Scrivo queste righe seduta su una pietra di granito ai piedi di un grande Cipresso, nella mia campagna di Montricos. Lo osservo dal basso e mi sento piccola ma protetta dalle sue fronde compatte e odorose. Ne guardo attentamente la forma e il portamento e cerco una spiegazione alla maestosità composta dei suoi rami abbracciati uno all’altro dal più grande sopra di me al più piccolo su in alto.

È curioso osservare la natura in ogni sua manifestazione: ogni pianta, anche quello che sembra il più insignificante filo d’erba, è un grande regalo. Chiudo gli occhi e inspiro il profumo del vecchio albero sotto il quale siedo. Ha un odore balsamico-dolce, discreto e tuttavia penetrante, consolatorio.

Il cipresso fin dall’antichità ha assunto un significato sacro legato spesso ai riti funebri, alla morte e anche all’immortalità. Sta lì scuro e silenzioso, come enorme indice allungato verso il cielo. Non si permette alcun movimento superfluo né scomposto, come gli altri alberi che si estendono nelle varie direzioni. È un albero dalla forma affusolata e compatta, conifera sempreverde, di un verde scuro, severo, pianta essenziale, austera, di aspetto rigido e saturnino che raggiunge i 20-30 metri di altezza.

È l’albero simbolo dei cimiteri perché le sue radici hanno la stessa estensione e sviluppo dei rami: scendono in profondità invece che svilupparsi in orizzontale e questo fatto non crea inconvenienti con le bare. Ma il simbolismo è dato anche dall’incorruttibilità del legno: imperituro, come eterno deve essere il ricordo di coloro che ci hanno lasciato.

Le documentazioni degli usi del legno sono moltissime. Il colore chiaro rosastro, l’alto contenuto in resina e il profumo che persistentemente si espandono anche a distanza di decenni, la facilità di lavorazione, la refrattarietà all’acqua e ai parassiti, ne hanno fatto, nei secoli passati, materia di grande pregio. Gli Egizi vi costruivano i sarcofagi delle mummie, gli artisti dell’antica Roma vi scolpivano le statue (tra le altre quella di Giove sul Campidoglio). Persino le porte della Basilica di San Pietro, edificate sotto Costantino, erano di questo legno profumato; durarono più di mille anni. La tradizione vuole che anche i successori di San Pietro, per la sepoltura, abbiano la prima cassa in legno di cipresso. Non dobbiamo però pensare che sia un albero triste, non lo è, ha anzi tanta vitalità in ogni sua cellula che ci regala benessere e ci cura dolcemente con le sue virtù medicinali note e apprezzate da molto tempo.

 

 

A Nuoro: tzipressu

Nel Campidano: arcipressu, cipressiu

In Logudoro: ciparissu

Nel Sassarese: cipressu

 

 

Parti usate

Rametti con le foglie e frutti (chiamati anche galbuli, pigne, coni, strobili). I galbuli si raccolgono dopo il secondo anno, prima che maturino completamente, specialmente in inverno, quando sono ancora verdi e non del tutto induriti. Le foglie in marzo-aprile recidendo la porzione cresciuta durante l’anno.

 

Componenti principali

Olio essenziale: canfene, pinene, cimolo, cupressene, cedrolo, sabinene, silvestrene

Bisflavonoidi

Tannini

Resine

 

Attività farmacologica

Vasocostrittrice, astringente intestinale, balsamica, tossifuga, antispastica, tonica della muscolatura vescicale, antisettica, riequilibrante ormonale

 

Indicazioni terapeutiche

Emorroidi

Turbe circolatorie venose

Varici, flebiti e postumi di flebiti, ulcere varicose

Pesantezza di gambe

Enuresi notturna

Tosse, bronchiti, pertosse

Diarrea

Disturbi della menopausa

Metrorragie, sindrome premestruale

 

Uso

La miglior utilizzazione delle proprietà del cipresso è data dall’olio essenziale o dalla Tintura Madre, più blando ma sempre efficace è il decotto.

 

Dosi

Tintura Madre: 30 gocce  in poca acqua, 3 volte al giorno lontano dai pasti come antiemorroidario; dosi ridotte a metà per le altre indicazioni.

Decotto: 5 gr. in 300 ml di acqua. Bollire 5 minuti. Bere a cucchiai durante il giorno.

Olio essenziale: 2 gocce 2-3 volte al giorno, diluito in acqua tiepida.

(L’olio essenziale viene estratto per distillazione in corrente di vapore dalle foglie e dai rametti freschi, più raramente dai frutti).

 

Precauzioni

I preparati di cipresso sono sconsigliati in gravidanza, allattamento e prima infanzia.

 

 

Il nome Cipresso, dal latino cupressus e dal greco Kuparissos ha un’origine ancora poco chiara. Alcuni lo avvicinano a Kupros, il nome greco dell’isola di Cipro (forse perché in quest’isola ce ne sono in abbondanza), altri a Koper, in semitico resina. La leggenda narra che Apollo avesse affidato alla custodia del giovane greco Ciparisso un cervo sacro e d’incomparabile bellezza. Ciparisso trascorreva gioioso tutto il suo tempo con l’animale ma un giorno per errore lo colpì con una freccia uccidendolo. Disperato, il giovane chiese ad Apollo di essere reso immortale in modo da poter piangere per sempre in ricordo del suo amato cervo. Le lacrime di Ciparisso si trasformarono in piccole foglie color verde cupo e i suoi piedi indurirono fino ad affondare nella terra. Fu così che in quel luogo nacque il Cipresso.

Il Cipresso è utilizzato come sudorifero e deodorante nella sudorazione eccessiva, antinfettivo e adatto a lenire le infiammazioni delle prime vie respiratorie, è antispastico, calmante poiché regola il sistema nervoso simpatico, diuretico in casi di edema e gonfiore reumatico, flebotonico in caso d’insufficienza venosa, protettivo sulla circolazione a livello capillare e neurotonico in caso di astenia. Sempre come olio essenziale è utilizzato in profumeria come componente di fragranze in colonie, dopobarba, profumi e saponi prevalentemente in composizioni di gusto maschile. Sulla pelle manifesta il suo effetto astringente in casi di acne e seborrea. È un buon ingrediente degli shampoo per capelli grassi e  con forfora.

 

L’essenza di Cipresso, come tutti gli olii essenziali, agisce anche sul piano psichico formando il nostro paesaggio interiore e permettendo concentrazione su ciò che è essenziale. È un’essenza adatta alle persone con la testa tra le nuvole, che non riescono a concretizzare i propri sogni e rifuggono la realtà. Alle persone dispersive il cipresso impone: “Ricomponiti e concentrati!”

L’aroma del Cipresso è come la sua luce, discreto e tuttavia penetrante, balsamo che ci rilassa in profondità e ci fa ritrovare il giusto equilibrio per affrontare.. la vita.

Cosa chiedere di più a questo prezioso albero?