I luoghi del cuore hanno l’innocente sapore dell’infanzia, profumano d’antichi ricordi e custodiscono sentimenti ed emozioni sopravvissuti all’incessante scorrere del tempo, superstiti delle storie che l’anima di una comunità difficilmente può cancellare.

 

Un paese non rappresenta uno spazio privo di significati, costituito da un semplice nucleo di case. Un paese è un padre e una madre, uditore privilegiato dei racconti dei suoi abitanti e punto di scambio e di incontro. Al suo interno l’identità prende forma e si rafforza, animata dalla sensazione di riconoscimento che deriva dal sentirsi parte di quel luogo, ancorati alla propria terra come le radici di un albero secolare. Il senso di appartenenza cresce come una preziosa eredità ricevuta in prestito, destinata a proseguire il suo cammino in su tempus benidore quale identità collettiva, manifesta nella storia, nelle tradizioni, nei canti, nei balli e nella poesia della propria comunità.

 

L’antico villaggio di Escano, menzionato nell’ottocentesco dizionario dell’Angius, ha attraversato il tempo divenendo l’attuale Scano di Montiferro. Collocato alle pendici dell’omonimo grande vulcano spento, il paese è da sempre conteso da mare e montagna che ne catturano lo sguardo e ne impreziosiscono la visuale, protetta alle spalle dalle verdi alture del Montiferru e aperta nel suo digradare verso la distesa azzurra della costa sarda occidentale.

Secondo Giovanni Spano, il nome della località deriverebbe dal fenicio skan, che significa luogo abitato, mentre il linguista Massimo Pittau lega le sue origini al termine terrinu escano, territorio ricco di esca, ossia il fungo arboreo Polyporus fomentarius, utilizzato per accendere il fuoco. Numerose sorgenti e boschi secolari di lecci, querce, agrifogli e corbezzoli caratterizzano il territorio scanese, nel quale trovano rifugio cinghiali e ricca selvaggina. La parte montuosa inoltre reca alcune zone di particolare interesse geo-speleologico: Pedras de Fogu, Sa Roca Traessa e le grotte Su Suterru e Su Coro Malzu. Le origini del paese sono incerte, tuttavia i documenti archeologici disseminati nel territorio, furrighesos o domus de janas, attestano che la presenza dell’uomo in questa zona risale al periodo neolitico.

L’attuale abitato ha avuto origine nel Medioevo, quando il paese apparteneva al giudicato di Torres ed era compreso nella curatoria del Montiferru. Il tessuto urbanistico di Scano, situato a ridosso dei colli di San Giorgio, di Santa Croce e del promontorio di Iscrivu, ha conservato il suo tradizionale assetto.

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Lungo le stradine tortuose e lastricate del centro storico si affacciano case a più piani caratterizzate da un uso massiccio della pietra, le cui varietà di colore fanno da cornice ad immagini riconducibili ai tempi antichi, che il paese sembra non aver dimenticato. Un dedalo di percorsi intricati ci conduce nel cuore dell’abitato, nel quale è possibile ammirare scorci di singolare effetto, su cui domina uno spettacolare silenzio, una quiete che si lascia assaporare con piacere.

All’interno del paese sono presenti numerose fontane e sorgenti ed anche alcuni corsi d’acqua quali: Riu Mannu, Su Canale ‘e Panne Manca, Riu ‘e Salighes, Riu ‘e Tuvu, Riu ‘e Tusio, Rioro, Fissula, Maramadau. Durante questa gradevole passeggiata tra le sue vie, Scano sarà ben felice di deliziare la vista e la curiosità artistica dei suoi visitatori con alcuni edifici di pregio. La parrocchiale, dedicata a San Pietro Apostolo, sorge sulle rovine di una necropoli punica e sulle fondamenta di un monastero camaldolese. Ricostruita alla fine del 1700, in seguito ad un incendio, custodisce interessanti opere d’arte ed un importante archivio con documenti risalenti al XVI secolo.

 

San Nicolò, altro piccolo gioiello architettonico, presenta una facciata in stile neoclassico ed ospita dal 1600 l’arciconfraternita di S. Croce, dedita alle tradizionali cerimonie della Settimana Santa. Al suo interno sono conservate una grande tela raffigurante il sepolcro del Cristo, con scene della passione, ed un altro panno bi-frontale risalente alla fine del IX secolo. Infine la chiesa del Santo Rosario, sede dell’omonima Confraternita, preserva le statue di Santa Sabina e della Madonna del Rosario. Altro edificio di notevole interesse è il teatro Nonnu Mannu, sorto al posto del vecchio salone parrocchiale grazie al prezioso intervento dell’amministrazione comunale.

Per chi ama l’archeologia, l’offerta del territorio è nutrita: quarantasei nuraghi, cinque tombe dei giganti, domus de janas nonché i resti di alcuni villaggi medioevali. Le risorse naturali del circondario costituiscono mete privilegiate per chi desidera invece assaporare la generosità della bellezza di questi luoghi. Il parco di Sant’Antioco, nell’omonima località, rappresenta una vera oasi di verde, ricca di sorgenti e corsi d’acqua che alimentano il paese ed anche numerosi comuni limitrofi.

 

Ai piedi della catena del Montiferru si stende invece il Parco degli Uccelli, al cui interno è presente un’interessante collezione di animali esotici, costituita da oltre duecento esemplari. Scopo principale del parco è quello di favorire la riproduzione e la conservazione di specie rare, che rappresentano un’invitante attrattiva per quanti desiderano ammirare la bellezza e l’eleganza di esemplari insoliti.

A tal fine sono state edificate grandi voliere che consentono di apprezzare gru, pavoni, ibis sacri e marabù che volano liberamente in un ambiente privo di pericoli, ed ancora gazze, fenicotteri e pappagalli. Ampie vasche sono destinate a cigni bianchi e neri, oche di magellano, oche barrate indiane, casarche del paradiso ed altre specie. Recinti appositi ospitano invece daini, emù, asinelli sardi e cavallini della Giara. L’economia di questa zona è da sempre legata al settore agro-pastorale. I prodotti principali derivano infatti dall’allevamento, dalla coltura dell’ulivo e della vite.

Accanto alle attività tradizionali ne sorgono delle nuove di notevole interesse: l’avicoltura, l’edilizia volta al recupero dell’architettura locale e l’apicoltura, grazie alla quale si produce il caratteristico miele del Montiferru, noto per il gusto e la fragranza. Sebbene si stiano affermando nuove piccole realtà economiche, nemmeno Scano è riuscito a restare immune dallo spopolamento e dalla disoccupazione.

 

Un disagio tristemente comune a tante zone della Sardegna, che ciascun paese affronta con i mezzi a propria disposizione. “L’amministrazione comunale sta lavorando con impegno per venire incontro alle situazioni di nuova povertà che si stanno manifestando – racconta il sindaco Antioco Giuseppe Manca-. Attraverso la gestione del verde pubblico ed il sistema della raccolta differenziata abbiamo potuto garantire un discreto numero di posti di lavoro, in aggiunta a quelli delle cooperative presenti attivamente nel territorio per l’offerta di servizi”. Grazie ai finanziamenti dei bandi Por è stato possibile intervenire sulla dispersione scolastica e avviare i lavori di ristrutturazione del teatro e della piazza antistante la chiesa parrocchiale. “Un altro progetto molto importante per la comunità è il recupero e ripristino della copertura forestale in un’area a rischio di desertificazione- spiega invece l’assessore Obinu -. Si tratta di un intervento che, in collaborazione con l’Ente Foreste, valorizzerà la zona degradata di Su Sueredu e, con opportuni piani di gestione, fornirà sughero e legname”.

Scano rappresenta inoltre un’importante risorsa sociale e culturale per il territorio da quando, alcuni anni fa, è divenuto sede universitaria. Sono stati attivati dei corsi di ingegneria informatica, congiunti al Politecnico di Torino, che hanno richiamato in questa zona tantissimi giovani e, allo scopo di dare accoglienza ai numerosi studenti fuori sede, inizia a delinearsi un progetto per la realizzazione di un campus universitario.

 

Recentemente la comunità di Scano ha aderito all’Unione dei comuni del Montiferru occidentale, aprendosi verso il mare per ampliare la propria offerta economica e turistica. Negli ultimi tempi, in linea con questa tendenza, sono sorti diversi agriturismo e bed and breackfast, che garantiscono ospitalità ed offrono prodotti locali di qualità.

La gastronomia è infatti ricca di pietanze dai sapori antichi. Il piatto tipico è sa timballa de arrosu, uno sformato di riso con ripieno di carni e verdure. Fra i formaggi primeggiano su casizolu, derivato dal latte vaccino, e su pilotu, il vero pecorino sardo. In passato i boes iscanesos erano conosciuti in tutta la Sardegna, e gli abitanti della zona erano stimati come ottimi domatori di buoi, la cui carne è ancor oggi molto apprezzata.

 

Raccontare Scano Montiferro significa parlare non solo della vita di un paese, ma di quello che lo anima, lo connota e ne impreziosisce l’identità senza però falsarla. Arte e tradizione trovano da sempre ampio spazio nell’esistenza degli scanesi, scandita da un nutrito numero di feste nelle quali sacro e profano si fondono senza sbavature, lasciando emergere nel canto e nel ballo lo spirito antico della comunità.

Nel paese sono numerosi gli interpreti della memoria passata, a dimostrazione di un’identità che a Scano non si è mai perduta ma continua incessantemente ad essere trasmessa, punto di congiunzione tra giovani ed anziani.. Il canto a cuncordu, tipico dell’area Montiferru-Planargia, è una delle espressioni più sentite del patrimonio musicale tradizionale scanese. Tre le formazioni esistenti: Su Cuncordu Iscanesu, Su Cuncordu ’e Sant’Antiogu e Sas Battor Colonnas, uno dei gruppi più giovani della Sardegna. Anche la tradizione legata alla danza è molto sentita dagli scanesi, che annoverano tra i loro balli su ballu tundu, sa dansa, su ballu ‘e cantigu, su ballitu e su dìllaru. La comunità inoltre riserva grande attenzione ed interesse nei confronti dell’arte poetica, che a Scano ha avuto apprezzabili esponenti.

Uno dei concorsi promossi dal comune è dedicato proprio alla figura di un locale poeta improvvisatore, Antonio Piludu. Nato nel 1984, questo premio di poesia in lingua sarda rappresenta un momento importante per il paese poiché la sua realizzazione mette insieme forze giovani ed adulte, che volontariamente e a titolo gratuito offrono la loro disponibilità e collaborazione. Importante il ruolo della Consulta per la lingua sarda, ricostituitasi recentemente, e quello dell’Ufficio Linguistico, attivo presso il municipio, concordi e sensibili nell’opera di valorizzazione e promozione del proprio patrimonio tradizionale. L’amore per la cultura è una prezioso biglietto da visita per il paese di Scano, che ha saputo mantenere viva la propria memoria storica senza lasciarsi sedurre da facili ostentazioni folkloriche. L’identità è un canale attraverso il quale si rafforzano i legami tra le generazioni, un valore fortemente interiorizzato che, se condiviso, diventa partecipazione, specialmente in una comunità nella quale abbondano impegno e buona volontà.

La tradizione continua se le si riconosce un significato al presente, un significato indicato nel presente(Benjamin).