A Nuoro: rosichedda, rosa caddina, rosa burda, piscialetu (il frutto).

A Isili: arrolàriu, arrosa burda

A Bolotana: pibirillò

A Orune: badderinos

A Sassari: fusighitu

In Campidano: rosa de margiani, rosa de latérighe.

 

 

Non è la regina dei fiori il simbolo dell’amore, bensì l’umile rosa di macchia che cresce spontanea per le siepi e conserva la sua primitiva virtù, anche se non può competere in bellezza con l’altra.

 

La storia della delicata rosa selvatica è così ricca, i suoi cantori e i suoi cultori così numerosi, che sarebbe necessario dedicarle per intero un libro. I libro sacro degli antichi persiani, l’Avesta, le consacra numerose pagine. Era venerata in Siria, nelle Indie e in Egitto, ed Omero ci conferma che l’uso della rosa macerata nell’olio era abituale presso i Troiani.

 

Plinio ci parla di un unguento di rosa, di vino profumato alla rosa e di rose usate come cibo e come medicamento.

 

La rosa canina o rosa selvatica, della famiglia delle Rosaceae è pianta perenne, cespugliosa, alta fino a 2-3 metri, con diversi fusti partenti tutti dalla radice, lisci e muniti di forti aculei ripiegati verso il basso. La troviamo in fitte macchie verdi nella tenera ombra del sottobosco o confusa in mezzo alle siepi. Fiorisce in maggio e giugno in roselline semplici, di color bianco rosa, leggermente profumate. L’attributo canina deriva dal fatto che con le sue radici si curavano i cani affetti da rabbia.

 

Possono essere utilizzate tutte le parti della pianta:

 

  -fiori e foglie vengono utilizzati per la preparazione di infusi e tisane;

 

  -i petali hanno proprietà astringenti, toniche e possono essere utilizzati per combattere le diarree;

 

Ma la parte di maggior interesse, in fitoterapia, è data dai cinorrodi o falsi frutti (sono delle bacche): hanno un ricettacolo rosso a mo’ di urna, che diventa carnoso con la maturazione, e contiene i carpelli o semi, protetti da un miscuglio di peli rigidi. La raccolta è invernale. Si seccano, possibilmente in un forno aerato, si aprono in due parti per togliere completamente tutti i semi e i peluzzi che li avvolgono e si tagliano a pezzetti per essere poi conservati. Si utilizzeranno, fino alla raccolta dell’anno successivo, per le tisane e decotti.

 

I cinorrodi acquistarono importanza medicinale quando se ne scoprì il ricco contenuto di vitamine. Infatti sono una delle “sorgenti naturali” più concentrate di vitamina C (100 grammidi essi contengono la stessa quantità di vit.C che ci dà un chilo di limoni), cui si affiancano vitamina B, E, K, PP, betacarotene o provitamina A, Contengono anche: acido malico, tannini, pectine, glucosio, resina, vaniglina e olio essenziale.

 

Molto utile anche l’uso del macerato glicerico ottenuto dai giovani getti freschi.

 

Attività farmacologica:

 

ottima stimolante del sistema immunitario, antinfiammatoria, antiallergica, vitaminizzante, diuretica, astringente.

 

 Indicazioni terapeutiche:

 

raffreddori, rinofaringiti, tracheobronchiti, tonsilliti, otiti recidivanti nei bambini che tendono ad avere ricadute dopo antibioticoterapia. Previene le allergie respiratorie.

 

Stimola la eliminazione delle tossine tramite l’urina senza irritare i reni. Aiuta ad eliminare gli accumuli di acido urico. Grazie alla presenza di tannini risulta efficace nella cura delle diarree.

 

Indicazioni di utilizzo:

 

-Infuso di petali e foglie: metterne una manciata in un litro di acqua bollente. Riposo 10 minuti.

 

Filtrare, dolcificare a piacere e bere durante l’arco della giornata.

 

-Decotto di frutti: una manciata di cinorrodi svuotati e spezzettati in un litro d’acqua fredda. Far bollire per 5-10 minuti. Filtrare e bere 2-4 tazze al giorno.

 

-Macerato glicerico: 50 gocce, in poca acqua, una volta al giorno.

 

-Il succo, indicato come linimento nelle infiammazioni oculari, si ottiene pestando i petali freschi dei fiori e spremendoli, mentre l’acqua di rose si ricava dalla distillazione di rosa canina.

 

-Quale balsamico è molto noto anche il Miele Rosato, preparato con gr.4 di petali di rose in infuso per 24 ore in gr.10 di acqua che vengono poi spremuti e filtrati; vi si aggiungono infine gr.20 di miele. Da consumare a cucchiaini la sera.

 

Dalle siepi spinosissime, la rosa canina offre i suoi colorati e festosi cinorrodi utili anche per la preparazione di un liquorino teneramente rosato, ma dal gusto graffiante. Una preparazione facile per disporre di bevande invernali vitaminizzate e stimolanti consiste nel lasciar macerare per 10 giorni gr.40 di frutti puliti e svuotati in un litro di vino Marsala e poi filtrare bene. Ma se gradite quel liquorino graffiante ecco la ricetta: preparare lo sciroppo con gr. 550 di acqua e gr.300 di zucchero, unirlo a gr. 450 di alcool per liquori, gr. 30 di petali freschi di rosa, qualche scheggia di cannella e gr. 500 di frutti freschi interi puliti. Macerare per un mese prima di filtrare spremendo.

 

Perché non preparare anche la gelatina di cinorrodi? Basta ricoprire d’acqua i frutti freschi e cuocerli a fiamma bassa per mezz’ora. Quindi schiacciarli, frullarli aggiungendo lo stesso peso di zucchero e un po’ di succo di limone. Rimettere sul fuoco mescolando per altri 30 minuti. Conservare in vasetti. È  facile ed è ottima per le convalescenze e gli stati di debolezza.

 

Vorrei anche parlarvi dell’utilità dei bagni alle mani e dei pediluvi, dei bagni tonificanti per il corpo, delle lozioni per il viso e dei tanti altri modi di godere di questo delicato e profumato regalo che ci offre la natura, ma raramente tutte le buone qualità delle nostre erbe riescono a sintetizzarsi nello spazio concessoci in queste righe: concludo dunque con l’augurio che la vostra vita sia cosparsa di petali di rosa., è un pegno di salute e di bellezza interiore.