(Parietaria officinalis- fam. Urticaceae)

A Nuoro e nella Sardegna centrale: erba ‘e bentu, erva ‘e ventu

Nel Campidano: erbientu, erba de bentu

Nel Sassarese: pigulosa, ispigulosa, prigurosa

 

 

Quante volte, da bambini, abbiamo creato dei disegni verdi sui nostri vestiti con le foglie un po’ appiccicose della parietaria? Per molte persone è un’erba antipatica perché apportatrice di allergie da polline durante la sua poco riconoscibile ma ripetuta e lunga fioritura. In effetti, il vero problema di questa pianta, per chi ne è allergico, sono proprio i fiori: essi sono minuscoli e insignificanti, hanno colore verdognolo, riuniti in gruppi d’infiorescenze ascellari. Sono quasi invisibili, ma la loro presenza è molto prolungata: fiorisce più volte l’anno e da aprile a settembre è praticamente sempre in fiore. Nell’infiorescenza sono presenti tre tipi di fiori: quelli maschili, quelli femminili e quelli ermafroditi, per cui la riproduzione è assicurata e il polline in costante agguato.Cresce sui muri, ai bordi dei marciapiedi e delle strade, in mezzo alle pietre, nei luoghi più asciutti ma anche tra le siepi dei luoghi freschi e umidi. Insomma la si trova ovunque ci sia un grammo di polvere per metter su radici, e a dire la verità il risultato visivo è gradevole, visto che crea tanti leggeri cuscinetti vegetali. Questa diffusa infestante, ricca di sali minerali e di preziosa clorofilla, possiede tuttavia pregi ben più numerosi dei difetti, per cui proponiamo di lasciarla vivere felicemente negli angoli del giardino o ai piedi di vecchi gradini di pietra, farne uso alimentare o terapeutico tagliando la quantità che ci serve e usandola nel modo migliore per godere dei suoi benefici.

 

 

La droga consiste nella parte aerea della pianta preferibilmente fresca. Volendola conservare si raccoglie da marzo a settembre, tagliando i fusti a un centimetro di distanza dal terreno. Si essicca in luogo ombroso e arieggiato, si trita in taglio tisana e si conserva in sacchetti di tela o di carta, al riparo dall’umidità e dalla polvere.

 

 

Principi attivi

Sali minerali quali nitrato di potassio, nitrato di calcio, solfato di potassio

Mucillagini, tannini, sostanze amare, flavonoidi, acido glicolico e glicerico

 

 

Azione farmacodinamica

Diuretica, antinfiammatoria, depurativa, emolliente, espettorante, litolitica

 

 

Impiego terapeutico

Calcolosi renale e vescicale, edema da insufficienza cardiaca, idropsie, prostatite, uretrite, cistite, asma, tosse, colite, meteorismo, dermatiti, foruncolosi.

 

Usi e dosi

Infuso: tritare una manciata di foglie fresche o secche in mezzo litro di acqua bollente. Lasciare riposare, a recipiente coperto, per venti minuti. Filtrare, dolcificare a piacere e berne tre tazze al giorno, possibilmente lontano dai pasti.

Tintura Madre: 40 gocce, in un bicchiere d’acqua, tre volte al giorno, preferibilmente lontano dai pasti.

Succo: è il succo spremuto dalla pianta fresca. Se ne prendono da tre a cinque cucchiai da minestra al giorno, diluiti con acqua o altra bevanda.

I preparati di Parietaria sono consigliati per 10 massimo 15 giorni consecutivi, all’occorrenza ripetere dopo un periodo di sospensione di altrettanti giorni.

Polvere: ottenuta dalle foglie essiccate e polverizzate. 1-2 gal giorno (1-2 cucchiaini da caffè al giorno non colmi), impastati al miele, in ostia umida lontano dai pasti.

 

 

Uso esterno

Decotto: una manciatina di pianta fresca in 300 ml di acqua. Bollire 5 minuti. Filtrare e fare impacchi sulla pelle irritata o sui foruncoli.

Esternamente viene utilizzata la pianta fresca ridotta in poltiglia per l’applicazione di cataplasmi che spesso si rivelano risolutivi in caso di dermatiti croniche e di grande conforto nelle dolorose ragadi anali e del seno.

Contro le pelli stanche e asfittiche il decotto, fatto macerare per qualche ora e applicato sul viso, darà alla pelle un aspetto luminoso e vellutato.

 

 

Uso culinario

La nostra erba si può utilizzare come cibo di qualità (è paragonata agli spinaci sia come sapore che come remineralizzante), nelle zuppe, nei minestroni, nelle frittate, nelle salse condimentarie per pastasciutta o riso e in tante altre ricette che la fantasia in cucina ci stimola. Abituate il gusto poco a poco. Osate, non abbiate paura di sperimentare! Assaggiate in purezza, regolate, introducetele in piccole quantità: tutto è permesso e tutto contribuisce ad arricchire la nostra alimentazione. Ricordate che abbiamo a disposizione cibi poveri di calorie e ricchi di vitamine, minerali, antiossidanti, quindi ad alta densità di sostanze nutritive. Cosa chiedere ancora alla natura?

 

Il nome Parietaria deriva da paries che vuol dire muraglia, cioè pianta che cresce vicino e nelle fessure dei muri (in alcune regioni viene chiamata erba muraiola). Ci sono tanti nomi popolari che la fanno immediatamente riconoscere tra cui erba vetriola: le sue cellule sono ricche di ossalato di calcio e di silice che la rendono molto ruvida; la si usava infatti per lavare vetri, bottiglie e oggetti di metallo. È invece curioso il nostro modo di chiamarla: erba ‘e bentu ( inteso come ventosità intestinale) e infatti cura il meteorismo. Eh…questi sardi!