La cerimonia del 24 ottobre 2021, di premiazione dei poeti del Premio “Lùvula ti canto” e dei fotografi del concorso “Màzines de poesia”, è stata arricchita dagli interventi degli ospiti. I 3 invitati alla cerimonia, organizzata dal Comune di Lula, hanno preso la parola nel silenzio della sala gonfio di attesa e di attenzione.

 

Franco Siddi. Ospite di “Lùvula ti canto”  fin dalla prima edizione del 2010,  ha esordito sottolineando il valore di “iniziative come questa del Premio di Lula” che “restano nella memoria eAngelo Maria Ardu terzo classificato della prima sezioneIl giornalista e scrittore Luciano PirasIl docente Mario SannaIl poeta Giovanni Piga membro della giuriaAngelo Maria Ardu terzo classificato della prima sezione 1Il professore Dino Manca dellUniversitá di Sassari diventano espressione di identità” perché “la poesia e la lingua sarda sono un modo di essere nel mondo”.  Il valore dei concorsi letterari starebbe anche, secondo Siddi, nel mettere insieme, “ in dialogo e come opportunità di crescita, diverse anime della poesia sarda e la varietà della lingua” in quanto “I poeti vi partecipano con il cuore e con l’anima, abbattendo le barriere linguistiche interne”.

Durante la cerimonia, oltre all’abilità dei poeti nel comporre versi, l’ospite  ha rilevato che “con la poesia emerge anche una conoscenza competente delle cose del territorio che serve ad alimentare il grado di civiltà della comunità. Mi riferisco, per esempio, alla poesia ‘Innestadores’ di Antonio Porcu”.

Esprimendosi sempre in limba, l’esperto di comunicazione ha poi aggiunto che, per andare avanti, “chiaramente occorre l’impegno serio delle istituzioni. Manca l’uso della lingua sarda nella scuola, l’elemento di identità nel mondo della globalizzazione ”.

Secondo Siddi è importante “Valorizzare la ricchezza linguistica con un modello culturale non folkloristico: se non conosci la tua lingua, la tua cultura, non potrai essere motivo di ricchezza per la tua terra e per il mondo”. Perciò “Le istituzioni dovrebbero investire per sostenere i modelli attivi e fecondi come questo di Lula”.

Citando l’amico scomparso Paolo Pillonca ha affermato, tra le altre cose, che “ha aperto strade nella cultura sarda” e che “non si è mai arreso  a quanti ne sostengono  il modello folkloristico in una visione residuale del concetto”. Anche per Franco Siddi, infatti, la cultura, la lingua e le espressioni genuine del folklore sono “punti di forza in questo tempo della globalizzazione e della diffusa omologazione”  e andrebbero considerati “come biodiversità, come pre-condizioni essenziali di ricchezza e di crescita degli individui, delle comunità, delle interrelazioni personali e globali”.

 

Luciano Piras. Lo scrittore e giornalista ha parlato alla platea competente con l’umiltà, ma pure con la consapevolezza, di chi ha concretizzato un’iniziativa culturale di grande impatto e valore. Tanto più grande in questo tempo di sofferenza. Ha infatti permesso che i poeti trasformassero il suo blog @ddurudduru (sul sito internet del giornale “La Nuova Sardegna”)  “in una piazza di incontro virtuale, dove poter condividere speranze, preghiere, illusioni”. I poeti hanno cioè utilizzato la poesia  “come antidoto al Coronavirus. Come un vaccino per vincere la pandemia. Di sicuro per vincere la solitudine, le paure, le incertezze, soprattutto nei giorni più cupi e pesanti di un annus horribilis straziato dal Covid-19, dal lockdown, dalle restrizioni, dal distanziamento sociale. Con la comunità smembrata, divisa e terrorizzata dallo spauracchio di una morte in isolamento”.

Nella sala della biblioteca di Lula, il giornalista della Nuova Sardegna ha così introdotto il suo discorso: “Spesso torna d’attualità il solito dibattito nelle pagine culturali dei media nazionali: ma la poesia è viva o è morta?” Per continuare: “I libri di poesia non vendono, è la considerazione di sempre. Ma evidentemente non è così. La poesia è viva, altroché se è viva! Non è certo un caso se l’anno scorso il Nobel per la letteratura è andato alla poetessa Louise Glück. E non è certo un caso se anche nei social c’è una corsa continua alla poesia. In Sardegna, poi, vogliamo parlarne? In Sardegna la poesia è sempre viva, prospera e molto fertile. Così è stata ieri, lo è oggi e lo sarà sicuramente anche domani. Non c’è paese che non abbia almeno un poeta e chissà quanti altri sono ancora nascosti… Anche a questo servono i concorsi come “Lùvula ti canto”: a scoprire e stanare talenti. Ne ho avuto la riprova quando oltre un anno fa, con la chiusura per la pandemia, sono stato letteralmente sommerso di poesie, in sardo soprattutto ma anche in italiano, per il mio blog @ddurudduru (sul sito della Nuova Sardegna). Una valanga di poesie testimoni di un tempo sospeso e di una grande voglia mai sopita di comunicare. Quelle poesie sono poi diventate un evento solidale con la pubblicazione dell’antologia “Coronaversus”, stampata in appena 300 copie numerate a mano: l’intero incasso della vendita è andato alla Caritas diocesana di Nuoro”.

 

Dino Manca. Appena salito sul palco, il professore di Filologia dell’Università di Sassari ha citato una domanda, postagli da qualche collega e perfino da Rai Storia:  “Perché Grazia Deledda e gli scrittori sardi non sono presenti nelle storie letterarie?” Eppure, ha detto, “ la Deledda è stata la prima e unica donna che ha vinto il Premio Nobel, la seconda nel mondo. Ma non c’è nelle storie letterarie, nelle antologie. Verga ha scritto due romanzi importanti, ma la Deledda ne ha scritto 30 e più di 400 novelle”.

La sua risposta: “La Deledda non entra nelle storie letterarie perché era una donna sarda. Perché, come tutti gli autori sardi, appartiene a un sistema linguistico, letterario e culturale di inappartenenza. Che non fa parte della Storia della letteratura italiana. C’è  entrata, nella Letteratura italiana, ma non ne fa parte.”

Il professore ha parlato della difficoltà dei docenti a “capire e collocare gli autori sardi (prevalentemente in lingua italiana, ma anche quelli in lingua sarda), derivata dalla mancanza di “strumenti per decodificare un sistema linguistico e culturale altro”. Da lì è nato  il suo impegno,  “una battaglia che è durata dieci anni, all’Università di Sassari, ma che si è conclusa con una vittoria: da quest’anno Sassari ha la laurea magistrale, un curriculum tutto in ‘Lingue e culture della Sardegna’”.

Il pubblico ha accolto la notizia con un applauso caloroso. Lui ha definito l’applauso “un riconoscimento accademico”  perché  “e rispondo anche alla sollecitazione che arrivava da Luciano [Piras] il giornalista, e da Siddi, ci vogliono i sistemi formativi, oltre ai sistemi informativi. O nella scuola si cambia la ratio studiorum, o noi la battaglia non la vinceremo. Voi siete un presidio, come Premio. Questa è un’opera importantissima.”  Secondo il professore, “Per riattivare questo circuito interno della comunicazione che ci rende distinguibili nel reticolo planetario si deve partire dai Premi di poesia e dal testo letterario, poetico, che è il testo modellizzante. Ma non basta,” ha incalzato, “la scuola, il sistema formativo vi deve aiutare”.

I numerosi presenti avevano appena cominciato a interrogarsi sul gradimento del  curriculum  di Sardistica da parte degli studenti di Sassari, quando l’ ospite ha affermato che “ci sono – e vi dò la seconda notizia prima di darvi la terza – già molti iscritti. Un terzo degli iscritti  degli  LM-14, della laurea magistrale, ha scelto ‘Lingue e culture della Sardegna’.   Il territorio ne aveva bisogno! Noi formiamo insegnanti che vanno nelle scuole di Lula, di Ploaghe, di Nuoro, di Orgosolo. E l’insegnante non può prescindere  dai linguaggi che hanno forgiato storicamente questo territorio. La scuola dell’autonomia non può prescindere da questo. E così l’università”.

La terza notizia data ai presenti dal professore, riguardava il  programma di Letteratura e Filologia della Sardegna che, insieme a Grazia Deledda, Salvatore Satta, e Giuseppe Dessì, comprende anche  Antonino Mura Ena e Publio Dui. “Publio Dui da quest’anno entrerà all’Università di Sassari.  E questo l’ho capito lo scorso anno, quando leggendo una poesia di Dui, durante una lezione, ho visto delle studentesse commuoversi. Non per Petrarca, non per Leopardi. Per Publio Dui, un poeta di Lula”.  Proprio dando la parola al poeta, il professore ha chiuso il suo intervento. Lo ha fatto con la lettura della poesia “Beneico sas pretas”, compresa nell’ antologia “Studi di filologia, linguistica e letteratura della Sardegna”, fresca di stampa a sua cura per i tipi della Edes,  che ha donato alla Biblioteca di Lula.

 

 

Maria Teresa Rosu