«Le lotte portate avanti negli anni scorsi da comitati di cittadini e all’interno del Comune di Cagliari per la difesa dallo stravolgimento architettonico del Palazzo Aymerich nel centro storico di Castello e la sentenza del 20 febbraio 2010 con cui il TAR respingeva il ricorso della società costruttrice Dac srl contro il provvedimento di vincolo storico culturale imposto dalla Soprintendenza, vengono oggi vanificate e umiliate dal Consiglio di Stato». Lo ha affermato la ex-consigliera comunale di Cagliari, Claudia Zuncheddu, commentando la sentenza del Consiglio di Stato che, ribaltando la decisione del Tar, ha fatto decadere i vincoli storici-artistici imposti dalla Soprintendenza sul Palazzo.

«Ai giudici romani poco importa se per la città di Cagliari, già impoverita delle sue ricchezze archeologiche dalla cementificazione, quel prestigioso Palazzo danneggiato dai bombardamenti del ‘43 rappresenti parte del suo patrimonio identitario dove qualsiasi tipo di restauro e di intervento prevede la conservazione e la salvaguardia delle strutture esistenti. Ancora una volta – spiega Zuncheddu – le lobby della città e della speculazione edilizia che mercifica tutto nel nome del profitto di pochi, prevalgono sulla coscienza civile della difesa della nostra storia e della nostra cultura di cui l’architettura è espressione di identità e di diversità».

«A nulla sono valse negli anni le proposte di bonificare il sito, preservarlo, ristrutturarlo in tutte le sue componenti e riutilizzarlo a favore sia dei cittadini che dei proprietari, garantendo in tal modo sia la valenza pubblica che quella privata. Tutto ciò – conclude Zuncheddu –  al fine di promuovere un processo di urbanistica partecipata e condivisa, onde giungere a soluzioni tese a soddisfare le diverse esigenze delle parti nonché a preservare e restituire alla cittadinanza la fruibilità del bene architettonico: parte integrante della memoria della città di Cagliari».