Trent’anni anni fa a Macomer un gruppo di amici decideva di scommettere e investire il proprio impegno e il proprio tempo dedicandolo alla tutela delle persone disabili: 30 anni dopo, questa scommessa è diventata una delle più grandi realtà cooperative e imprenditoriali del Marghine e della Sardegna. Parliamo della Cooperativa Progetto H che il 31 Maggio scorso ha festeggiato il compleanno regalando una giornata di festa a tutti.

 

Compiere 30 anni, per una Cooperativa Sociale, in questi anni di crisi economica e dei servizi, è sicuramente sinonimo di volontà, di grande capacità all’adattamento, come la stessa presidente Luisa Irranca afferma, utilizzando la metafora della mongolfiera, simbolo di questo evento:  “Ci sono tanti modi per raccontare una storia, e per questo evento abbiamo scelto il simbolo di una mongolfiera. Come si dirige una mongolfiera? Cercando il vento giusto, consapevoli che un cambiamento di traiettoria è possibile solo cambiando quota. Non è facile sapere quale zavorra buttar via, e a quale quota salire, ma è fondamentale scegliere con coraggio tra i diversi strati di vento, che soffiano tutti in direzioni diverse”.

 

Il racconto di un viaggio di 30 anni è reso possibile dal numero di persone con cui la Cooperativa ha percorso questo tratto di strada, e che ad oggi la rendono così solida e stabile. Progetto H ha infatti uno staff di 120 persone, tra soci e dipendenti, numero non da poco in un contesto che sceglie credere fortemente nell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. Fin dal 1983 Progetto H ha fatto delle scelte sostanziali, come sostenere le politiche volte al benessere di tutti i cittadini, collaborare alla costruzione di un patto sociale per promuovere la crescita del singolo e della collettività, diffondere attraverso azioni specifiche la cultura dell’inclusione sociale e lavorativa, attivare progetti per l’integrazione sociale dei cittadini, con particolare riguardo all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

 

Sono diversi i settori dell’inserimento lavorativo: ristorazione e catering, attraverso la gestione di 21 mense scolastiche in tutta la Sardegna e la preparazione e consegna di pasti a domicilio per anziani, degenti di ospedali e comunità protette; il campo del sociale, con l’erogazione di servizi alla persona e sostenendo le famiglie in difficoltà, facendosi carico della persona con disabilità e attivando percorsi di sviluppo delle capacità residue; il laboratorio di socializzazione lavorativa e il centro diurno per portatori di handicap; ABITARE – LAVORANDO, nelle strutture di Bosa e Bonorva; la lavorazione per conto terzi nella sede di Macomer, dove si svolgono attività di confezionamento, stoccaggio, cernita e imballaggio per conto di aziende esterne e in cui l’85% dei lavoratori impiegati è costituito da lavoratori appartenenti a categorie svantaggiate; il turismo sociale, che ha le sue attività nella colonia per minori di Bosa Marina e nella Casa per Ferie di Bonorva: diversi in questo settore i progetti per aggregazione giovanile, attività didattiche e corsi di formazione sui temi ambientali, i corsi di formazione per animatori e i laboratori di orienteering, l’organizzazione di eventi culturali, seminari e convegni e di itinerari e viaggi di turismo culturale, enogastronomico, storico-artistico e archeologico, etnografico e artigianale; lo storico laboratorio di pelletteria e il servizio di pulizie e trasporto.

 

Una complessa realtà radicata nel territorio, nonostante le difficoltà iniziali e odierne. Forse per questo la Presidente sceglie poche immediate parole per aprire il convegno: “Si parla di spirito pioneristico pensando che i pionieri sono quelli che sviluppano idee nuove. Non è così. Le idee nuove sono facili da avere. I pionieri sono quelli che hanno il coraggio di buttare fuori bordo molta zavorra. Abitudini. Certezze. Convinzioni. Dogmi. Paradigmi. Lo spirito pioneristico ci permette di esplorare tutti i modi di comportarsi, di pensare, per trovare quello che va nella direzione desiderata”.

 

Nella festa di compleanno, il racconto più significativo della storia della Cooperativa è lasciato al documentario Sos Ispigadores, del regista Fausto Girasole, a contatto con la realtà della Cooperativa in alcuni giorni dello scorso anno: un momento ricco di racconti, emozioni, risate e commozione insieme. Il titolo nasce dall’intuizione di uno dei ragazzi, Raffaele; la stessa Luisa Irranca commenta: “Un proverbio che coglie un aspetto fondamentale e rappresenta l’identità di una cooperativa di inserimento lavorativo come la nostra: “Chie non messat ispigat”, chi non miete spigola, chi non è capace di fare una cosa sarà capace di farne un’altra, diversa forse, ma sarà valorizzato per ciò che è in grado di fare. Chi non sarà in grado di mietere potrà spigolare. E allora tanti auguri a tutti, ai mietitori, agli spigolatori e a chi semina ogni giorno per creare le condizioni perché tutto questo possa avvenire”.