Impegno, passione ed emozione hanno caratterizzato anche l’edizione di quest’anno dal titolo L’Età del Rosso, dedicata alla Tomba Dipinta di Mandras.

Le interrogazioni parlamentari seguite alla pubblicazione sulla rivista Archeologia Viva di un articolo riguardante la Tomba di Mandras, in cui oltre a sottolineare l’importanza del monumento se ne denunciava lo stato di totale abbandono e degrado, non hanno finora sortito alcuno risultato!

 

Per questa ragione i volontari dell’associazione Paleoworking Sardegna hanno organizzato tre giornate di conferenze, laboratori didattici sulle tecnologie primitive, percorsi tematici ambientati in scenari inconsueti arricchiti da installazioni artistiche, finalizzati a sensibilizare i visitatori e le istituzioni sul problema della tutela  e salvaguardia dei beni culturali.

Questi temi sono stati affrontati in una tavola rotonda che si è svolta, complice la pioggia, all’interno del riparo sotto roccia di Crabiosu. In questa eccezionale cornice, i relatori che hanno preso parte in maniera significativa e stimolante al simposio sono stati: Giuseppa Tanda, Liliana Spanedda, Alessandro Usai, J. Antonio Camara Serrano, Alfonso Stiglitz, Salvatore Sebis, Tore Farina.

 

Uno sforzo organizzativo non indifferente, quello messo in campo dal team ardaulese, capace di regalare un’immagine di alto livello all’evento, anche a giudicare dal significativo coinvolgimento delle altre realtà operanti sul territorio (associazione Tramudas-ASD Escursionismo, UNAAT Ambiente Sardegna, ANIAD Sardegna, CEAS Guilcer-Barigadu) e dell’Ente Foreste della Sardegna.

L’evento non ha mancato di entusiasmare i bambini e i ragazzi cui sono stati dedicati due appuntamenti. Durante questi incontri la sapiente guida degli archeotecnici e gli operatori dell’UISP di Sassari, che hanno curato un laboratorio sul giocattolo tradizionale, ha permesso loro di partecipare intensamente a tutte le attività proposte.

 

Nella giornata di domenica, Roberta Cabiddu ha eseguito una dimostrazione delle tecniche utilizzate a partire dal Neolitico antico per la realizzazione di vasellame di uso comune e rituale, mostrando la tecnica del colombino e i decori che caratterizzano le varie culture.

Il cartoonist genovese Enzo Marciante ha illustrato i temi principali ricorrenti nella decorazione pittorica delle Domus de Janas, realizzando specifici disegni con esempi di modellazione di figure di Dea Madre e ipotetiche Janas. In contemporanea ha curato l’esposizione di pannelli illustrativi del suo video animato sulla leggenda di Mandras.

 

Graziano Viale ha lavorato il cuoio già conciato al vegetale (col tannino) con l’acqua calda, modellandolo su forme di legno di Boes e Merdules che riprendono la simbologia e il culto taurino neolitico.

In uno spazio appositamente allestito, il pubblico – grazie agli archeotecnici del Paleoworking Sardegna – ha potuto provare l’emozione di scagliare frecce e zagaglie con repliche filologiche di archi preistorici.

 

Il sito archeologico di Crabiosu, caratterizzato oltre che dalla presenza del succitato riparo sotto roccia anche da una piccola necropoli ipogeica, è stato arricchito da un’esposizione di opere d’arte ispirate alla Tomba Dipinta di Mandras a cura della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti Sironi di Sassari con il professor Federico Soro e dalle opere degli scultori Mario Monni, Francesco Rossi, Luca Rossi, Giuseppe Uzzanu. Davvero suggestive Sas Sennoreddas de canna di Bonacattu Deligia.

 

Il meeting, sostenuto dal Comune di Ardauli, è stato patrocinato fra gli altri dalla Regione Sardegna, dalla rivista Archeologia Viva e dalle Università di Sassari e di Granada.