Il centro del Mandrolisai tra arte, architetture e buon vino
Paese di arte, buon vino e architetture suggestive: Atzara, piccolo borgo al centro della Sardegna nella regione del Mandrolisai, è oggi una delle mete più amate dai viaggiatori che cercano tranquillità e bellezza lontano dai grandi centri turistici.
Le origini del paese, che conta un migliaio di abitanti, risalgono agli anni intorno al Mille ma il territorio è stato abitato fin dal Neolitico: a questo periodo risalgono infatti le domus de janas di Corongiu Senes, piccole grotte scavate nella roccia con funzione funeraria; di età nuragica sono invece una tomba dei giganti e il nuraghe Abbagadda, di cui si conserva la torre centrale alta sei metri, oltre a resti di torri nuragiche nei dintorni del paese.
L’Atzara che conosciamo ha origini medievali: è a questo periodo che risalgono la chiesa di San Giorgio, documentata nel 1205 e consacrata nel 1386, e le più antiche chiese campestri di Santa Maria de Josso, Santa Maria de Susu e Santa Maria Bambina.
Nel Quattrocento, quando con la fine dell’età dei giudicati il paese passò sotto il dominio aragonese, venne costruita la chiesa parrocchiale dedicata al patrono Sant’Antioco Martire, in stile gotico-aragonese con facciata in trachite impreziosita da un rosone; l’interno gotico custodisce due altari di legno firmati da due intagliatori locali, una statua cinquecentesca della Vergine e argenti del Cinquecento.
Nel centro storico, attraverso i rioni di su Fruscu, Lodine, Montiga e josso, Montiga e susu, sa Cora manna, su Cuccuru de Santu Giorgi e Tzùri, si snodano le stradine su cui si affacciano vecchie case in granito e palazzi signorili, tutti accomunati dall’uso prevalente del granito e da dettagli architettonici di gusto aragonese.
Imperdibile il museo di arte moderna e contemporanea Antonio Ortiz Echagüe aperto nel 2000, che custodisce una preziosa collezione dei primi del Novecento: oltre ali artisti spagnoli della scuola del costumbrismo ci sono nomi sardi quali Francesco Ciusa, Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Filippo Figari, Mario Delitala, Carmelo Floris, Stanis Dessy.
L’idea di un museo in questo piccolo centro barbaricino fu di Antonio Corriga, pittore di Atzara allievo di Filippo Figari considerato oggi uno dei più importanti artisti sardi contemporanei: fu suo il progetto di trovare una casa per le opere dei tanti pittori che soggiornarono qui, a partire proprio da Ortiz Echagüe, che visse ad Atzara per tre anni dal 1906 al 1909; lo seguirono Eduardo Chicharro Agüera e Bernardo De Quirós, affascinati anche loro dalla cultura locale e in particolare dagli abiti tradizionali del paese (da qui il nome della scuola, “costumbrismo”). Il borgo era in quegli anni un centro di incontro culturale e artistico, talmente attivo da creare una vera corrente artistica chiamata “scuola di Atzara”. L’opera più famosa conservata nel museo, oggi ben noto al di fuori dai confini regionali, è “Donne di Sardegna” firmata da Antonio Ortiz Echague.
I monumenti storici non sono l’unico motivo per visitare e conoscere Atzara: il comune fa parte dell’associazione Borghi più belli d’Italia, accanto a Posada, Carloforte, Bosa, San Teodoro, Castelsardo e Sadali. Nel 2019 è stato insignito del titolo di Borgo dei Borghi, dall’omonima trasmissione televisiva di Rai 3 che sceglie ogni anno il borgo più bello. Oltre alle architetture suggestive, è interessante anche la campagna circostante con le vigne storiche, alcune centenarie, bellissime da visitare soprattutto in autunno e raggiungibili grazie a un efficace sistema di strade rurali.
Per gli amanti dell’enogastronomia, imperdibili i piatti tipici e i dolci e soprattutto il vino: Atzara è celebre per le cantine, alcune delle quali propongono visite e degustazioni, e il suo vino, il Mandrolisai, nato da un sapiente dosaggio di uve cannonau, bovale e monica.
Francesca Mulas
Realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna , Assessorato del Turismo , Artigianato e Commercio.
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