Eucalipto (eucaliptus globulus L. fam. Myrtaceae)

Da Nuoro al Campidano: Ocalitus, Ocallitus, Ocaritu

A Sassari e Alghero: Eucaritu, Ocaritu

 

 

Autunno, primi freddi, correre ai ripari! Cosa ci viene in mente per curare i primi sintomi di infreddatura o influenza? Uno dei primi rimedi vegetali a cui ricorriamo è l’eucalipto in compagnia del timo, del pino, della propoli, dell’erisimo e altre erbe balsamiche. Già, l’eucalipto! Mi torna alla mente il rimprovero del mio vicino di campagna: era il 2003, anno siccitoso: sa aprile a ottobre senza una giornata di pioggia, con temperature di 30 gradi giorno e notte e la tangibile sofferenza della natura, dalle piante agli animali.

 

Ogni sera cercavo di innaffiare, con la poca acqua del pozzo, i fiori, gli arbusti e gli alberi che vedevo sempre più sofferenti. Tziu Antoni mi vede e mi grida: “Non sprechi l’acqua con quell’Ocalitu! Lo sa che già ne ruba per conto suo dalle radici nel letto del fiume? Anzichè aiutarlo, bisogna distruggerlo”! Forse aveva ragione ma a me non sembrava uno spreco: ogni goccia d’acqua che cade nutre e disseta e di distruggere un albero non se ne parla proprio. Pensai che tziu Antoni vedeva solo la necessità di salvaguardare le sue piante ma se avesse saputo quanto prezioso sia questo albero per la salute umana e animale forse si sarebbe arrabbiato meno.

 

In fitoterapia le foglie di Eucalipto vengono utilizzate sotto forma di infuso caldo per indurre la sudorazione, lenire i dolori da influenza, stimolare la funzione renale e inibire i microrganismi delle mucose bronchiali e dei seni paranasali. Altro disturbo per il quale risulta utile sono le fermentazioni a livello gastrico con eruttazioni maleodoranti e dispepsia.

 

Vogliamo conoscere meglio questa pianta? È un albero sempreverde (raggiunge 20-25 metri di altezza) originario dell’Australia e diffusamente coltivato negli Usa e in Europa meridionale. Nella nostra isola le varietà maggiormente adottate sono l’E. botryoides, l’E.globulus e l’E. camaldulensis. Il primo, specie a rapidissimo accrescimento, è da considerarsi fra le specie migliori per frangivento in quanto sopporta bene venti forti, purchè non troppo freddi. Il secondo richiede suoli profondi ed è molto esigente di acqua, il terzo sopporta bene i venti e si adatta a terreni poveri e argillosi.

 

Parti usate:

 

Foglie fresche e rametti terminali  soprattutto della varietà globulus.

 

 

Tempo balsamico ed epoca di raccolta:

 

Le foglie sono più ricche di olio essenziale nel periodo estivo e la raccolta può essere effettuata da giugno a settembre, staccandole dalla fronda una ad una. Si essiccano all’ombra, in luogo arieggiato, e si utilizzano tutto l’anno.

 

Componenti principali:

 

Olio essenziale: eucaliptolo, terpineolo, alfa pinene, chetoni.

Acidi organici: caffeico, ferulico, gallico.

Glicosidi flavonici: eucaliptina, iperoside, rutina.

 

Attività farmacologica:

 

Antisettica e antispasmodica delle vie respiratorie, balsamica espettorante, antisettica urinaria, ipoglicemizzante, antielmintica, febbrifuga, eupeptica.

 

Indicazioni terapeutiche:

 

Affezioni delle vie respiratorie (rinofaringiti, bronchiti, catarri, influenza), urogenitali (uretriti, vaginiti, blenorragia), iperglicemia, parassitosi intestinali (ossiuriasi).

 

 

Posologia                                           

                                                

Tintura Madre: 30 gocce  3,4 volte al giorno in poca acqua, lontano dai pasti o una tisana con 15 grammi di foglie fresche o essiccate sulle quali verseremo mezzo litro d’acqua bollente, lasciando in infusione per 15 minuti. Filtrare e bere nelle 24 ore.

 

Sciroppo balsamico con miele, propoli, erisimo: 3-5 cucchiai al giorno.

 

L’utilizzo più diffuso dell’eucalipto è il suo olio essenziale, ottenuto per distillazione delle foglie in corrente di vapore. Questo portento della natura è dotato di azione anti-infettiva e di proprietà antibatteriche, dimostratesi efficaci contro strafilococchi, streptococchi, pneumococchi, enterococchi e, parzialmente, micobatteri. L’eucalipto svolge azione decongestionante dell’apparato nasale, anche in caso di riniti, ed esalta l’azione dei recettori olfattivi.

 

Per stati febbrili, catarro, tosse, leggere infezioni delle vie urinarie, ecc, si possono utilizzare piccole quantità di olio essenziale, 2-5 gocce, diluiti in tisana o in un cucchiaio di miele di qualità, due volte al giorno.

 

In caso di raffreddore incipiente fare dei suffumigi mettendo poche gocce di olio essenziale in acqua bollente: aiuta a liberare naso e bronchi e sembra persino che possa bloccare il diffondersi dell’infezione, sia che siamo in presenza di un batterio o di un virus. Possiamo anche preparare in casa un olio balsamico da massaggiare su torace e schiena 2-3 volte al giorno, ma soprattutto la sera, per favorire una rapida ripresa.

 

Olio balsamico:

 

miscelare 50 ml di olio di mandorle dolci con 3 gocce di o.e. di eucalipto, 3 gocce di o.e. di lavanda, 3 gocce di o.e. cipresso, 3 gocce di o.e. di pino, 3 gocce di timo.

 

 

In fitocosmetica gli estratti di foglie di eucalipto trovano impiego nella formulazione di numerosi prodotti cosmetici ed igienici: saponi, bagnoschiuma, lozione per capelli,

 

shampoo antiforfora, antipediculosi. L’oleolito viene utilizzato per la preparazione di pomate, creme ed emulsioni particolarmente indicate per pelli grasse, stanche, acneiche. È un albero molto visitato dalle api che ci regalano poi il miele balsamico, già curativo per la nostra salute.

 

L’Eucaliptus è una pianta che ama il sole e il caldo, è molto rustica e non avendo particolari esigenze pedologiche può adattarsi anche a suoli poveri, a terreni argillosi secchi o a terreni umidi con frequenti prolungati ristagni dove, assorbendo una grande quantità d’acqua, contribuisce a prosciugare paludi e a ridurre le aree di riproduzione delle zanzare. In Italia l’Eucalipto ha permesso di bonificare la maremma toscana eliminando le epidemie di malaria.

 

Anche ìn Sardegna sono state effettuate opere di rimboschimento con questa balsamica pianta ma senza aver analizzato a fondo l’interazione di questa specie con la macchia sarda, causandone il degrado e non di rado la definitiva compromissione.