Sessant’anni fa entrava in vigore la Costituzione, dalle ceneri della guerra e dal contributo determinante dei partigiani nasceva la Repubblica Italiana, democratica e antifascista. In un libro la storia di un partigiano sardo, uno dei tanti che pur non vivendo la guerra in Sardegna decise di combattere per la libertà. Ci fu un rapporto eguale tra la Sardegna e la guerra di liberazione dal nazifascismo combattuta tra il 1943 e il 1945.
Con il libro “Libero, un partigiano sardo e il suo tempo” si inserisce una preziosa testimonianza raccontata dal fratello del protagonista Francesco Pranteddu. Un libro di 245 pagine corredate da fotografie e documenti che parte dai motivi che spinsero Liberato Pranteddu (nome di battaglia Libero), giovane di Aritzo partito per il fronte sloveno, a rifiutare dopo l’armistizio dell’8 settembre l’idea del “tutti a casa” e a preferire la lotta di liberazione al ritorno in Sardegna.
Nel libro ritroviamo anche la descrizione puntuale di come Aritzo visse il fascismo prima e la democrazia poi fino alle prime forme di riorganizzazione di partiti, sindacati e associazioni. “Un anello di congiunzione tra la Sardegna e la Resistenza in quanto l’Isola non è stata teatro di guerra”: così definisce quest’opera di ricerca Francesco Pranteddu.
Il libro si articola in cinque parti seguendo la narrazione della vita di Liberato Pranteddu nelle varie vicende che lo hanno visto protagonista..he lo hanno visto protagonista, l’ultima parte, quella dell’appendice, è ricca di testimonianze dirette come i diari dei parroci del Nord Italia, che danno una visione asettica, esterna rispetto alle opinioni di parte. Dopo tre ristampe Libero è più attuale che mai: le congratulazioni dei Presidenti della Repubblica Ciampi e Napolitano, l’inserimento dell’autore Francesco Pranteddu nella Grande enciclopedia della Sardegna e 50 iniziative tematiche organizzate in tutta l’Isola e nei circoli sardi all’estero sono un imponente viatico per riflettere su ciò che è stato il fascismo e l’antifascismo.
Il libro è un pretesto per parlare di resistenza, costituzione, democrazia e repubblica, tematiche sulle quali avere delle certezze contro il dilagare di un revisionismo storico che sulla scia degli attuali fenomeni neofascisti vorrebbe legittimare le pagine più buie della storia italiana. 50 iniziative per sopperire alle carenze della scuola rivolgendo ai giovani un prezioso insegnamento, generare curiosità, soddisfare il bisogno di sapere proiettando le coscienze nel futuro con solide basi attraverso le quali poter affrontare il dilagare di insensibilità e superficialità.
Dal vivace interesse culturale che ha suscitato il libro è nato un volume intitolato: “Di Libero. Un partigiano… hanno detto” a cura di Francesco Pranteddu che raccoglie contributi importanti come quelli di Nereide Rudas, Maurizio Orrù, Gianfranco Sabattini e tanti altri protagonisti della cultura Sarda, le recensioni giornalistiche e televisive. Tra i contributi che meglio sposano la figura del partigiano Libero con la cultura sarda è sicuramente la poesia, quasi una recensione, dell’indimenticato Peppino Marotto che dopo aver ricevuto il libro così ringraziò Francesco Pranteddu:
Pro su libru “LIBERO”
Ti ringrazio, Franciscu Pranteddu
pro cussu libru, chi m’has regaladu
già l’hapo lettu e meda apprezzadu
ca b’as postu su coro e su cherveddu;
sa vida ‘e Liberato has raccontadu
non solu pro onorare sa memoria
d’unu protagonista de s’istoria
chi cun sos partigianos ha lottadu,
finas chi hana ottentu sa vittoria
cussas armadas de sa libertade
da sos nemico de s’umanidade
chi faghen gherra pro sa vana gloria;
che balente scrittore, pro su frade
às chircadu sos logos e sa zente
chi fit su partigianu combattente
pro provare sa giusta veridare;
ca dae nou, su vile serpente
èst movende sa limba velenosa
isparghende velenu, in d’ogni cosa
chi sanu e puru, non lassat niente;
èst un’opera, meda preziosa
chi tue, gentilmente mi hasa offridu
e descrives sa ‘idda chi èst naschidu
in s’arida montagna, frittorosa;
de cando tue puru, ses partidu
de Nuoro a sa Federazione
pro dirigere s’organizzazione
de sos giovanos de cussu partidu;
chi ha puru sa mia adesione
sa tua, pro degannos èst bistada
in sa nostra provincia arretrada
una umana e sociale missione;
de Liberato, sighinde s’istrada
sustentu da su propriu ideale
invitande sa zente ch’ist male
a non restare in pena rassegnada;
finas chi sa giustizia sociale
non ponzat fine a tottu sos cunflittos
e dande a d’ogni unu sos dirittos
faghendela sa paghe universale.
Che frade caru, t’istringo ambas manos
Tantos saludos, a nos bider sanos.
Orgosolo 23/11/2006
La vicenda del partigiano Libero rappresenta un ulteriore tassello nella storiografia della Resistenza e un chiaro punto di raccordo tra la Sardegna e la comunità nazionale nella lotta per la libertà e la democrazia.