All’anagrafe è Mario Mereu, per tutti è Mariolino, il primo orafo della storia di Baunei, primo e unico orafo in Ogliastra con bottega artigianale sempre aperta al pubblico. La passione per la lavorazione dei materiali lui la eredita dal padre maistru ‘e carru e maistru ‘e ferru e dal nonno calzolaio. Ma fino a 22 anni questa passione rimane latente, distratta da altri interessi e altri lavori, seppur precari.
Nel 1990 Mariolino, spinto dalla madre, pensa che sia giunto il momento di prendere in mano la vita. Deve scegliere tra un lavoro stagionale nei villaggi turistici oppure un lavoro nuovo, tutto da inventare, con un alto livello di imprevedibilità e per questo molto stimolante. Mariolino non ha dubbi; opta per la seconda possibilità, la sua è una vera sfida, che a distanza di anni può considerarsi vinta. Grazie all’amicizia con un orafo dorgalese decide di frequentare un corso regionale di formazione professionale biennale. Dopo tanto studio e tantissime ore passate nei laboratori a Dorgali, diventa orafo qualificato.
Con i risparmi degli anni precedenti acquista il primo banco da lavoro, un laminatoio e gli arnesi per dare vita alle sue prime creazioni. A lavorare con lui, c’è da subito sua moglie Marirosa Campus, conosciuta alla fine del corso professionale, disegnatrice eccellente che concretizza e realizza su carta le tante idee di Mariolino. Per quattro anni lavora nel chiuso del suo laboratorio artigianale, sperimenta sui metalli, crea gioielli nuovi e originali, reinterpreta linee e caratteri della tradizione sarda. Nel 1996 decide di aprire la sua bottega al pubblico che diventa anche il suo primo punto vendita (successivamente ne aprirà un altro a Santa Maria Navarrese), con vetrine e luci ad esaltare la bellezza straordinaria delle sue creazioni. Perché davvero i suoi gioielli sono unici e particolari: a caratterizzarli è la lavorazione con la filigrana, tecnica antichissima che nelle mani di Mariolino si rinnova continuamente attraverso nuove forme e nuove composizioni.
Collane, bracciali, anelli, pendenti, orecchini hanno un tratto comune: la filigrana è impiegata per cucire un traforo del gioiello, in un gioco speciale di vuoto e pieno, filo e altro metallo. Questa lavorazione così particolare è nata nelle mani dell’orafo un po’ per caso, mentre trasformava una lamina che durante la lavorazione si era rivelata imperfetta. La materia prima presentava infatti una bolla d’aria sulla superficie che andava eliminata e per farlo lui praticò un traforo. Per ripararla decise di rammendarla e lo fece con la filigrana. Quello che doveva rimanere un semplice tentativo di recuperare il metallo si rivelò un’idea geniale, il tratto distintivo di tutta la creazione artistica del laboratorio Sa Naccara, che con il tempo esce dai confini locali e porta l’eleganza e la luce della sua produzione artistica anche in altre località della Sardegna, tra cui Cagliari, Oristano e Porto Cervo. Attualmente e per il periodo estivo i suoi monili impreziosiscono le creazioni delle Sorelle Piredda, esposte nella passeggiata coperta del Bastione. Nei primi anni del 2000 nascono dalla maestria dell’orafo le collezioni di gioielli.
Ognuna di queste porta un nome e un segno che le contraddistingue, come la collezione Corria o la collezione Lissus, nomi che rimandano ai materiali utilizzati dagli artigiani, in questo caso calzolai e tessitrici. L’ultima collezione Galassie nasce dal fascino esercitato dal cielo e dagli astri su quest’orafo creativo e innovativo, che non si accontenta di replicare o copiare la tradizione ma la reinventa, la mescola, la scompiglia. La smonta e la rimonta a suo piacimento quasi fosse il gioco di un bambino. E a Mariolino piace giocare con le immagini che ispirano nella sua mente nuove creazioni, piace giocare con le forme, con i metalli pregiati, ma non solo. Da alcuni anni crea anche gioielli giganti che diventano quadri e complementi d’arredo moderni seppur realizzati con i materiali della tradizione. Per dar vita a queste opere d’arte utilizza, al posto dell’oro e dell’argento, il rame, il legno, la lana, il cotone. Tesse fili su legno e metallo giocando con lo spazio dell’oggetto dove antico e moderno raggiungono una fusione perfetta. Il suo laboratorio è un alternarsi di ornamenti preziosi da indossare e quadri da ammirare da cui emerge una forza creativa inconfondibile.
La stessa forza che lo ha portato ad intraprendere un’altra sfida, questa volta a fianco di altri orafi provenienti da tutta la Sardegna. Era il 2002 quando, con il supporto del Consorzio 21, agenzia regionale per lo sviluppo, idearono e realizzarono un prodotto unico e innovativo nell’ambito della lavorazione dell’oro. Per l’attuazione di questo progetto la supervisione e il coordinamento fu affidato a uno dei massimi esponenti sardi dell’artigianato artistico, Antonio Sau di Tonara, mentre la parte tecnica e creativa fu affidata all’architetto Angelo Mangiarotti che propose il disegno di nuovi moduli in oro da assemblare senza saldatura. A partire da questi disegni, gli orafi erano chiamati a interpretare e a realizzare i complementi singoli e i gioielli finiti. Dopo quattro lunghi anni di sperimentazioni, prove, ricerca sulla struttura del modulo nasce una nuova linea di gioielli chiamata Inkoro. Dalla fantasia e dall’estro degli unici tre artisti sardi che sono giunti fino alla fine del percorso, tra cui l’orafo di Baunei, si materializzano manufatti unici a partire dall’utilizzo di un comune modulo d’oro brevettato. Da quel lontano 1990 sono passati oltre vent’anni. Le mani di questo artigiano e artista hanno dato vita a numerosi gioielli indossati da uomini e donne amanti dell’arte e di ciò che nasce dalla pazienza, dalla creatività e dalla bravura di colui che a Baunei, per primo, ha dato inizio all’età dell’oro e dell’argento.