Le lussureggianti pinete litoranee della Sardegna orientale, oltre a conferire una nota di grande suggestività al paesaggio vegetale costiero, assumono particolare importanza per la tutela del territorio e la salvaguardia dei valori ambientali, sociali e turistici dei luoghi.  Elemento caratterizzante il territorio di diversi comuni rivieraschi della Baronia (Budoni, Posada, Siniscola, Orosei), dell’Ogliastra (Lotzorai, Girasole, Tortolì, Barisardo, Cardedu) e del Sarrabus (Muravera), queste formazioni, di origine assai recente, rappresentano una preziosa risorsa meritevole di tutela e valorizzazione ma troppo spesso dimenticata o sottostimata.

 

Le pinete litoranee, polmoni verdi a ridosso di incantevoli arenili, pittoresche scogliere, zone umide dai delicati equilibri ecologici, contribuiscono alla conservazione del sistema dunale e, in molti casi, si presentano come un’autentica cerniera tra aree di elevato valore naturalistico, svolgendo la funzione di corridoio che favorisce le connessioni ecologiche e la sosta di specie prioritarie.

 

Eppure si tratta di una ricchezza la cui integrità continua ad essere seriamente minacciata, quasi non bastassero i gravissimi danni provocati dai numerosi incendi e dall’espansione irrazionale e incontrollata dei centri urbani, responsabili della notevole riduzione delle superfici.

 

Le preoccupanti condizioni di degrado e abbandono in cui versano oggi le aree boschive costiere, che condizionano un paesaggio associato alle attrattive turistiche relative alla balneazione, impongono almeno un’attenta riflessione.

 

Alle avversità di origine biotica (parassiti) si aggiungono quelle di carattere ambientale (erosione delle coste, salinità delle falde, aerosol marino, inquinamento, incendi, eccessivo sfruttamento a fini turistico-ricreativi), senza dimenticare la speculazione edilizia, un nemico in agguato.

 

C’è l’incoscienza e la scarsa educazione al rispetto dell’ambiente da parte di quanti continuano ad abbandonare rifiuti, provocare incendi, transitare con mezzi pesanti in queste aree. E si registra, purtroppo, la mancata o insufficiente attuazione degli interventi di cura e manutenzione (diradamenti, pulizia del sottobosco, lotta biologica contro i principali fitofagi), nonché delle necessarie misure di protezione.

 

In un quadro così desolante, per fortuna, sembra che qualcosa stia cambiando. Qualche amministrazione comunale, malgrado l’esiguità delle risorse finanziarie, cerca di portare avanti, tra mille difficoltà, progetti di bonifica, riqualificazione e sistemazione, migliorando anche la fruizione dei siti. E l’Ente Foreste non è certo insensibile a questa tematica. Di pari passo, si va affermando anche l’indignazione, la denuncia dei cittadini e delle associazioni di fronte agli scempi.

 

La mobilitazione degli abitanti del pittoresco borgo marino di Santa Lucia rappresenta senz’altro l’esempio più eclatante. Ma per salvare le pinete litoranee c’è bisogno di un indilazionabile impegno a tutti i livelli.Il recupero, la conservazione, il miglioramento e controllo della fruizione di queste vaste aree verdi, nell’ambito di una più generale politica di tutela e valorizzazione delle coste, anche per i rilevanti risvolti di carattere occupazionale che ne derivano, deve essere considerata una scommessa da vincere.