– di Lucia Cossu –

A passo lento e incerto, piovosa, o calda e sicura, la primavera arriverà come sempre, anche se non ci sarà nessuno a invocarla e ad accoglierla: quest’anno, infatti, anche i consueti fuochi in onore di Sant’Antonio sono stati cancellati dalle norme anti covid. Fogulones, tuveras, fogarones non illumineranno le notti invernali per invocare gli dei della natura e per scacciare l’inverno e la paura. Nessun aspersorio potrà benedire il fuoco e affidare animali e uomini al santo, il Prometeo cristiano, che quel fuoco, dicono, abbia rubato dagli inferi. Notti fredde e vuote, il 16 e il 17 gennaio, uomini e donne non berranno e mangeranno insieme scaldati dalle fiamme, dimentichi del tempo e protesi con alto vociare e larghi gesti a combattere l’oscurità della sera e dell’avvenire. Né fave, né lardo, né vino. Né canti.

Insieme alla mancata festa e alla mancata condivisione – le tradizioni sono socialità, sono comunità – scopriamo con sommo sbigottimento che i riti degli umani non sono necessari, nessun sacrificio rabbonisce divinità buone e divinità cattive.

Che il sole giri senza il nostro supporto e senza la nostra volontà è un fatto: l’universo può esistere senza l’uomo, mentre l’uomo non può vivere al di là della natura. Ma è un fatto anche il significato che la natura stessa acquista grazie all’uomo. Il sole non studia sé stesso e non ha coscienza delle sue leggi. Il sole ha dei processi. L’uomo ha coscienza. L’uomo osserva e crea, dà un senso: il mondo è il significato che l’uomo gli attribuisce.

Non è la sola coscienza a contraddistinguere l’umanità, lo è anche la socialità perché l’uomo è un animale politico per sua stessa natura: senza vicinanza, senza costumi e simboli a rimanere è la nuda sopravvivenza. I riti sono frutto di un sincretismo che, proprio come il fuoco, mescola insieme millenni e popoli. Quei riti creano la comunità e dalla comunità sono creati in un continuo circolo virtuoso. Senza di essi non si perde solo la poesia, la vicinanza e la società, si perde il senso stesso del mondo.

Ecco perché è necessario, vivendo attoniti questi tempi, cercare di mantenere forti i sentimenti di umanità e di condivisione, in attesa del vino, degli abbracci, della rinnovata vicinanza. Delle consuetudini e delle tradizioni.