– Mancanza di trasparenza. Il nuovo Gestore avrebbe dovuto dare immediata comunicazione del cambio agli utenti e informare sulle nuove regole di erogazione e tariffe realizzando una lettura dei consumi al 22/12/2005. Invece gli utenti si sono ritrovati a dover pagare bollette dai costi triplicati in quanto Abbanoa ha applicato tariffe maggiorate anche per quel periodo in cui il servizio non era gestito dalla società ma era ancora in mano alle varie amministrazioni, configurandosi in tal senso un aumento retroattivo delle tariffe.

 

Conciliazioni e Bollette “matte”. Abbanoa propone conciliazioni sulle cosiddette “bollette matte” che spesso ammontano a decine di migliaia di euro. Perché per anni non si è provveduto a spedire le bollette ogni due mesi, come da contratto? Poi dopo anni Abbanoa invia fatture da capogiro e sulle stesse propone rateizzazioni con tasso di interesse, nonostante ciò vada contro la sua stessa carta dei servizi. È ovvio che quando si chiede il saldo per nove anni e mezzo di consumi, tutti insieme, come è successo in più di una occasione, i cittadini non ce la facciano. Peraltro: in seguito alla mancata regolarità della fatturazione, sono stati presentati 200mila reclami. La società era obbligata, anche dalla sua stessa Carta di servizi, a rispondere entro 30 giorni e, in caso di inottemperanza, a risarcire gli utenti con 50 euro. Abbanoa non ha fatto sapere nulla in quel mese di tempo, né ha erogato i rimborsi. Bisogna far notare infine una strana coincidenza: la pioggia di fatture esorbitanti è coincisa con la rinuncia alla procedura di fallimento e attualmente il debito di Abbanoa ammonta a circa 900 milioni di euro.

 

– Dispersione Acqua. È inutile gridare periodicamente allarme siccità perché gli invasi sono sotto la soglia di sicurezza quando la metà dell’acqua che dovrebbe giungere alle case si perde nella rete colabrodo. Per stessa ammissione di Abbanoa ci sono punte di dispersione del 70%. Tra i Comuni con le reti colabrodo, ai primi posti ci sono Cagliari, Sassari, Macomer, Quartu Sant’Elena e Oristano. Di media viene perso almeno il 45% dell’acqua. Ciò non è frutto della fatalità, ma di uno spaventoso ritardo nella programmazione. Sino a quando la rete colabrodo non sarà sostituita da un sistema efficiente Abbanoa sarà perennemente in perdita e farà ricadere i costi di gestione sulle spalle dei cittadini. Abbanoa esiste da 10 anni e qualcuno dovrebbe pur prendersi la responsabilità di un sistema di infrastrutture idriche da terzo mondo.

 

– Sospensioni del servizio. Abbanoa applica indebite sospensioni del servizio in caso di morosità, nonostante il diritto all’accesso all’acqua sia considerato un “diritto umano” dalla risoluzione ONU del settembre 2007.

 

  • Acqua non potabile. È possibile che periodicamente l’acqua erogata non sia potabile? Quando sgorga dai rubinetti (perché spesso ci sono interruzioni anche molto lunghe e quasi sempre senza preavviso) l’acqua è marrone o gialla e puzza. Dalle analisi è piena di sottoprodotti della disinfezione. In particolare ciò avviene nel Sassarese.

– Deposito cauzionale. Riteniamo illegittimo il deposito cauzionale richiesto da Abbanoa. A che titolo Abbanoa chiede questo deposito, nonostante operi in regime di monopolio e sia da tempo oggetto di numerosi disservizi verso gli utenti? A questo si aggiungono gli oltre 100 milioni di euro a titolo di conguaglio che Abbanoa vorrebbe richiedere per adeguare la tariffa ai costi di fornitura. Come giustamente sostiene il presidente dell’associazione Giorgio Vargiu “Il deposito cauzionale chiesto da Abbanoa non va pagato, perché è illegittimo”. Si tratta di un vero e proprio balzello medievale che i sardi pagheranno per salvare Abbanoa dal collasso e permettere a questo ente di continuare una politica di sprechi ed interessi clientelari.

 

– Abbanoa-Equitalia. Abbanoa si affida ad Equitalia per il recupero crediti senza avere alcuna autorizzazione da un organo giudicante, nonostante le sanzioni Abbanoa continua a procedere con il recupero crediti tramite Equitalia.

 

– Responsabilità e ipocrisia del Comune di Sassari. Il comune di Sassari è socio fondatore di Abbanoa SpA (l’adesione fu volontaria) e ne possiede il 13,82 per cento del capitale sociale, cioè il secondo socio per peso su tutti i 343 soci di Abbanoa SpA. Da questo punto di vista appare paradossale la proposta del sindaco Sanna di chiedere ad Abbanoa di installare le “case dell’acqua”. Tanto varrebbe ripristinare le fontane pubbliche, magari valorizzandole. La Giunta di centro sinistra è corresponsabile dei disservizi di Abbanoa e deve assumersi la sua quota di responsabilità sostenendo i cittadini e non il management di Abbanoa. Questa sarebbe fra l’altro la scusa per non rimborsare i cittadini per la mancata erogazione di acqua potabile che ormai sta diventando la norma.

 

Il Fronte Indipendentista Unidu sostiene la class action del “Comitato cittadino contro Abbanoa”.

 

Il Fronte Indipendentista Unidu chiede che venga azzerata la dirigenza di Abbanoa dimostratasi incapace di gestire l’ente.

 

Il Fronte Indipendentista Unidu denuncia la connivenza degli amministratori Sassari che è uno dei maggiori azionisti di Abbanoa e che, al contrario di altri comuni pubblicamente esposti, invece di fare valere il suo peso politico all’interno dell’ente per cambiare le cose sbandiera una non meglio precisata propaganda sulle case dell’acqua.