Maria Victoria Llantada Signorini è diventata recentemente la Presidente del circolo “Antonio Segni” di La Plata in Argentina. Nata il 29 luglio 1991, è cresciuta a “pane e Sardegna” prendendo parte di fatto alla vita associativa degli emigrati italiani ed in particolar modo sardi, approfondendo così la conoscenza della sua lontana terra d’origine.

“Ho sentito parlare della Sardegna tramite mia madre, Giovanna Signorini Falchi, figlia di Maria Victoria. Mia mamma è stata presidente del Circolo Sardo di La Plata prima di me e oggi ha il ruolo di segretaria all’interno della Federazione dei circoli sardi in Argentina. Mio nonno invece era di origini marchigiane. Era “Primo Corno” al conservatorio Luigi da Palestrina. Nel 1945 è andato a Cagliari per contribuire alla realizzazione dell’orchestra di venti strumenti nella compagnia di Dario Alessandri ed è stato in quel frangente che ha conosciuto l’amore della sua vita. Si sono sposati a Mara nel ’46. Nonno ci raccontava sempre quella storia. E a La Plata, nonostante l’esistenza di una associazione marchigiana, ho sempre prediletto gli ambienti sardi dove in sostanza sono cresciuta, partecipando alle attività e viaggiando sino a Buenos Aires per assistere agli incontri della Federazione.

 

 

Sei mai stata in Sardegna?

Ci sono stata diverse volte. Nel 1993 anche mia madre che è nata in Argentina, ha potuto conoscere la terra delle sue origini. Io ero con lei, ma avevo due anni. Poi nel 2001 mia mamma ha rappresentato l’Argentina nel Congreso della FILEF. La mia prima vera esperienza in Sardegna l’ho avuta nel 2008 con la partecipazione al Congresso ‘I sardi nel mondo’. In contemporanea presso il mio circolo cominciavo il percorso nelle attività giovanili e quindi mi sentivo già totalmente coinvolta nelle tematiche dell’isola lontana. La presenza in Sardegna alla Summer School 2011 è stata una diretta conseguenza. Così come lo Stage Cultural con i giovani argentini nel 2012.

 

 

Il tuo approccio al circolo. Cosa ti ha attirato e chi ti ha convinto a frequentarlo?

Come ti dicevo, ho sempre preso parte alle attività sin da piccola. Abbiamo creato il gruppo di ballo “Fortza Paris” in cui indossavo fiera il costume sardo. Partecipavamo a vari eventi ballando e coinvolgendo i presenti. E’ sempre stato molto divertente.

 

 

Cosa ti aspetti dalla tua esperienza da Presidente?

Con la determinazione che mi contraddistingue, sono certa che sarà un’esperienza positiva. Il mio obiettivo è quello di proseguire a propagandare la cultura sarda come hanno fatto coloro che mi hanno preceduta. E poi le sue bellezze, la sua storia, il suo folclore. E protrarre il lavoro con responsabilità per far decantare le specificità della Sardegna anche a chi non la conosce.

 

 

Cosa vuoi comunicare agli Argentini con la tua Presidenza, cosa vorresti mettere in evidenza?

Che la nostra realtà associativa è forte, basata su valori e principi encomiabili.

 

 

E del tuo futuro, Maria Victoria?

Sto per laurearmi in giurisprudenza. Mi restano da superare pochi esami. Il diritto ha molteplici  indirizzi, non so ancora quale scegliere, ma se dovessi prendere una decisione ora su due piedi, opterei per il diritto pubblico, dunque tutto ciò che è di pertinenza dell’Amministrazione Pubblica. Magari in futuro avrò la possibilità di lavorare come assistente in qualche cattedra dell’Università e col tempo acquisire l’esperienza necessaria per diventare consulente.

 

 

Chiudiamo tornando a parlare di Sardegna: ci torneresti  per vedere cosa in particolare?

Sebbene da piccola non ero molto consapevole, quando ho visto per la prima volta l’isola me ne sono innamorata, attratta da qualsiasi cosa la rappresentasse. Mi diletterebbe rivedere tutto. L’isola non finisce nelle sue spiagge. Sebbene siano bellissime, desidero conoscere anche il suo entroterra così particolare. Con i suoi paesini ricchi di storia.

 

 

Sei riuscita a convincere qualche amico argentino a pensare di passare qualche giorno di vacanza in Sardegna?

Sono incuriositi indubbiamente dalle mie narrazioni e dal mio coinvolgimento emotivo. A loro piacerebbe. Ma la complicazione è l’economia argentina e ai costi non facilmente sostenibili che fanno si che l’isola sia lontana non solo come distanza chilometrica ma anche dai costi per raggiungerla.