Grande successo sabato notte per il ritorno al Cala Gonone Jazz Festival sul palco di Villa Ticca con Stochelo Rosenberg. Il trio è stato introdotto da un breve concerto dei Karel Quartet, una scelta sdrammatizzata dallo humor di Francesco Pilia, membro e leader del quartetto d’archi. Il trio Rosenberg ha offerto uno spettacolo all’insegna delle corte pizzicate, con momenti in cui gli strumenti hanno creato un triangolo intorno al quale il pubblico si è stretto entusiasta. Da Night and Day a For Sephora passando per l’immancabile Django Reinhardt, Stochelo ha dimostrato di essere un personaggio estremamente versatile e accattivante, a capo di un gruppo incredibilmente simbiotico.

 

L’esperimento nella Grotta del Bue Marino è riuscito. A dispetto del mare agitato i suoni prodotti dagli archi dei Karel Quartet hanno cavalcato le onde con il loro Gershwin. L’allegria e lo spirito di Pilia non sono mancati e hanno tenuto vivo l’interesse degli spettatori intermezzando i brani con piccoli aneddoti sul compositore e qualche battuta legata alla loro esibizione. Il concerto è stato aperto con The Man I Love, continuando con brani tratti dall’opera Porgy and Bess. Un contatto che ha portato il pubblico su un piano del tutto informale e amichevole, nonostante il contesto classico.

 

Giornata ricca domani lunedì 29 luglio. Si parte alle 11,30 nello splendido scenario delle Grotte del Bue Marino con un’esibizione unica. Il leader sinti Stochelo Rosenberg suonerà insieme al polistrumentista e compositore nuorese, Battista Giordano. Una miscela tra sonorità diverse per un concerto inedito, un incontro tra differenti radici culturali e musicali che si sviluppano in un crescendo armonico di travolgenti strimpellate esotiche e mediterranee. Il musicista olandese raccoglie l’eredità di  del mitico Django Reinhardt, chitarrista gitano inventore del genere nella prima metà del secolo scorso in Francia: Rosenberg a quarantacinque anni è già una autentica leggenda vivente del gypsy jazz. Per la prima volta si confronterà con Battista Giordano, enfant prodige della chitarra, diplomato in chitarra, ha vinto nel 1987 il primo premio al Festival Jazz Sant’Anna Arresi con il disco “Présage”, di cui è il compositore. Ha collaborato tra gli altri con Billy Cobham, col soprano Antonietta Chironi, il compositore Antonio Doro. Con Omar Sosa ha elaborato le musiche della produzione internazionale “Isolanos”. Ha scritto composizioni originali per opere teatrali e di danza e composto musiche di recital come “Caminantes” andata in scena a New York all’Istituto Italiano di Cultura. 

 

E nell’edizione numero ventisei del Cala Gonone Jazz Festival c’è anche spazio per il grande schermo. Sempre lunedì 29 luglio alle 21,30 la kermesse si sposta al Teatro comunale di Cala Gonone per la prima del docu-film “Hope. “Le nuove migrazioni – Sardi a New York” di Alex Kroke e Gianluca Vassallo. La pellicola è un progetto di format/documentario già realizzato al 60 per cento attraverso l’investimento diretto da parte degli autori. Un’indagine sulla nuova emigrazione, sulle ragioni che hanno spinto migliaia di “Migranti della Conoscenza” a lasciare i propri confini per trovare l’opportunità di trasformare il percorso formativo, le attitudini, il talento e le ambizioni in uno strumento di reddito e di crescita. I sardi a NY, dunque, una migrazione nuova, fatta non più di braccia, ma di intelligenze disposte a tutto pur di rendere possibile l’affermazione delle proprie capacità.

 

Il trend del “largo ai giovani” continua con il concerto di lunedì alle 22,30 sempre al Teatro comunale di Cala Gonone: di scena il Giovanni Guidi Trio (Giovanni Guidi, Francesco Ponticelli e Enrico Morello), con il suo On the Brink. Classe ’85, il giovanissimo musicista di Foligno, compagno di tutte le avventure degli ultimi anni di Enrico Rava, ma anche partner privilegiato di Gianluca Petrella, Fabrizio Sferra, Roberto Cecchetto, Lello Pareti, con cui ha condiviso palchi e studi di registrazione, non è più una promessa, ma un artista di alto livello che si colloca tra i pianisti più originali del jazz contemporaneo. Il repertorio è quello dell’album registrato per la prestigiosa ECM di Manfred Eicher, l’etichetta di Keith Jarrett e Hilliard Ensemble alla quale pochi italiani hanno avuto accesso (Rava, Fresu, Bollani, Trovesi) e pubblicato nei primi mesi del 2013. Le trame apparentemente semplici dei brani sono sempre lucide e coerenti, sia in quelli aggressivi, nervosi e sorretti da una tensione sempre vibrante e ricchi di una tumultuosa energia, sia in quelli che si abbandonano ad aperture liriche e notturne, che esaltano la vena melodica e cantabile – tutta italiana – di Guidi. Tutto  è messo in evidenza grazie ai suoi telepatici partner: Francesco Ponticelli, contrabbassista ricco di pathos e Enrico Morello, batterista capace di produrre un articolato tappeto percussivo con cui Guidi stabilisce un interplay equilibrato ed intenso.

 

Ultima serata all’insegna della tradizione. Martedì 30 luglio lo scenario per la serata conclusiva sarà la cantina di Dorgali. Alle 21,30 la rassegna si chiuderà con un tuffo nella tradizione, dai sapori tipici alla musica. Si parte con “Humus – i sensi e l’arte”, con le degustazioni guidate di vini e formaggi di Dorgali, poi il testimone passa al  Calagonone Jazz Trad  protagonista di un concerto con un’interessante rivisitazione delle radici musicali sarde che vede  riconfermata la presenza di Gavino Murgia al sassofono e come tenore.

 

Negli spazi dedicati ai concerti sarà possibile ammirare le immagini della mostra itinerante “No flash please!” del fotografo Gino Crisponi.

I biglietti per i concerti costano 15 euro interi, 10 euro ridotti. L’ingresso agli spettacoli alle Grotte del Bue Marino costa cinque euro, la crociera 4 euro.  I traghetti partiranno alle 11 dal molo di Cala Gonone.