di Lucia Cossu

 

“Gli Shardana dal cuore risoluto… nessuno mai è riuscito a fermarli con le loro navi in mezzo al Verde Grande.”

Questa descrizione dei popoli marinari -forse la più interessante- si trova nella stele degli Shardana da Tanis, datata 1288 a. C., a parlare è Ramesse II, il grande faraone che regnò per ben 67 anni anche grazie agli Shardana, che reclutò come alleati mercenari nel suo esercito.

Ma chi sono gli Shardana dall’animo saldo e dalla virtù guerriera? Chi sono questi uomini che abitavano le isole del Mediterraneo, gli invincibili guerrieri alleati dei faraoni? Chi sono questi popoli che, tra la fine del XIII secolo e agli inizi del XII secolo a. C. distrussero, insieme ad altri popoli Nordafricani, i grandi imperi miceneo, ittita ed egizio?

L’identificazione degli Shardana è una ricerca appassionata e affascinante che, nel tempo, ha prodotto esiti discordanti e ha animato un dibattito tuttora attuale, vivace e denso di polemiche.

 

Gli Shardana che “solcano il mare con invincibili vascelli da guerra e che hanno una mente ferma un cuore saldo e risoluto” altro non sono che i Sardi della grande civiltà nuragica protagonisti dell’età del bronzo. Ad affermarlo è un importante archeologo e studioso, Giovanni Ugas, ricercatore e professore di Preistoria e Protostoria nell’Università degli studi di Cagliari. L’imponente libro Shardana e Sardegna. I popoli del Mare, gli alleati del Nordafrica e la fine dei Grandi Regni (XV-XII secolo a. C.) è frutto di quarant’anni di studio e dell’esame comparato di elementi archeologici, dei testi antichi egizi e levantini e dei dati della letteratura classica.

L’identificazione degli Shardana con i sardi nuragici è una tesi avanzata spesso dagli studiosi e al tempo stesso osteggiata. Giovanni Ugas, visti gli esiti dello studio dei testi antichi egizi, levantini e dei dati della letteratura classica, per poter confermare l’identificazione, ha effettuato anche un ampio esame del quadro culturale della Sardegna nuragica nella seconda metà del II millennio a. C.: gli aspetti geografici, economici e un’analisi delle testimonianze archeologiche, della letteratura antica e delle relazioni intercorse tra l’isola e altri territori.

L’opera è monumentale: un libro di oltre 1000 pagine, suddiviso in 26 capitoli; 30 pagine di tavole e fonti delle illustrazioni; 70 pagine di bibliografie. Paragrafi e sottoparagrafi permettono una lettura attenta e approfondita sia per gli studiosi, che già conoscono la materia, sia per gli appassionati, che intendono avvicinarsi agli studi.

Il libro è strutturato in tre parti, nella prima è presente un’analisi dei testi egizi e del sud est mediterraneo riguardanti gli Shardana e i Popoli del Mare, una sintesi degli studi effettuati finora e la descrizione delle vicende degli Shardana in Egitto: l’aspetto fisico e la cultura materiale.

Nella seconda parte sono contenuti i dati che verificano la congruità dell’identificazione tra Shardana e i Sardi dell’Età del Bronzo. Nella terza parte si affronta la problematica dell’identificazione dei Popoli del mare e, infine, le vicende legate alla fine dei grandi imperi miceneo, ittita ed egizio per mano proprio degli Shardana e dei popoli Nordafricani. La pubblicazione è stata curata da Le Edizioni Della Torre, la casa editrice che, dal 1973 contribuisce alla valorizzazione e alla diffusione della cultura sarda sia in Sardegna che fuori dall’isola.

Sono tante le risposte che il libro ci offre: qual è l’aspetto fisico degli Shardana, quali sono le caratteristiche del loro vestiario e delle armi. Quali furono le motivazioni che spinsero Ramesse II a decidere di assoldare nel suo esercito gli Shardana. E cosa chiedevano loro in cambio? Quali altri mestieri praticavano in Egitto, che lingua parlavano, quali erano i loro nomi.

La seconda parte del libro è dedicata alla Sardegna della civiltà nuragica e qui troviamo descrizioni approfondite sugli aspetti sociali, economici, strutturali dell’isola durante l’Età del Bronzo: i nuraghi e i templi, i rapporti con gli altri popoli, l’abbigliamento, le armi, le risorse alimentari e minerarie. Com’era la strutturata la società nuragica, suddivisa tra nuraghi e villaggi? La società matrilineare è una delle cause del peregrinare via mare? Che fine veniva destinata ai vecchi padri? Che cos’è il riso sardonico?

 

La speranza è sempre quella che si possa studiare e approfondire e conoscere tutto ciò che ci riguarda, non solo per definire meglio la storia sarda: ciò che siamo stati e ciò che siamo, ma per restituire le pagine mancanti alla Storia di tutti. Sono necessari coraggio e determinazione per dimostrare e portare avanti tesi che l’accademia non ha ancora fatto proprie, ma gli studi sono questo: continua ricerca e lettura e rilettura dei dati e delle tesi finora accettate.

Il libro è dedicato ai maestri, Giovanni Lilliu e Renato Peroni, agli affetti e “a tutti coloro che cercano l’affetto la pace l’uguaglianza e la giustizia tra gli uomini”. E sono proprio queste parole che ci accompagnano nella lettura del libro e nello studio di questa affascinante materia.