Spegnere 26 candeline per un’associazione culturale significa celebrare il passato e farne un bilancio, ma la spinta propulsiva di questo compleanno nasce da quel seme germogliato nel 1987. Dall’idea di alcuni giovani Suellesi trasportati dalla passione dei balli e canti della Trexenta il gruppo è diventato in pochi anni un’associazione culturale importante. Dal solo corpo di ballo si passa alla ricerca dei canti e alla costituzione di un coro a quattro voci miste; in questi anni il Gruppo ha partecipato con successo alle sagre isolane più importanti e a diversi festival in Italia e all’estero. Nascono anche le produzioni discografiche: “Balli e canti di Sardegna”, “Canti vecchi e nuovi di Sardegna” e subito dopo l’attività dell’associazione viene incisa su videocassetta: “Canti e balli suoni e colori di Sardegna” con la direzione e fisarmonica di Massimo Atzori e le launeddas di Sandro Frau. Una trama lunga due generazioni, tanto spirito d’iniziativa e tante difficoltà in questi anni: i primi passi di ballo, i primi costumi confezionati dalle sarte del paese, le prime esibizioni esportando i suoni e i colori di Suelli. L’appuntamento estivo de Sa Trexentesa è stata l’occasione per rievocare le celebrazioni del ventennale quando il gruppo si è ritrovato per celebrare questo evento con la comunità suellese tra balli, canti e ricordi. La manifestazione si inserisce all’interno del calendario per i festeggiamenti in onore di San Giorgio Vescovo, segnando il penultimo giorno di eventi e celebrazioni.

Le Poste Italiane hanno emesso un annullo filatelico celebrante il ventennale. L’annullo reca il simbolo del Gruppo: l’ex cattedrale di San Pietro col gruppo disposto nei due lati dell’ingresso segnando il passaggio di una processione. Cartoline, immagini nuove e antiche accompagnano in una cartella l’emissione dell’annullo. Nella sala mostre è stata inaugurata la mostra fotografica “is bint’annus nostus”. I ricordi immortalati scorrono la mente dei protagonisti e suscitano la curiosità dei visitatori, le foto parlano dei primi componenti che si cimentavano nel ballo, le esibizioni in piazza, i viaggi all’estero, un percorso che mostra i giovani diventare adulti col costume sardo: la camicia bianca, il corpetto nero e i luminosi gemelli dorati. Due balli prima del convegno, qualche passo prima che la pioggia richiami tutti all’interno, negli ambienti della Corte Antica dove i partecipanti hanno ritrovato quell’atmosfera dai colori antichi e immortali, nei soffitti in legno e della pavimentazione in pietra. Dove sorge questa nuova struttura, anni fa sorgeva l’ex asilo, scuola materna per tante generazioni; la partecipazione alla festa è stata anche l’occasione per ricordare quei momenti, la precedente collocazione degli ambienti che, nonostante la ristrutturazione, è stata rispettata in tutta l’architettura di riconversione, dai muri in pietra sino ai portali in legno e all’antica palma. Prima del convegno si assiste all’esibizione del coro, numerosi spettatori partecipano, tanti da non trovare posto all’interno ma in grado di ascoltare voci e musica.

Il convegno del ventennale si è aperto con i saluti del Sindaco Roberto Aru che, nel rivolgere gli auguri e i complimenti al gruppo, ha sottolineato l’importanza di questa attività, preziosa, costante anche nel portare in giro per l’Italia e all’estero le tradizioni suellesi.

La dott.ssa Sandra Murgia parla delle tradizioni popolari a Suelli, in particolare  dei balli organizzati dalla servitù nelle lollas e nei cortili delle case padronali sin dai primi del novecento; spesso non c’era la musica ma bastava il suono dei passi per ballare. Nell’ambito dei festeggiamenti in onore di San Giorgio la dott.ssa Murgia coglie l’occasione per leggere un testo parrocchiale del 1915 dove il parroco descriveva la grande partecipazione di migliaia di fedeli che giungevano a Suelli per la festa. Spetta al presidente del Gruppo Gian Piero di Virgilio ripercorrere i ricordi di questi 20 anni. Non nasconde l’emozione nel parlare, un sintomo genuino frutto di un’esperienza che va oltre i 20 anni e si sviluppa in ogni ricordo, in ogni ballo, in ogni successo. Il racconto parte dalle origini, quando le sue intenzioni e quelle del fisarmonicista Orlando Carta si incontrano: nasce il gruppo folk, bisogna richiamare i giovani, ricercare i costumi, i balli, fare le prove. Momenti che si scontrano con comportamenti ostili ma la voglia di continuare a crescere è più forte, forte come quelle tradizioni di cui il gruppo si fa portatore. Arrivano i primi festival e i primi successi in Sardegna, poi dal Piemonte alla Sicilia, il contatto con i circoli sardi, i primi festival all’estero; contemporaneamente a Suelli si rinnova dall’anno della fondazione il festival internazionale del folklore “Sa Trexentesa” che porta i colori e i suoni di gruppi provenienti dalla penisola e dall’estero. Quest’anno giunge all’11° edizione Il Concerto di Natale che ripropone il consueto appuntamento con i canti natalizi della Sardegna nell’ex cattedrale richiamando un notevole interesse. Tra i tanti ricordi c’e quello di Lourdes, quando di ritorno dalla Spagna il Gruppo decise di far tappa al santuario della Madonna, occasione unica quella di cantare l’Ave Maria in sardo nella cattedrale francese dopo una processione partecipata da migliaia di fedeli. Giampiero Di Virgilio conclude con i ringraziamenti, rivolti a tutti coloro che hanno partecipato a questo compleanno ma con uno sguardo a questi 20 anni ringrazia le “sue famiglie”: la moglie e le figlie e tutti i ragazzi del Gruppo. Prende la parola il cantautore Franco Madau, un amico del Gruppo, dopo i saluti imbraccia la chitarra e regala al pubblico tre brani contenuti nel suo prossimo lavoro discografico. C’è tempo anche per un breve saluto del Colonnello Scalas che essendo asseminese di nascita ha avuto modo di stringere un rapporto d’amicizia col Gruppo. L’ultimo intervento è di Paolo Pillonca, scrittore, profondo conoscitore della cultura sarda, il suo intervento in sardo campidanese è centrato sulla magia della parola cantata. Gli esempi più famosi vanno alle ottave di Sozu e Masala, alla capacità degli analfabeti dei primi del 900 di parlare in rima, ciò porta a osservare come la tradizione orale in Sardegna abbia viaggiato indipendentemente dalla scrittura diventando arte.

Nella tradizione musicale di Suelli c’è un canto particolare, un inno alla Madonna : “Maria Graziosa” in versi ottonari eseguito con una melodia simile a quella dei gosos, le laudi sacre in onore dei santi. C’è posto anche per le melodie popolari tipiche del sardo campidanese come “Andimironnai, Trallallera, Lairella” e per “sa Taraririolla”, una variante suellese del Trallallera.

Dopo gli omaggi e i saluti è il momento dei balli: “su ballu trexentesu, su ballu a pass’e tresi e sa danza” che rispecchiano fedelmente quello che era il ballo nella nostra comunità, le varie esibizioni coreografiche hanno la durata di 4-5 minuti durante le quali è facile individuare la varietà dei passi e l’austerità e compostezza del ballo. Tutto ciò accompagnato da fisarmonica e launeddas, calata ormai la sera, si continua far festa tra un bicchiere di vino e battute tra amici.

Questi 26 anni non sono un punto d’arrivo ma una nuova partenza, la presenza in tutte le manifestazioni religiosa suellesi, Sa Trexentesa e il concerto di Natale hanno reso il Gruppo Tradizioni Popolari una realtà consolidata e importante. Il lento scorrere della vita ha sempre avuto dall’ infanzia alla vecchiaia i balli della tradizione mentre i suoni di launeddas e fisarmonica ci accompagnano sin dalle prime feste paesane che viviamo. I più sinceri auguri al Gruppo Tradizioni Popolari sono un ringraziamento per aver contribuito a ricordare chi eravamo, chi siamo e chi continueremo ad essere quando tra tanti anni ci accorgeremo che senza passato non c’è futuro.