Spazia libera, come in un viaggio perenne verso la bellezza, l’arte di Stefania Morgante. Per capire meglio basta osservare soprattutto i suoi lavori più recenti: foulard che diventano quadri, come una “festa mobile” che si può indossare in tutte le stagioni; poi, arazzi che campeggiano, con gli appositi sostegni, sui muri del salone di casa; ma c’è anche un forte richiamo alle donne sarde e soprattutto a Grazia Deledda, premio Nobel per la Letteratura e figura femminile sarda per eccellenza. E, infine,
i colori accesi de sa figu morisca presente ovunque nell’Isola a segnare un paesaggio ricco di suggestioni che segue l’alternarsi delle stagioni.
Stefania Morgante è intimamente legata alla Sardegna; ci ha vissuto vent’anni, prima di trasferirsi in Friuli, e l’ha amata profondamente tanto da raccontarla spesso nei suoi dipinti, nei suoi bozzetti, nelle sue sculture. Nella sua mostra più importante, “miti e fiabe”, allestita nella prestigiosa sede del MAN di Nuoro nel 2012, ha esaltato il fascino delle Grandi Madri, della terra superba e misteriosa tanto cara ad Antine Nivola e a Maria Lai, artisti straordinari che hanno lasciato opere indelebili e un segno profondo del loro passaggio. Padre friulano, mamma pugliese, marito sardo di Cagliari, Stefania Morgante ha frequentato il liceo artistico a Lecce, poi su fino a Bologna dove, appassionata delle lezioni di Umberto Eco e Paolo Fabbri, si è laureata al DAMS con una tesi in teoria delle forme (“Le muse inquietanti di Silvia Plath”).
Ma Stefania Morgante ha sempre saputo di essere un’artista, fin da piccola, indaffarata con colori e pennelli. Ora, negli anni della maturità, la sua arte si è affinata, frutto di una costante ricerca e di un confronto continuo. I foulard si alternano ai quadri, i dipinti alle sculture che propongono, a volte, bambole-ballerine di cartapesta con gonnellino di strisce di carta bianca su cui si possono leggere brevi testi scritti a macchina; ma anche illustrazioni: insomma, arte flessibile e disponibile a nuove idee, a invenzioni improvvise. E l’immagine della Sardegna, che torna sempre, magari insieme a David Bowie e Frida Kahlo, e viaggia da Londra a Parigi, dall’Australia agli Stati Uniti.
Lei, forte di una solida preparazione artistica e dell’immaginario di coste e paesaggi dell’Isola più sconosciuta, si fa messaggera di un segno che mescola Street Art e tradizione, natura e cultura. E, come sempre, la meta è indefinita,
dai contorni suscettibili di correzione, ma quello che conta nella vita di ogni persona è il viaggio verso nuovi orizzonti, inseguendo nuovi traguardi. Un viaggio, appunto, dentro la bellezza più pura, come quello che sa regalare l’arte, e che non può avere confini; anzi permette di valicare muri e muretti a secco, liberando le frontiere, e tutte quelle gabbie che spesso abitano la nostra mente, prima della nostra società.