Nel Nuorese e Sassarese: Melagranada, Melagrenada, Meragranada

Ad Alghero: Magrana

Nel Campidano e nella Sardegna centrale: Arenada, Arenara, Mela de ranu.

 

 

Non è difficile descrivere questo alberello sempreverde in cui spiccano i frutti grandi rossi, che abita in tanti orti e cortili delle vecchie case di ogni paese. Ricordo la gioia di noi bambini quando, in visita alle zie di Dorgali, ci lasciavano liberi di correre all’orto a cogliere le melagrane per poi sederci su una pietra vicino al pozzo coperto e, con molta calma, sgranare quel frutto dolce e succoso. Naturalmente si tornava a casa con gli abitini ben colorati di rosso granato e la sgridata era sicura, ma ne valeva la pena.

 

Il melograno, sacro presso tutti i popoli antichi, è tra gli alberi più citati nei secoli passati. È pervenuto nei paesi dell’area mediterranea dall’Asia occidentale. È un arbusto longevo rustico, ramoso e spinoso che cresce dove cresce il fico e si moltiplica per semi, margotte dei polloni che escono dalla base e per talea.  Non richiede cure particolari, gli basta la posizione soleggiata. Ha foglie opposte, lanceolate: fiori bellissimi con corolla di color rosso fuoco il verde melograno/ dai bei vermigli fior come disse Giosuè Carducci in Pianto antico. Il suo frutto, dalla buccia giallo-arancio quasi rossa, con sfumature color ruggine, è ricco di chicchi rossi e lucidi come pietre preziose. La melagrana è da sempre considerata simbolo di fecondità e prosperità.

 

Il melograno, bello in ogni stagione, si adatta a scopi ornamentali e in cucina ha accompagnato buona parte della storia dell’uomo. È considerato albero magico e beneaugurante ed è ricco di leggende e tradizioni. L’albero del melograno per la generosità con la quale porge all’uomo la sua graziosa chioma, per la fioritura tardiva dai colori sgargianti, per i bei colori autunnali delle foglie, per i suoi frutti buoni e dalla forma insolita, è stato definito il gioiello dell’inverno.

 

Nel corso degli anni questo albero e i suoi frutti sono un po’ caduti in disuso fino ai giorni nostri in cui, finalmente, riprendono l’importanza che hanno e, grazie agli studi effettuati dagli Istituti di ricerca scientifica, vengono confermate le preziose proprietà medicamentose contenute. I fiori, la corteccia dei frutti, la scorza dei rami giovani e soprattutto la scorza della radice contengono tannini, pellettierina e isopellettierina, alcaloidi molto attivi contro la tenia che riescono a paralizzare senza ucciderla, per cui questa può essere facilmente eliminata. Le proprietà vermifughe del melograno erano già conosciute 4000 anni fa dagli Egizi. Tracce di frutti e semi essiccati sono stati rinvenuti all’interno della tomba del faraone Ramses IV.

 

La ricchezza terapeutica maggiore è nella melagrana in quanto contiene un’alta percentuale di acido punicico e altre sostanze bioattive come le vitamine A, E, B1, B5, B6, betacarotene, acido citrico, acido ascorbico, acido malico, calcio, ferro, magnesio, fosforo, potassio, rame, zolfo, flavonoidi, antociani e polifenoli. Tutto il frutto ha riconosciute proprietà antiossidanti e rigeneranti.

 

Dotata di liquidi, minerali, vitamine, acidi organici e zuccheri, la melagrana è un frutto depurativo e regolatore dell’organismo ma, sebbene possa non sembrare, risulta anche energetico più o meno come l’uva. I frutti raccolti, puliti e aperti, vengono lavorati per marmellate, succhi e composte, i semini invece vengono essiccati. I semi, coperti da un manto rosso, sono ricchi di grassi essenziali insaturi, importanti per la rigenerazione cutanea. Pressati sotto il frantoio, rilasceranno il pregiato olio. Per ottenere un chilo di olio occorrono 500 chili di melagrane.

 

Quest’olio diventa un ingrediente importante nei prodotti cosmetici: caratterizzato com’è da una spiccata azione antiossidante, favorisce la rigenerazione delle cellule dell’epidermide, possiede proprietà antinfiammatorie, per cui è utile soprattutto a chi ha problemi di pelle secca, stanca e stressata. Naturalmente queste preziose sostanze non possono fare il miracolo di trasformare una pelle matura in una da neonato, ma sono in grado di rallentare i processi di invecchiamento attenuando i segni dell’età, come per esempio le tipiche macchie cutanee, che cominciano ad apparire intorno ai quarant’anni. Per noi donne, insomma, l’uso di questo frutto è un valido aiuto per affrontare con serenità il tempo che passa!

 

Come possiamo utilizzare questa miniera di bontà? Senz’altro cruda dopo averla aperta e aver tolto i grani: almeno una melagrana al giorno. Oppure preparando il succo, (rinfrescante, cardiotonico, tossifugo e astringente), spremendo i semi e passandoli in un setaccio per riempirne tante bottigliette da conservare per l’inverno.

 

Due cucchiai al giorno sono la dose ideale per garantirci uno stato di buona salute visti i principi attivi eccellenti che contiene.

 

Conoscete il drink della salute? Si prepara così:

 

1/3 succo di melagrana

1/3 succo d’arancia

1/3 succo d’ananas

 

La melagrana si può utilizzare spesso anche in cucina aggiungendo i grani lucenti alle insalate verdi, ai risotti gialli e a tutto ciò che crea decorazione dei piatti, compresi quelli a base di carne. Il risultato sarà molto efficace sotto il profilo terapeutico e il sapore delle pietanze più gustoso ma anche, particolare non trascurabile, l’effetto estetico sarà una delizia per gli occhi.

 

 

Se qualcuno vuole può cimentarsi anche nella preparazione di un buon liquore:

 

Ratafià di melagrana

(dosi per un litro)

Ingredienti:

Il succo di 5 melagrane

2 arance e  2 limoni biologici

750 cc di buona acquavite nostrana

1 baccello di vaniglia

4 chiodi di garofano

250 gr. di zucchero di canna

 

Preparazione:

 

mettere a macero per un mese nell’acquavite la scorza delle arance e dei limoni insieme alla vaniglia, alla cannella e ai chiodi di garofano.

Passato questo tempo, far sciogliere in un tegame lo zucchero con mezzo bicchiere d’acqua e aggiungerlo all’acquavite insieme al succo delle melagrane. Far riposare ancora qualche giorno quindi filtrare e imbottigliare. È un buon elisir corroborante e vitaminico.

In Turchia ci sono estese piantagioni di melagrane. Nella stagione della raccolta tutti gli uomini e le donne di quei luoghi partecipano attivamente, salendo sui folti alberi che possono raggiungere qualche metro di altezza e vivere decine di anni. Le piantagioni, alle pendici delle montagne, regalano un’immagine suggestiva, ma dietro c’è tanto lavoro: l’acqua per l’irrigazione deve essere pompata, il raccolto trasportato a valle. Eppure, stando sotto questi alberi attraversati dai raggi del sole, con i loro rami generosi di frutta dalla buccia cuoiosa ma lucida, ecco che percepiamo l’eterno segreto del melograno.