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Nello scintillio dei colori si riscoprono sensazioni profonde che difficilmente troverebbero espressione nella rigidità di parole trionfalistiche, a meno che la melodia di qualche verso poetico non ci restituisca il sorriso legato a vecchi ricordi. L’arancio, il giallo e il rosso dell’autunno incorniciano, esaltandone le maggiori bellezze, piccoli borghi immersi nella natura incontaminata. Sembra quasi di perdersi in quel gioco di chiaroscuri offerto dalla sua instancabile fantasia e con la sua complicità siamo più capaci di apprezzare il valore di ciò che ci circonda.

Desulo è un borgo antico sul versante occidentale del Gennargentu, un costone che sovrasta una splendida vallata coperta di boschi di lecci e castagni. A 900 metri sul mare e con una popolazione di 2.500 abitanti, il suo territorio si estende per 75 km²: una zona tutta montuosa nella quale si alternano boschi e pascoli con scarsa presenza di coltivazioni. Un’area molto interessante, luogo di fascino particolare, è la foresta di Gìrgini dove è possibile ammirare specie animali e vegetali; mufloni, cinghiali, lepri e martore e ancora la peonia, la genziana e la digitale purpurea che fanno di questi monti un vero e proprio paradiso incontaminato.

Una delle passeggiate caratteristiche è quella che conduce al passo di Tascusì, quota 1250 metri, dove si trova una chiesetta dedicata alla Madonna della Neve. Un’altra località suggestiva, a 10 km dall’abitato, è il Cuile Is Meriagos, un gigantesco ovile di origine antichissima dove si possono vedere alcune pinnetas e ancora si vivono momenti intensi della vita degli allevatori come la tosatura delle pecore. Passando  per un bosco di tassi e una pietraia impervia, da qui è possibile raggiungere la maestosa vetta del Gennargentu e contemplare le meraviglie di questo angolo di mondo. Numerose sono le sorgenti che attraversano montagne e vallate e dalle quali hanno origine alcuni dei maggiori corsi d’acqua dell’Isola.

A testimonianza dell’antica civiltà nuragica rimangono ruderi delle torri più alte della Sardegna: il nuraghe Ura de sole a 1330 metri e i resti del Bruncu Nuraghe a 1300. Antiche leggende, invece, cercano le radici dell’origine del centro abitato nel latino exul, che richiama l’esilio, riferito al nome dato al borgo dagli abitanti di Calmedia, l’attuale Bosa, in fuga dalla persecuzione perpetrata nei loro confronti dai Goti. Il paese ha origine dalla fusione dei tre storici rioni (Issiria, Asuai e Ovolaccio), un tempo collegati da stretti sentieri e ora dalle abitazioni sorte sulla via principale. Ciascuno dei rioni conserva la propria identità e in ognuno sono presenti luoghi che li caratterizzano. Appartengono ad Issiria, il rione più alto, la chiesa di Antonio Abate, costruita nel 1400 in stile tardo gotico, la nuova chiesa parrocchiale sempre dedicata al santo eremita, che conserva un crocefisso del Cinquecento, la chiesa di Santa Croce e una Via Crucis di Francesco Nonnis, della prima metà del Novecento. Ad Asuai è possibile visitare la chiesa di San Sebastiano, con due statue del Cinquecento e del Seicento. Il cuore del paese è il rione di Ovolaccio dove si possono ammirare la chiesa della Madonna del Carmelo e il Museo etnografico Casa Montanaru dedicato a uno dei figli illustri di questo paese: il poeta Antioco Casula, più noto con quel nomignolo autorefenziale. Le tematiche che guidano i visitatori ripercorrono le tracce di vita quotidiana del paese: pastorizia, artigianato, tessitura, panificazione. Una sezione è dedicata all’abito femminile, vessillo di una tradizione conosciuta in ogni parte dell’Isola. I suoi colori forti e intensi -rosso, arancio, giallo e blu- dei variegati ricami si possono apprezzare anche in occasione delle ricorrenze religiose e civili che segnano il calendario di questa comunità.

Molto sentita è la festa del Corpus Domini che coinvolge i tre  rioni. La processione parte dalla chiesa di San Sebastiano per giungere alla parrocchiale accompagnata dai socios dei vari quartieri e dalle prioresse che reggono gli stendardi. La folla percorre le strade sostando in preghiera presso gli altarini appositamente preparati. Un altro momento religioso che richiama le antiche tradizioni è la festa della prima domenica di luglio in onore di San Sebastiano che culmina con una processione in costume in cui il simulacro del santo viene condotto per le strade del rione di Asuai e fatto entrare nelle case per la benedizione.

L’occasione di maggior richiamo turistico è una manifestazione nata nel 1991 con l’intento di valorizzare le produzioni tipiche di questo paese montano. La Montagna produce è l’evento che permette agli artigiani di aprire le botteghe e ai laboratori gastronomici di esporre prodotti tipici di alta qualità. Immancabili il prosciutto di maiale e di cinghiale, la pancetta e la salsiccia accompagnati da gustosi formaggi, pecorini e caprini. Tra i prodotti da forno si può assaggiare il pane cicci e la pasta fresca. I dolci sono confezionati con i frutti che la natura circostante offre in grande quantità: noci, mandorle e nocciole dànno vita ad amaretos, pane ’e saba, pàrdulas e torrone, insieme al sapore forte del miele di castagno. Gli artigiani sono noti per la lavorazione del legno, in particolare per l’arte dell’intaglio di oggetti e mobili in castagno e noce che i mercanti di desulesi vendevano, fino a non molti decenni fa, nelle fiere dell’Isola. Ad arricchire la sagra autunnale è il premio letterario dedicato ancora all’onnipresente Montanaru, giunto quest’anno alla diciannovesima edizione.