Erba sacra, erba degli stregoni, erba colombina, erba incantatrice, erba di Venere: sono solo alcuni dei nomi che l’antico mondo greco – latino diede questa esile pianta.

Tra le varie spiegazioni del significato della parola verbena ce n’è una curiosa: pare che derivi da verbenare che significa colpire con una verga o frustare, con riferimento ad un antico rituale romano, durante il quale erano lievemente percossi i verbenari, nel corso della loro sacra investitura, colpendoli sul capo con una sacra Verbena. I verbenari erano una sorta di sacerdoti-ambasciatori dell’antica Roma, incaricati di stipulare alleanze o di romperle in caso di guerra. Si presentavano a queste cerimonie adornati di verbena. Anche le spose si presentavano al rito nuziale incoronate di verbena per cui per lungo tempo la pianta ha mantenuto la fama di afrodisiaca ed era utilizzata per filtri e incantesimi d’amore.

A dimostrazione di quanto fosse tenuta in grande considerazione si sa che solo con la verbena era consentito spolverare l’altare di Giove, re degli dèi.

 

In Sardegna la chiamiamo Brebèna o Verbèna.

 

È una pianta vivace erbacea, perenne, alta dai 30  agli  80 cm. Cresce nei luoghi incolti, macerie, lungo le strade, dal piano fino alle zone montane. Ha fusto eretto con spighe di fiorellini di color lilla chiaro o roseo che fioriscono da aprile a ottobre.

 

Parti utili

Pianta intera fiorita fresca o secca. Le sommità fiorite si raccolgono man mano che la fioritura procede, recidendo i fusti a qualche centimetro dalle infiorescenze inferiori.

 

Componenti principali

Glicosidi (verbenalina, verbenina, aucubina)

Olio essenziale: limonene, geraniolo, verbenone, citrale

Triterpeni, steroli, tannini, mucillagine

 

Attività farmacologica

Antidepressiva, antinevralgica, sedativa, spasmolitica, diuretica, galattogoga, uterotonica, sudorifera e febbrifuga

 

Indicazioni terapeutiche

Depressioni, stati melanconici

Crisi nervose della pubertà e della menopausa

Irritabilità e ansia

Nevralgie del trigemino, sciatica, lombaggini

Emicranie

Colecistopatie (digestioni difficili, ingorghi di fegato e litiasi biliare)

Ipogalattia (insufficiente secrezione lattea nella puerpera)

Ritenzione idrica, renella, eccesso di acidi urici

 

Usi e dosi

-Infuso: un cucchiaio per ogni tazza di acqua bollente. Riposo per 10 minuti. Filtrare,dolcificare a piacere con miele o zucchero di canna e bere 2-3 tazze al giorno.

-Tintura Madre (T.M.): 40 gocce in un po’ d’acqua, 2-3 volte al giorno

-Olio essenziale distillato in corrente di vapore: 2 gocce in un cucchiaio di miele per due volte al giorno se c’è nervosismo, ansia, insonnia. Dona calma, chiarezza di idee e facilita la comunicazione. Depura i canali, calma gli eccessi, rimuove i blocchi stagnanti, corregge ogni squilibrio.

 

Uso esterno: l’infuso concentrato (con buona quantità di droga essiccata o fresca) viene impiegato come colluttorio astringente per rinforzare le gengive sanguinanti e curare le ulcere del cavo orale. Le lozioni sono utili per tagli, punture d’insetto, eczemi, piaghe e nevralgie.

 

Precauzioni: essendo uno stimolante uterino la verbena officinalis è da evitare in gravidanza.

 

Floriterapia: Il Dottor Bach ha indicato i fiori della verbena (vervain nella sua nomenclatura) come rimedio per quelli che hanno principi e idee fisse e, convinti che siano giusti, difficilmente cambiano opinione. Hanno grande desiderio di convertire tutti quelli che li circondano alla propria visione delle cose. La persona Vervain ha un enorme bisogno di provare entusiasmo nella vita, di seguire i propri sogni e ideali e possibilmente di non essere solo in questo. Perciò è un tipo di persona che, nelle condizioni di tristezza, ricerca la compagnia: per non sentirsi solo, perché in due (o più) si è più forti e soprattutto per sentirsi rassicurato nel proprio ruolo di leader. La compagnia altrui allora gli fa ritrovare l’abituale grinta e la fiducia in se stesso.

Le dosi del fiore di Bach Vervain: 4 gocce, sotto la lingua, 4 o più volte al giorno.

 

 

La nostra Verbena officinalis non va confusa con la Verbena odorosa (Lippia citriodora) nota anche come erba luisa o erba cedrina. Vi descrivo anche questa “cugina” per capirne la differenza.

La Verbena odorosa non cresce spontanea ma si coltiva in tutto il bacino del Mediterraneo. Ha fiori bianco-blu raccolti in spighe e disposti in pannocchie, le sue foglie sono grandi e ruvide, con un aroma inebriante che ricorda quello del limone.

La sua essenza ha un effetto paragonabile a una fresca mattina piena di energia pura, quando tutto è ancora nuovo e si è curiosi di vedere cosa succederà di bello. È utile, quindi, quando ci si sente stanchi, apatici, svogliati e disinteressati perché ha un effetto stimolante sulle funzioni cerebrali e sulla concentrazione.

È da assumere 1-2 gocce, in olio essenziale, massimo due volte al giorno, diluito in un cucchiaino di miele o in tisana tiepida.

Questa pianta è amica del nostro apparato gastrico poiché è indicata per le digestioni difficili, per le flatulenze, per le cefalee digestive ed è anche un valido aiuto per le varici, le emorroidi e la pesantezza delle gambe;

–        infuso da pianta fresca o secca nella misura di 2 tazze al giorno

–        Tintura Madre: 35 gocce in poca acqua due volte al giorno dopo i pasti

Se la si assume cinque minuti prima dei pasti principali regola lo stimolo dell’appetito risultando utile nelle diete dimagranti.

A differenza della verbena officinalis la odorosa non ha alcuna controindicazione.

 

Una raccomandazione: se vi capiterà un giorno di raccogliere Verbena, non utilizzate uno strumento metallico ma semplicemente la vostra mano delicata accompagnata dalla vostra viva voce persuasiva. Anche se all’inizio vi resisterà un poco, poi accetterà l’invito: a Verbena piace il calore dell’amicizia perché è come l’amicizia, se è autentica è veramente sacra.