerca una modalità più rapida può assumerla in gocce di tintura madre: 50 gocce 3 volte al dì in poca acqua, meglio se lontano dai pasti.

 

Per chi ha problemi di digestione lenta e alitosi, si consiglia di bere 4-6 cucchiai al giorno di questo preparato:120 grammidi Liquirizia, 120g. di semi di finocchio, 60g. di semi di anice, il tutto fatto macerare per 10 giorni in un litro di vino bianco.

 

Voglio concludere con un invito a scoprire la poesia del rito casalingo; l’infuso profumato preso il pomeriggio o la sera, la gioia di curarci i malanni invernali con il vino aromatico o il decotto, la soddisfazione di offrire agli amici un prodotto genuino fatto in casa, come il liquore di Liquirizia.

 

Chi volesse  venirci a trovare nella nostra bottega erboristica potrà assaggiarlo e se di gradimento  lo farà in questo modo:

 

– far sciogliere a bagnomaria200 grammidi tronchetti di Liquirizia pura in 200 ml d’acqua

 

– preparare uno sciroppo con un litro d’acqua e800 grammidi zucchero

 

– unire i due preparati e, a freddo, aggiungere1 litrodi alcool buongusto.