In una famosissima frase di un’intervista, Fabrizio de Andrè affermava che “la vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: 24mila chilometri di foreste, campagne, coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglio al buon Dio di regalarci come Paradiso”. Uno dei tanti luoghi che si sposano con l’immagine paradisiaca suggerita da De Andrè è Stintino, gioiello del Mediterraneo le cui candide spiagge fanno invidia alle lontane mete tropicali. Sabbie bianche e finissime, acque turchesi, limpide e trasparenti, così belle che pur guardandole non ci si sente del tutto appagati. E nell’aria il profumo suggestivo del mirto, del corbezzolo e del ginepro uniti alla brezza frizzante del mare.

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Ultimo lembo di terra sarda che dalla piana della Nurra si protende verso l’isola dell’Asinara, posto proprio nell’estrema punta nord occidentale della Sardegna, Stintino si sviluppa intorno a una profonda rada, con il porto per i pescherecci e uno stretto fiordo, in sassarese isthintinu, che ha dato il nome all’abitato. Piccolo borgo di circa 1400 persone; ha origine recente.

 

Fu fondato nel 1885 dagli agricoltori sardi e dai pescatori che si trovavano all’Asinara, sfrattati dall’isola quando il governo italiano decise di istituire in località Cala Reale il primo lazzaretto ad uso sanitario, insieme ad una colonia penale in località Cala d’Oliva. In quel momento si contavano sull’isola 45 famiglie per 411 persone. Di questi, i residenti a Cala d’Oliva erano pescatori originari di Camogli, che si erano trasferiti attratti dalle maggiori possibilità economiche, mentre gli abitanti di Fornelli e Cala Reale erano pastori e agricoltori sardi.

 

È possibile che entrambi i gruppi avessero già adottato il dialetto sassarese, andando ad accentuarne l’influenza ligure presente fin dalle origini. A dar vita al piccolo borgo di pescatori furono queste quarantacinque famiglie. Per la nascita del paese si rivelò fondamentale anche la vicinanza della Tonnara delle Saline, determinante per lo sviluppo socio economico locale. Della Tonnara si hanno notizie già a partire dal 1604, anno a cui risalgono i primi dati sulla confezione di barili di tonno.

 

Fino a metà Ottocento, alla sua guida si alternarono diversi proprietari. La mano d’opera che prestava lavoro nello stabilimento era per lo più genovese, mentre gli equipaggi erano costituiti da marinai algheresi e liguri, gradualmente sostituiti dai pescatori provenienti dall’Asinara successivamente alla nascita del paese. Nel 1889 la Tonnara di Stintino era una delle più grandi della Sardegna, e continuò ad essere operante fino agli anni ’70 quando terminò la tradizionale pesca del tonno. Attualmente la struttura che la ospitava è stata trasformata in un villaggio turistico, in parte corrispondente alla costruzione originaria.

 

Divenuto comune autonomo nel 1988, Stintino conserva tuttora le caratteristiche di un borgo marinaro anche se l’attività della pesca si è notevolmente ridotta e il paese è diventato un rinomato centro turistico. Le case sono caratterizzate dalle tenui tinte pastello delle facciate, mentre tutto il paese è percorso da strade rettilinee, dalle quali è possibile ammirare uno scorcio di mare.

 

L’abitato riflette la sua recente origine e si sviluppa intorno a due insenature che ospitano altrettanti porticcioli per barche da pesca e da diporto. Al porto vecchio, chiamato Minori, è stato affiancato il porto nuovo detto Mannu, costantemente in crescita per far fronte al sempre maggior numero di imbarcazioni che vi giungono durante la stagione turistica. Recentemente sulla banchina del porto è stato aperto il Museo della Tonnara Il ricordo della memoria, un tributo a tutti coloro che per anni hanno operato nel settore della pesca del tonno.

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La principale attrattiva di Stintino è la spiaggia de La Pelosa, a cui deve la sua grande notorietà. Situata nel golfo dell’Asinara, è considerata una delle spiagge più belle della Sardegna per la sua sabbia bianca finissima ed il mare azzurro-turchese dal fondale molto basso. La Pelosa è protetta dal mare aperto da una barriera naturale formata dai faraglioni di Capo Falcone, dall’isola Piana e dall’Asinara. Di fronte alla spiaggia si trova l’isolotto con la caratteristica torre aragonese edificata nel 1578 a difesa del litorale, che dà il nome alla spiaggia. Poco oltre si nota l’isola Piana, utilizzata in passato come pascolo grazie alla transumanza effettuata su barche da pesca. Appartenuta alla famiglia dei Berlinguer, venne ceduta allo Stato alla condizione che fosse conservata allo stato naturale. Nella stessa direzione oltre l’isola Piana si scorge il profilo delle rocce imponenti dell’Asinara.

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Uno degli eventi imperdibili dell’estate stintinese è la Regata di Vela Latina. Questo importante evento nautico, nato nel settembre del 1983, si propone di salvaguardare la flotta locale di vele latine, l’ultima in Italia ad aver conservato le caratteristiche originali di questo tipo di armamento risalente ad epoca altomedioevale. La regata di Stintino inoltre è inserita nel Circuito Vela Latina, importante rassegna internazionale che nel 2010 è giunta alla sua decima edizione. Perla della Sardegna, con i suoi incantevoli scenari da cartolina, una natura selvaggia ed incontaminata, i profumi unici della macchia mediterranea, Stintino è una meta da sogno per i turisti di tutto il mondo. Di una bellezza fragile ma intensa, che non ci si stanca mai di contemplare.