Quale sia la scala dei valori nelle valutazioni dei nostri antenati è chiarissimo da questo proverbio famoso: senza la salute non possiamo nulla, con la salute è come se fossimo padroni del mondo. Rispetto al benessere fisico, tutto il resto è secondario: anche la ricchezza, risorsa inutile per chi ha la sfortuna di essere malato. Non è un caso che uno dei nostri moduli di commiato più ricorrenti suoni ancora così: a nos bier sanos, arrivederci in buona salute.

 

Se la si conserva, non c’è rovescio di fortuna che non si possa affrontare con buona speranza di vincere. Per la trasmissione di questo fondamentale messaggio ci si affida a una struttura straordinariamente efficace: il doppio settenario, metro privilegiato -anche nella forma più semplice, senza rima e senza iterazione- nel trasmettere i saperi proverbiali del nostro popolo. Non c’è neppure necessità di rima, evidentemente. A meno che il segmento giunto fino a noi non facesse parte, in origine, di un vero e proprio ”mutu”.