Il 31 maggio è scaduto il mandato che per 5 anni ha permesso, per la prima e forse unica volta nella storia della provincia di Oristano, ad un indipendentista di sedere tra i banchi del Consiglio.

Le aspettative naturalmente erano molto alte, per il sottoscritto innanzitutto, per il partito e per i più di seimila elettori che hanno permesso questo piccolo ma storico traguardo.

 

Nella seduta d’insediamento è apparso da subito chiaro che il nostro sarebbe stato un ruolo di minoranza nella minoranza (su otto consiglieri, sei erano del PD e uno dell’Italia dei valori ma entrato con la coalizione del centrosinistra).

Da qui abbiamo cercato di lavorare, non tanto per riempire le pagine dei quotidiani locali sull’inconcludenza e la rissosità della maggioranza o su proposte utopiche ma unicamente per dare voce agli interessi nazionali dei cittadini sardi. Questo lo abbiamo fatto prima di tutto nel metodo di proposta e di lavoro che abbiamo adottato: ci è sembrato opportuno coinvolgere direttamente la conferenza dei capigruppo tutte quelle volte che abbiamo pensato di proporre un odg. o una mozione. In questo modo, è vero che il nome del partito perdeva l’occasione di apparire sulla stampa come proponente, ma era più importante che l’argomento avesse il voto unanime dell’aula.

 

Più di una volta infatti sono arrivati in aula argomenti condivisibili da tutti ma per il fatto che non erano stati condivisi prima in conferenza di capigruppo venivano votati solo dai proponenti. Ritengo che sia stata di fondamentale importanza per l’esperienza politica visitare e conoscere le comunità del nostro territorio, partecipando a convegni, conferenze, presentazioni di libri o progetti o anche semplicemente andando ad incontrare le amministrazioni e i cittadini. Di tutto il lavoro politico portato avanti in Consiglio vorrei ricordare, per esempio, l’odg. sulla vertenza entrate e la proposta (ahimè ancora chiusa nei cassetti della RAS) di istituire la Cassa Sarda delle Entrate che è arrivata in aula accompagnata da più di 25mila firme raccolte in tutta l’Isola.

 

Ancora la mozione sui mancati finanziamenti per l’oristanese in materia di mobilità sostenibile, campanello d’allarme di come a Cagliari le zone centrali godano di scarsa considerazione. Di rilievo le iniziative che hanno riguardato tematiche di difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini e ci hanno visto vicini e solidali coi numerosi comitati popolari spontaneamente sorti, come quella contro l’installazione dei radar della Guardia di Finanza lungo le coste dei nostri mari a Tresnuraghes e Capo San Marco, senza dimenticare la battaglia affianco al comitato No Progetto Eleonora di Arborea.

 

Più recentemente la mozione sulla dismissione del poligono di tiro sul lago Omodeo che, da quanto appreso in questi giorni dagli organi di stampa, sarebbe in via di smantellamento per trasferirsi in una cava dismessa di Bonarcado.

Ancora in tema di tutela dei cittadini l’odg. contro il progetto di impianto ibrido termodinamico che il sindaco di Oristano e parte della sua maggioranza vorrebbero installare in territorio di San Quirico.

 

In un periodo storico in cui la politica è sempre più lontana dai cittadini, ci siamo espressi in tema di nomine politiche a sostegno di procedure che premino la meritocrazia e non la tessera di un partito.

Degno di nota il convegno, finanziato coi fondi di gruppo Faghimus s’iscola sarda che ha visto confrontarsi sul tema della scuola e dell’educazione in Sardegna vari e stimati rappresentanti del mondo scientifico-culturale e delle realtà editoriali. Da questo convegno ha preso piede un’importante iniziativa da parte di due insegnanti di scuola primaria, un’archeologa e un autore di testi scolastici che hanno preparato il programma di storia sarda per la classe terza elementare.

 

L’iniziativa è stata presentata in diverse scuole e sta riscuotendo un buon successo. Sulla scuola abbiamo portato in Consiglio la nostra contrarietà ai tagli e ai ridimensionamenti che si stavano mettendo in atto, minando quanto di più importante possa avere una società: l’istruzione delle generazioni future.

L’attenzione e la sensibilità per la storia, la cultura e la lingua sarda sono state al centro dell’attività svolta dalla commissione cultura di cui ho fatto parte.

 

Al termine del mio mandato, considerando il mio ruolo di “minoranza nella minoranza”, ritengo positivo il bilancio finale del lavoro fatto insieme al mio gruppo. Il mio impegno per la costruzione di una Sardegna migliore e di una futura Repubblica sarda continua in altre vesti, da Presidente di ProgReS e soprattutto da semplice cittadino indipendentista, supportando e mettendo la mia esperienza a disposizione di tutti i nuovi amministratori indipendentisti che stanno affrontando il difficile compito di amministrare le proprie comunità.