Quando, un anno fa abbiamo deciso di intraprendere il percorso sulla rivitalizzazione del quartiere di Villanova, abbiamo messo tra i nostri obbiettivi quello dell’integrazione e della condivisione tra popoli, tra cittadini che abitano quotidianamente Villanova. L’abbiamo fatto per facilitare un percorso di arricchimento reciproco che passa per le tradizioni, la lingua, gli usi e la religione. Abbiamo ricevuto impressioni positive, soprattutto dalle nuove generazioni di villanovesi, i bambini, capaci di sognare una piazza più grande, un quartiere più bello, un mondo migliore senza le differenze che ognuno di loro porta con se ma con la capacità di stare insieme e di essere migliori anche grazie agli altri. Ieri ci siamo ritrovati a vivere la rabbia e la preoccupazione per l’attentato nella sede del giornale satirico di Parigi “Charlie Hebdo” che ha portato alla morte di 12 persone, che facevano un mestiere bellissimo: far ridere. L’attacco di matrice fondamentalista islamica si è scagliato contro chi era capace di raccontare con la satira e l’ironia argomenti importanti come politica e religione, in modo dissacrante, ma intelligente. Un attacco ai valori democratici su cui si fonda e grazie ai quali vive l’Europa, ai valori di convivenza senza i quali non ci sarebbe libertà. Possiamo dire che il terrorismo, di qualunque ideologia va combattuto, possiamo manifestare e batterci per la libertà di espressione e per la libertà di satira, che l’integrazione è l’unica via per una convivenza civile, sia che tu scenda dalla scaletta di un aereo  sia che arrivi sulla banchina del porto con un barcone in fuga dalla morte. Possiamo rimarcare la nostra appartenenza a confessioni religiose differenti, pur abitando nello stesso quartiere, nello stesso pianerottolo, dove l’una non esclude l’altra ma stanno insieme perché credere è l’esperienza più forte dell’amore e nessuno ha amore più grande di colui che sa rispettare la libertà dell’altro. Siamo contro ogni strumentalizzazione. Già sui canali di comunicazione impazza la caccia al diverso, allo straniero. La storia purtroppo non insegna se nessuno ha voglia di imparare dal passato, dalle persecuzioni ai cristiani, dalle crociate, dall’olocausto sino alle guerre contro l’islam. C’è chi sfrutta quanto accaduto per mettere in circolo la rabbia, l’odio, il rancore che quotidianamente produce la nostra società, vittima della paura. La stessa paura che porta a tenere a distanza tutto ciò che non conosciamo, e non lo conosciamo perché siamo semplicemente ignoranti. In attesa che la Francia faccia onore ai valori di libertà, fraternità e uguaglianza noi non stiamo ad aspettare, continuiamo ad impegnarci per esercitare quei diritti, per condividerli con tutti. Lo facciamo dal mondo che ci circonda e che ha gli occhi di quei bambini, che ci insegnano  la pace, a prenderci meno sul serio e a ridere.