Si allarga sempre di più a Tempio Pausania il dibattito sul cambio di destinazione dello stabile della Pischinaccia, struttura ristrutturata attraverso fondi europei per la valorizzazione turistica e culturale. L’intenzione è farne il nuovo comando dei carabinieri e nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra un comitato spontaneo e l’amministrazione comunale. Dall’incontro è emersa la fondatezza delle ragioni di chi non vuole che una struttura progettata e finanziata con ben altri scopi venga adibita a caserma.

Da capitolo chiuso, nel giro di qualche settimana, si è passati ad un “tutto fatto” che ha posto degli interrogativi. L’amministrazione rimette al centro dell’attenzione la struttura, ribadendo l’opportunità della delibera n. 5 e l’ineluttabilità della decisione presa. Motivazioni variegate e spesso contraddittorie: spending review del ministero, i gusti e le preferenze dell’arma, le scelte strategiche dell’amministrazione, la prevenzione del degrado, la sicurezza.

La maggior parte della popolazione ignora il fatto che meno di un anno fa l’ex generale della legione carabinieri in Sardegna, Luigi Robusto, abbia dichiarato la struttura inadeguata. La situazione è talmente surreale che ormai non si tratta semplicemente di “scelte opinabili”. Negli ultimi giorni il tutto si è delineato in modo chiaro ed è emersa l’intenzione di creare una vera e propria caserma militare che a livello provinciale possa accogliere le ff.oo provenienti da comandi locali in chiusura. Sono state reperite le risorse per le modifiche della struttura e le costruzioni di pertinenza della caserma: tre milioni di euro provenienti dai Fondi per le Aree Sottoutilizzate.

Così, dallo sperpero di fondi europei a quelli statali del Dipartimento per le Politiche Sociali, si inquadra a tutti gli effetti l’intervento come strategico per il rilancio socioeconomico della città, vanificando investimenti già presenti nell’area per ulteriori 2,8 milioni.

La beffa finale consiste nell’appesantire il bilancio comunale acquisendo contestualmente l’ex carcere La Rutunda che allo stato attuale versa in condizioni disastrose e necessita di ingenti risorse con tempi particolarmente lunghi.

Il Fronte Indipendentista Unidu si oppone ad una gestione scellerata del patrimonio pubblico e ad una programmazione della città basata sull’occupazione militare del territorio; si evidenzia alla popolazione e alla Saldigna tutta la disinformazione e le manovre attraverso le quali un’amministrazione garantisce e promette, esautorando i cittadini che vengono messi di fronte al fatto compiuto e tenuti all’oscuro di una serie di informazioni rilevanti.

È quantomeno lecito chiedersi se la mancata valorizzazione e programmazione negli ultimi quattro anni non nascondesse ben altri piani ed è doveroso che l’amministrazione si pronunci circa l’impiego sul territorio dei FAS per un immobile in perfette condizioni in una città nella quale urgono ben altri interventi, come tristemente testimoniato dall’edilizia scolastica e dalla viabilità.