Lascia o raddoppia? L’Italia raddoppia. Ovvero, come sempre, non c’è niente di nuovo all’orizzonte per la Sardigna, terra colonizzata e militarizzata, nonché piattaforma di esercitazioni militari a terra e a mare.

 

Ma arriviamo subito al dunque: quali sono oggi le prospettive per la nostra terra? Secondo quanto apprendiamo dalla stampa odierna le prospettive che devono portare sviluppo alla Sardigna sono i due nuovi centri di addestramento militare da 20 milioni di euro. A pochi giorni dal rinvio a giudizio delle alte cariche militari nel processo Quirra, che cosa fa la mano nera dell’Italia nella sua migliore colonia, quella al centro del Mediterraneo? Investe circa 20milioni di euro per un progetto considerato dallo stesso stato italiano “di fondamentale importanza strategica”.

 

Noi del Fronte Indipendentista Unidu ci chiediamo per chi questa operazione risulti fondamentale.

 

Il Siat, è questo il nome del progetto che dovrebbe portare così tanti benefici al popolo sardo, è niente meno che la nuova frontiera delle servitù militari nella nostra Isola. Così, il Ministero della Difesa italiano stanzia 90 milioni di euro che nel Poligono di Teulada prevedono la costruzione di due centri di addestramento alla guerra simulata. Nella piana di Medau Becciu verranno infatti riprodotti due villaggi, uno mediorientale e l’altro balcanico, con tanto di case, strade, luoghi di culto. Lì i soldati “giocheranno” alla guerra e si alleneranno nella loro missione di sempre.

 

Ma come nelle migliori favole raccontate male dopo il danno segue pure la beffa. Non solo l’Italia continua a occuparci porzioni enormi di territorio, ma continua pure a raccontarci la storiella dei posti di lavoro che saranno innumerevoli per i Sardi.

 

Se è scandaloso portare la guerra simulata in casa altrui, la casa di un popolo pacifico, la cosa più aberrante è il continuo far leva sulla disperazione di una terra in ginocchio, di una terra ridotta allo stremo, di un popolo cui vengono sottratti sistematicamente i famosi soldi delle Entrate, cui vengono rubate porzioni enormi di territorio in nome della speculazione energetica, cui vengono cementificate le coste in maniera scellerata, cui vengono inquinate le acque etc. L’elenco sarebbe infatti troppo lungo per poter essere fatto in questa sede in maniera esaustiva.

 

Nel progetto del Siat figurano i nomi di sempre: l’appalto va alla Vitrociset in partnership con la multinazionale Cube Corporation New Zeland Ltd, colosso dell’industria bellica, con subappalto alla Ste Spa. La Vitrociset, come al suo solito, assicura ai Sardi che il progetto rispetterà le norme ambientali e paesistiche. Peccato però, che nei documenti del Ministero della Difesa si dica chiaramente che oltre alle esercitazioni laser ci saranno quelle con i proiettili veri.

 

Se questo è ciò che avverrà a terra, dobbiamo ancora dire che cosa avverrà nel mare. Ovviamente nel mare verranno effettuati i soliti lanci di missili e bombe. Del resto, come privarsene? Sarebbe quasi rompere una routine che dura da troppo tempo in Sardigna.

 

Manca ancora la ciliegina sulla torta, perché le carte parlano anche di possibili accordi per la “ricerca” tecnologica con Università e Crs4. In altri termini l’Università della Sardigna e un rinomatissimo Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori isolano impegneranno i loro cervelli per aiutare gli eserciti di ogni dove a bombardare altri popoli. Pensavamo, ingenuamente, che il loro compito fosse un altro, ma forse ci siamo illusi.

 

Tuttavia le sorprese non sono ancora finite, perché dal prossimo autunno in Sardigna se ne sentiranno delle “belle”, grazie al concerto di bombe e missili che verranno lanciati a terra e a mare dai poligoni e dalle basi militari che usurpano il nostro territorio. Primo giorno utile? Il 21 settembre2014. Adirlo sono proprio gli accordi firmati dalla RAS con il Ministero della Difesa. Il 21 settembre prossimo, infatti, riprenderanno dalla mattina alla notte le esercitazioni e le sperimentazioni interrotte per l’estate, e verranno portate avanti fino a dicembre.

 

La Sardigna è terra di pace. Pertanto il Fronte Indipendentista Unidu chiede e pretende che i soldi stanziati per i giochi di guerra voluti dalla Stato italiano nel territorio dei Sardi vengano investiti per un reale sviluppo economico dell’Isola. Chiede l’immediata interruzione delle esercitazioni di guerra in tutto il territorio isolano. Infine, ma non ultimo, chiede all’Università e al Crs4 di non rendersi complici di quanto sta accadendo.