Nel segno leggendario di Maria Carta patrimonio di una Sardegna che si apre al mondo il Premio è emigrato per il secondo anno consecutivo fuori dall’isola, per rinnovare i punti forti della sua filosofia: non dimenticare il ruolo non solo culturale della cantante di Siligo, valorizzandolo e promuovendolo. Al pari di quelle personalità che seguendone l’esempio, hanno incoraggiato e perfezionato il patrimonio musicale, non esclusivamente di matrice etnica, le tradizioni della propria terra, la ricerca e gli studi su tematiche che ruotano attorno all’identità, al senso di appartenenza a una dimensione culturale specifica. Così dopo Roma, è stata Milano ad ospitare la tredicesima edizione del Premio presso l’Auditorium San Fedele a ridosso del Duomo, in collaborazione ai circoli della Circoscrizione Centro Nord della FASI (Federazione Associazioni Sarde in Italia) e del Centro Sociale Culturale Sardo di Milano.
La Fondazione intitolata alla grande artista sarda scomparsa nel 1994, al termine di una lunga carriera e dopo aver contribuito a far conoscere nel mondo i canti e le musiche della sua terra – ha sottolineato il Presidente Leonardo Marras – ha voluto ancora una volta portare la manifestazione all’attenzione di una platea non esclusivamente sarda. L’apertura della serata, giostrata come da tradizione da Giacomo Serreli, giornalista e presentatore televisivo, è stato un tributo all’artista con un filmato su Maria Carta che ne ha raccontato per sommi capi la carriera. L’anteprima all’assegnazione dei Premi, è stato il saluto del sindaco di Siligo Mario Sassu, del sindaco di Sassari Nicola Sanna e del fratello della cantante, Gigi Carta. La prima esibizione è stata dei ragazzi del coro “Maria Carta” della scuola media n.3 di Sassari, magistralmente condotti da Palmira Santoru e dell’attore teatrale Gian Giorgio Cadoni. Per lo spazio emigrazione, è stato premiato il Circolo culturale “Maria Carta” di Francoforte sul Meno, in Germania, che si è prodigato per promuovere la Sardegna oltre confine. A ritirare il Premio la vice Presidente Tiziana Deidda. Successivamente c’è stata l’esibizione del tenore “Sos Emigrantes”, formazione composta da giovani emigrati sardi che da anni promuove in Lombardia la propria cultura: per loro una targa di riconoscimento. Il piatto forte della serata è cominciato con il cantautore originario di Iglesias ma da tantissimi anni residente in provincia di Torino, Mariano Deidda, che si è affermato come uno dei più raffinati interpreti della canzone d’autore italiana, protagonista anche di un bell’omaggio alla figura di Grazia Deledda, ha ottenuto uno straordinario riscontro di pubblico e critica anche in Portogallo grazie ai suoi numerosi lavori discografici in cui ha dato una dimensione musicale alla poesia di Fernando Pessoa.
I suoi lavori hanno ricevuto notevoli consensi e premi della critica italiana e internazionale. Apoteosi e visibilio per lo strepitoso mini-concerto del duo “Fantafolk” costituito dal suonatore di launeddas Andrea Pisu e da quello di organetto Vanni Masala, artefici di un nuovo e originale percorso con l’impiego di strumenti della nostra tradizione. Straordinario impatto emotivo anche lo sfoggio musicale della violinista cagliaritana Anna Tifu, che superata la fase di enfant prodige si è ormai imposta con autorità sulla scena internazionale denotando grande duttilità nelle sue esecuzioni anche in ambiti non strettamente classici. Allieva di Salvatore Accardo che l’ha definita “uno dei talenti più straordinari che mi sia capitato di incontrare”. Si diploma ad appena quindici anni al conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari con il massimo dei voti e da lì è partita la carriera solistica e si è esibita con numerose orchestre in Europa e Asia, partecipando regolarmente a diversi festival internazionali ottenendo numerose approvazioni. Riconoscimento anche per il cantante e chitarrista Francesco Piu, una delle figure più importanti dell’attuale scena blues italiana. Il suo è un sound dalla miscela esplosiva insieme al funky e al soul in chiave acustica. La serata si è conclusa con Davide Van De Sfroos, lombardo, che da tempo ha saputo imporre la straordinaria efficacia espressiva della lingua della sua terra, in una struttura musicale di grande apertura e modernità. Spesso rendendo protagonisti dei suoi progetti anche artisti sardi.