È stata affidata alla maestria di Claudio Tropeano di Occhieppo Superiore la costruzione della struttura che sorregge la vasca lustrale di basalto donata dai pastori di Abbasanta alla Comunità dei Sardi di Biella per somministrare battesimi.
L’opera, realizzata su base ottagonale, rimanda alla simbologia del numero “otto” – ampiamente diffusa nel mondo antico – presente a Biella nell’architettura del battistero cittadino (IX-XI secolo) e nella “stella di Oropa”. Il santuario – cuore battente della “biellesità” – è particolarmente caro a Sardi e Biellesi, grazie all’opera evangelizzatrice di Sant’Eusebio da Cagliari, patrono del Piemonte, risalente a epoche ancora precedenti (IV secolo).
Alla prima predicazione eusebiana, infatti, risalirebbe l’introduzione del culto mariano nelle zone alpine sotto la giurisdizione ecclesiastica di Vercelli. L’originaria diocesi estesa oltre i confini dell’attuale Piemonte, fu voluta da papa Giulio I, con a capo Eusebio “sardus natione”, acclamato vescovo dai Vercellesi il 16 dicembre dell’anno 345. La predicazione eusebiana, con al centro il culto di Maria “Deipara”, Madre di Dio, ha anticipato di quasi un secolo i dettami conciliari di Efeso (431).
“Deipara protegente” è l’invocazione alla Vergine nera biellese incisa sulle pietre del Santuario eusebiano alpino di Santa Maria del Monte e sulla Mazza civica della Città, antica insegna decurionale ancora in uso, superiore all’attuale Gonfalone decorato da medaglie d’oro e d’argento al Valore, da secoli annualmente portata in solenne processione ad Oropa.
Con la cristianizzazione, l’ottagono, simbolo solare – raffigurazione dell’ottavo giorno della settimana dedicato al “Dominus”, il Sole – diventa “il nuovo giorno” dedicato a Cristo, preceduto dai sei giorni della creazione e dopo il settimo, il “Sabato” giudaico – simboleggia rigenerazione e rinascita come nel battesimo; rappresenta l’eternità, la resurrezione di Gesù e, con Lui, dell’intera umanità.