Quando si dice Oristano si dice Sartiglia, se c’è Sartiglia ci sono mostaccioli e vernaccia…
Sono diverse le caratteristiche che identificano la bella e ridente cittadina di “figoli”, la più nota è forse la famosa giostra equestre che si disputa annualmente la domenica e il martedi di carnevale. Gara in cui abili cavallerizzi e amazzoni suddivisi in gremi e capitanati da un capocorsa, su Componidori si lanciano a cavallo per centrare con la spada l’agognata stella d’argento a otto punte sospesa in aria da un sottile filo colorato, e a quel filo sono appese le speranze di ogni partecipante. Attimi emozionanti che fanno battere forte il cuore e tolgono il respiro, quasi a voler agevolare la riuscita della millimetrica prova che porterà il trofeo verso l’elsa impugnata da figure androgine di porcellana bianchissima, tutte uguali.
I documenti tramandati collocano l’istituzione della Sartiglia nella seconda metà del 700, ma ancor prima, nella fiorente città regia i contadini erano soliti cimentarsi in una similare corsa alla stella, da qui il raggruppamento dei partecipanti in “gremii”, ancora prima è datata la nascita del dolce protagonista di questa festa. Nasce, come quasi tutte le antiche ricette sarde, da una tradizione povera e con ingredienti altrettanto poveri e di facile reperibilità: semola, lievito, melassa zucchero… e come spesso accade ci si accorge di essere di fronte a qualcosa di delizioso. Dovevano pensarla così anche gli Arborea sulle cui tavole figurava questa prelibatezza e, chissà, forse anche loro al termine delle giostre per conquistare la donzella di turno la finivano a mustatzolus e grannatza de Aristanis”
Di seguito la ricetta originale come mi è stata tramandata oralmente da una famiglia dell’Oristanese
Mustaccioli
INGREDIENTI:
kg 1,200 zichi di mulino (semolato rimacinato), kg 1,200 zucchero, la buccia grattugiata di un limone, 2 cucchiai di cannella, gr 25 di lievito di birra, ½ l. di acqua.
Dividere la farina a metà e impastare una parte con tutta l’acqua e il lievito di birra e lavorare fino a ottenere una grossa palla, aggiungere sempre lavorando il resto della farina lo zucchero e il limone, la cannella e lasciare lievitare 15 giorni, dopo di che aggiungere all’impasto 20 gr di bicarbonato; lavorare molto bene, lasciare riposare un’ora.
Sul tavolo infarinato tirare una sfoglia e ricavarne dei rombi da cuocere in forno a 170° per 15/20 minuti.
Preparare una glassa con zucchero sciolto in un goccio di acqua tiepida e spennellare la superficie dei dolci.