Pasquale Ciboddo è nato a Tempio Pausania nel 1936. Svolge la sua attività letteraria bilingue, in gallurese e in lingua italiana, nel mondo-universo della Gallura ed ha pubblicato saggi, ricerche, studi linguistici e numerosi libri di poesie e prosa con editori sardi e nazionali. L’ultimo lavoro lirico è la recente stampa, edito dalla Nuova Stampa Color di Muros (SS), del volume in lingua italiana “Dal tetto dei ricordi”.

 

In una breve nota introduttiva al libro, l’autore rivela di essere cresciuto ed aver attinto l’arte poetica alla scuola di “veri maestri”, poeti ed intellettuali, come i sardi Giulio Cossu e Leonardo Sole o professori della levatura del critico Antonio Piromalli, figura di “letterato intero”,  e dalla lettura dei grandi poeti Ungaretti, Quasimodo, Verlaine e Rimbaud. Una formazione, dunque, maturata attraverso le poesie e i poeti che hanno segnato il Novecento con composizioni liriche di contenuto, caratterizzate da continue sperimentazioni e ricerche fino ad assumere un ruolo nei grandi dibattiti della società e nella specificità dell’espressione artistica e circolazione di idee ed esperienze per una poesia dalla voce universale dagli elementi innovativi nel linguaggio, nei temi e nell’impegno etico e civile. Pasquale Ciboddo, pur essendo cresciuto nella conoscenza e studio della poesia ermetica ha un versificare che si caratterizza nel linguaggio semplice, mai misterioso ma carico di significati ed intensa valenza simbolica da cui affiora l’aspetto di riflessione biografica ed identitaria. Un ermetismo conservato dal poeta tempiese, anche nell’ultima produzione, in modo assai limitato ed essenziale e definito dalla regola guida che applica al suo versificare: “la complessità del pensiero e la semplicità dei versi concludono la vera poesia, dandole insieme il tocco, il ritmo e la malia”.

 

Il libro si compone e sviluppa in cinque percorsi tematici (Dal tetto dei ricordi, Memorie di viaggi, In un baleno sfuma, Antico soffio vitale, Baci d’amore) che riconducono alla poetica complessiva elaborata nel corso degli anni, con le diverse pubblicazioni in versi. Il poeta ha coscienza e legame stretto al territorio di Gallura, e ciò gli permette di coltivare il sentiero di valorizzazione lirica della sua identità individuale e collettiva che è nella memoria: patrimonio di cultura materiale e immateriale. I luoghi poetici di Pasquale Ciboddo, sotto il segno dominante della Gallura degli stazzi, sono ambienti di incontri e convivialità antica, di rapporti d’amicizia e di condivisione umana e sociale dove la sacralità della parola, plasmata in poesia, si inserisce per esaltarne valori e proporre messaggi di pace e civiltà. In diverse composizioni leggiamo le emozioni e riflessioni più profonde sul vissuto dell’autore tempiese, che “sfora” e si rivolge sia agli affetti vicini che a tutta l’umanità, con tracciati poetici elaborati in modo originale e freschezza innovativa. E come scrive nell’introduzione Ferruccio Monterosso, critico letterario e italianista scomparso il 21 aprile 2015, sottoscriviamo il giudizio per l’ottimo livello di una pubblicazione che conferma e sicuramente ritaglia “un posto di rilievo nel panorama della letteratura contemporanea” di uno dei poeti sardi più noti e apprezzati.