Grazie all’entusiasmo dei ragazzi dell’Associazione Paleoworking Sardegna, al lavoro di coordinamento dello staff nazionale di Paleoworking, favoriti – tra gli altri – dal patrocinio dell’Università di Sassari e del Departamento de Prehistoria y Arqueología dell’Università di Granada, è stato possibile realizzare il terzo Meeting Internazionale sulle tecnologie primitive, dedicato quest’anno alle “Strategie di sussistenza nella preistoria e protostoria”.

 

L’evento, piace ricordarlo, è stato finanziato interamente dal Comune di Ardauli. Al di là, e forse ancora prima, dell’importanza scientifica rappresentata dagli incontri targati Paleoworking Sardegna, essi sono un segno tangibile del costante sforzo dell’associazione verso un (ri)avvicinamento tra pubblico non tradizionale ed esperti, fattore troppo spesso trascurato da chi fa o si occupa di cultura.

 

Favoriti senz’altro dalla cornice informale prescelta per il meeting, località amena lungo le rive del Lago Omodeo, siamo riusciti a coinvolgere i numerosi visitatori – dai più piccoli ai più grandi – nelle diverse attività in programma. Tra di esse, un importante momento convegnistico con illustri relatori che hanno accettato con entusiasmo di confrontarsi sul tema, ampio quanto importante, delle dinamiche di sussistenza nella preistoria e protostoria.

 

Anna Depalmas ha presentato una relazione dal titolo “Prima del frigorifero e dell’acqua corrente. Osservazioni sul trattamento dei cibi”, mentre Alfonso Stiglitz ha tenuto una relazione riguardante “Le saline di Capo Mannu: archeologia di un paesaggio costiero”. Mauro Perra e Juan Antonio Camara Serrano hanno illustrato rispettivamente la relazione “Ambiente, economia e alimentazione in età nuragica” e “Uso economico e rituale degli animali domestici nella preistoria recente dell’Alto Guadalquivir”.

 

Particolarmente interessanti le indagini condotte dal Centro per la Conservazione e la Valorizzazione della Biodiversità Vegetale dell’Università di Sassari presentate dal suo Direttore  Ignazio Camarda, sulle piante ancestrali fruttifere e su quelle erbacee spontanee di interesse alimentare, nella relazione dal titolo “Tra i nuraghi alla ricerca delle piante selvatiche mangerecce”. Insieme a Roberto Sirigu si è riflettuto su “Archeologia: il passato come esperimento mentale”.

 

Il workshop di Vittorio Brizzi sul materiale litico rinvenuto nel sito preistorico di Santa Vittoria a Neoneli ha posto l’accento sul tema della caccia, sulla sua importanza ancora in epoca neolitica, sulle tecniche di applicazione dei leganti e fissaggio delle cuspidi. Gli argomenti affrontati hanno riassunto i risultati conseguiti nel corso di progetti di ricerca pluriennali. Un suggestivo percorso espositivo, a cura dell’Ente Foreste della Sardegna, ha consentito di approfondire la conoscenza dell’habitat in cui agivano i cacciatori preistorici sardi.

 

Altro momento espositivo, basato sempre sulla stretta connessione tra i valori naturalistici e quelli archeologici, la mostra “Dighe della Sardegna”, a cura dell’Ente Acque che ha permesso di ripercorrere la storia del territorio del Barigadu prima della creazione del Lago Omodeo. Un grande segnale di fiducia e buone prospettive per il futuro, quelle indicate dal Presidente, Sergio Vacca, per il nostro territorio.

 

L’alta professionalità degli operatori del Centro di Educazione e Documentazione Ambientale di Sedilo, ci ha guidati alla scoperta dell’ambiente del SIC, della sua flora, della sua fauna, dei suoi panorami.

 

Come sempre non sono mancati i laboratori, che quest’anno hanno permesso al visitatore di cimentarsi nella manipolazione della creta, laboratorio curato da Roberta Cabiddu, nell’intreccio delle fibre vegetali, a cura di Giuseppe, nella concia naturale delle pelli, a cura di Graziano Vidale. L’archeotecnico Paolo Leoni, responsabile della delegazione di Pistoia, ha mostrato le tecniche per la realizzazione di ami e arponi in osso, mentre Alessandro Balletti ha coordinato – nell’apposito campo attrezzato – il tiro con l’arco preistorico, la zagaglia e la fionda.

 

L’estroso e raffinato cartoonist Enzo Marciante, oltre ad aver presentato il suo ultimo progetto editoriale L’archeologia…cos’è?, opera sul difficile ruolo dell’archeologo illustrato ai giovani per mezzo dell’accattivante linguaggio del fumetto d’autore, ha curato un workshop incentrato sul tema della Preistoria.

 

L’evento è riuscito ancora una volta a coniugare scientificità e spettacolarizzazione, a coinvolgere un pubblico variegato e soprattutto molto giovane, comprovando che  la cultura, e solo la Cultura, basata sulla conoscenza e rispetto dell’ambiente e dei beni culturali, può rappresentare anche una leva per lo sviluppo socio-economico del Barigadu.