Sabato 22 febbraio, alle ore 16,00 presso la casa della cultura di Via Borgogna, 3 Milano di sarà la presentazione del libro di Gianni Fresu “Eugenio Curiel – Il lungo viaggio contro il fascismo. Interverranno tra gli altri Alberto De Bernardi, Bruno Cartosio, Maria Grazia Meriggi. Coordina i lavori Ferruccio Capelli, direttore della Casa della cultura. Sarà presente l’autore.

 

 

 

Sebbene sia alla base della nostra Costituzione repubblicana, poche altre esperienze storiche sono state oggetto di contesa come la lotta partigiana tra il 1943 e il ‘45. Già all’indomani della ritrovata democrazia si moltiplicarono i tentativi volti a ridimensionare la funzione della Resistenza nella storia della liberazione nazionale e il peso specifico della sua componente maggioritaria Tra le pieghe delle rimozioni forzate, o di affrettate esigenze di riscrivere la storia, sono rimaste esperienze collettive e singole personalità di un certo rilievo ma destinate all’oblio della memoria. Fra esse il giovane intellettuale triestino Eugenio Curiel, una figura poliedrica, per interessi e propensioni intellettuali, che immolò la sua stessa esistenza alla causa della liberazione, come tanti della sua generazione, attraverso l’attività sindacale prima e l’organizzazione della Resistenza poi. Morto senza aver ancora compiuto 33 anni, ha lasciato un patrimonio di riflessioni, analisi, proposte ed esperienze politiche concrete, degne di maggior attenzione per comprendere meglio le origini  della nostra democrazia repubblicana e il travaglio umano che la generò. Eugenio Curiel si formò e raggiunse l’età adulta negli anni di massima espansione del regime di Mussolini, una fase comunque attraversata da un clima crescente d’inquietudine tra un numero sempre maggiore di giovani, educati nella dottrina del fascismo, ma profondamente insoddisfatti delle sue realizzazioni concrete. Fu interprete e ispiratore della “generazione degli anni difficili”, assolvendo un ruolo di cerniera tra le esigenze di quei giovani con quelle dei vecchi protagonisti dell’antifascismo.

 

L’uscita di questo volume colma un persistente vuoto storiografico e pone rimedio a un doloroso oblio politico e culturale sull’esistenza di Eugenio Curiel, approfondendo pagine di storia troppo disinvoltamente stravolte o accantonate per assecondare le esigenze politiche della cosiddetta “pacificazione nazionale”. Curiel è, infatti, una figura centrale non solo nella storia della lotta di liberazione nazionale ma, più in generale, negli snodi cruciali di maggior crisi della storia nazionale nel Novecento. L’intellettuale triestino è, per molti versi, una personalità emblematica perché sintetizza in sé, e nella generazione di cui è stato protagonista, il risveglio dall’incubo della dittatura, il ridestarsi della coscienza sociale e civile dal torpore imposto al nostro Paese dal fascismo, con la violenza e con la demagogia. Un processo lento, graduale, nel quale una parte dell’Italia trovò la forza di guardare in faccia il tiranno e il coraggio di mettere a nudo le contraddizioni dell’impero di cartapesta da esso edificato, incamminandosi sulla strada che, dalla semplice e istintiva presa di distanza  dal regime, condusse tanti giovani all’antifascismo e quindi alla scelta esistenziale senza ritorno della lotta armata. Il volume, preceduto dalla prefazione di Carlo Smuraglia e corredato da diverse immagini d’archivio, si compone di tre parti nelle quali l’autore chiarisce trama, specificità e snodi problematici ancora irrisolti nella biografia umana e intellettuale di Curiel, in rapporto agli avvenimenti italiani e internazionali sviluppatisi attorno alla dialettica tra fascismo e antifascismo. A questi tre capitoli si aggiunge un’appendice con le interviste a due protagonisti della storia del PCI, che in diverso modo intersecarono la figura di Eugenio Curiel: Gianni Cervetti e Aldo Tortorella.