Accoglienza positiva e buon successo di pubblico per la mostra ICON – Interpretazioni CONtemporanee di Guerra, Pace e Libertà, tenutasi alla Cittadella dei Musei di Cagliari, nel mese di ottobre, interamente curata e prodotta dall’Associazione Culturale Wake Art,  con il contributo del Comune di Cagliari.

 

Per questa seconda edizione di ICON si è scelto d’incentrare la riflessione sull’immagine e le sue implicazioni a partire da temi universali come la guerra, la pace e la libertà. La commemorazione del 70° Anniversario dei bombardamenti angloamericani su Cagliari è diventata un ponte concettuale ideale tra il dolore e la memoria della città e quelli del resto del mondo, ma anche momento di racconto delle memorie “altre”, e di altri conflitti in altri luoghi, anche interiori.

 

L’ex Regio Arsenale è stato così luogo di incontro e di confronto per 25 artisti provenienti da 3 continenti, e attraverso le loro opere, differenti per tipo di  linguaggio e di tecnica rappresentativa, si è voluto proporre un interessante e singolare spaccato d’arte contemporanea.

 

Particolarmente d’impatto le 3 opere di video art: da “Inner War” di Giulio Barrocu, una forte rappresentazione della sua personale lotta contro una malattia autoimmune, a “This was total war” dell’artista iraniana Mona Mohagheghi  che con immagini, suoni e parole  tenta di ricostruire l’orrore della guerra tra Iran e Iraq provato durante l’infanzia, passando per il finlandese Tero Räty che con “Jama ko – Meeting of people” raccoglie il grido di dolore del popolo del Mali, paese in cui la pesante censura jihadista ha proibito persino l’ascolto del blues tradizionale.

 

Il difficile tema della lapidazione viene trattato  dalla fotografa Alessandra Cadeddu in “Lost War”: una foto-installazione che mostra delle pietre e  l’immagine di una calla, con ai piedi un manichino coperto da un lenzuolo bianco.   Significativi contributi arrivano anche dall’arte figurativa declinata nelle sue molteplici forme: il recupage di Matteo Ambu è un teschio scoperchiato in cui si staglia, in mezzo ad un paesaggio apocalittico, una giraffa, unica forma di vita a rappresentare la speranza; la serigrafia “Untitled” di Gaetano Musto nasconde una riconoscibile traccia di protesta tra il filo spinato, mentre il tema dell’assenza viene sviluppato da Roberta Ragona (Tostoini) con un bacio che rappresenta il saluto alla persona amata che parte per la guerra.

 

Da segnalare per l’originalità anche i due collage “La Libertà guida il popolo?” di Claudia Castangia e “Italy Pizza” di Gianluigi Concas (IperPlasticol): la prima opera reinterpreta il famoso quadro di Delacroix in chiave contemporanea, mentre la seconda rappresenta un’Italia sempre più alla deriva tra frecce tricolori e immagini kitsch, in aperto contrasto con lo spirito di Garibaldi e delle Camicie rosse.

 

Riflessioni declinate in maniera convincente anche per “Zeitgeist – Colloquio” di Fabio Buonanno,  Marcello Nocera con “Ballerina”, Massimo Cairo con  “Aleppo” e “Hama”, scatti di vita quotidiana nella Siria prima della guerra.

 

Ospite speciale della mostra, il progetto multimediale “Radici Aeree” realizzato da TRW e STUDIOVUOTO, già presentato al pubblico in occasione di Cagliari Monumenti Aperti 2013: racconti, immagini, ricordi fotografici, frammenti della memoria provenienti dal passato della città e dei suoi abitanti,  ma sempre strettamente connessi con il divenire attuale della città stessa.