I cambiamenti climatici sono un tema sul quale si sta focalizzando l’attenzione  della comunità scientifica e dell’opinione pubblica. Sembra che negli ultimi anni stiamo andando incontro ad eventi climatici estremi che portano numerosi disagi ad un territorio sempre più fragile e poco preparato. Numerosi sono i casi di dissesto idrogeologico che si registrano ogni anno nel mondo e in Italia, purtroppo anche la nostra isola non è indenne da tutto ciò. Quali le cause? Ultimamente spesso si sente dire in giro che il clima sta cambiando: è un’espressione giusta ma non del tutto precisa. In realtà il clima è sempre cambiato e sempre cambierà.

 

Numerosi dati scientifici (stadi isotopici) dànno prova di come il clima sia cambiato nel corso di milioni e milioni di anni. I mutamenti sono dovuti a numerosi fattori tra cui: i Cicli Milankoviani, la variazione dell’attività solare, la deriva dei continenti, l’effetto serra e altre cause minori. I cicli Milankoviani sono dovuti alle variazioni di natura orbitale della terra, che si verificano nel tempo con una certa frequenza: ogni 19.000-23.000 anni si ha la precessione degli equinozi, 40.000 anni la variazione dell’obliquità dell’asse di rotazione terrestre e 100.000-400.000 anni la variazione dell’eccentricità dell’orbita terrestre. Questi parametri, insieme all’attività solare, influenzano in modo essenziale la temperatura del nostro pianeta. Una diretta conseguenza di essi sono le glaciazioni.

 

L’ultima glaciazione avvenuta circa 20.000 anni fa, formando una calotta glaciale molto spessa su parte dell’emisfero boreale (Nord America, Europa settentrionale e le regioni montuose). Come conseguenza principale si è avuto l’abbassamento del livello marino di circa 120 metri rispetto all’attuale. Infatti le glaciazioni provocano sempre una variazione eustatica (del livello del mare), l’entità della variazione dipende dalla quantità di calotta che si forma sui continenti. Solo nell’ultimo milione di anni ci sono state almeno quattro grandi glaciazioni e tantissime altre nel corso delle ere geologiche.

 

Ora che il clima stia cambiando è un fatto risaputo, il problema è capire in che modo l’uomo stia influenzando questo processo. Il maggiore imputato del cosiddetto riscaldamento climatico attuale sembra essere l’effetto serra: alcuni gas, come l’anidride carbonica e il metano, hanno la capacità di intrappolare il calore nell’atmosfera terrestre. L’utilizzo di combustibili fossili (carbone, petrolio, gas) contribuisce ad aumentare la quantità di “gas serra” presenti nell’atmosfera, tanto che oggi le concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera sono le più elevate degli ultimi 650.000 anni. A partire dalla Rivoluzione industriale, e in modo sempre crescente, l’uomo ha utilizzato combustibili fossili come petrolio, carbone e gas per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Al fenomeno contribuiscono anche i cambiamenti nell’uso del territorio, la deforestazione e i nuovi potentissimi gas a “effetto serra” come gli idrofluorocarburi (HFC) provenienti dalle attività industriali.

 

 È difficile stabilire con certezza in che modo l’uomo stia influenzando i cambiamenti climatici: è davvero così importante l’intervento umano o il clima sta cambiando come accade ormai da milioni di anni? Le recenti alluvioni sono da imputare a un ciclo naturale o ad un utilizzo inadeguato del territorio? I dati climatici registrati nell’ultimo secolo non sono sufficienti a verificare in che modo il clima cambia: un secolo è un arco di tempo troppo limitato per inquadrare il fenomeno, servirebbero almeno 10.000-20.000 anni.

 

Di sicuro l’uomo, nell’ultimo secolo, ha costruito indiscriminatamente ovunque senza considerare le esigenze di un territorio fragile come quello italiano. L’urbanizzazione e la “cementificazione” spesso ostruiscono l’infiltrazione e il deflusso delle acque meteoriche creando non pochi disagi ogni qual volta piove un poco più del dovuto. È anche vero che gli ultimi eventi meteorologici sono stati violenti, riversando ingenti quantitativi di pioggia in un arco di tempo limitato: stiamo parlando di oltre 400 mm in poche ore, come è successo a Capoterra e a Villagrande. Quando si presentano questi eventi particolari è molto difficile che attraversino il territorio senza provocare danni, però sicuramente i danni possono essere almeno in parte limitati, con opere adeguate e interventi mirati.