Il 17 marzo ricorre il centenario dalla nascita della Beata Maria Gabriella e nelle chiese parrocchiali di Dorgali, suo paese natale, e a Nuoro si sono già tenuti incontri, celebrazioni ed una settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

 

Maria Sagheddu (17 marzo 1914 – 23 aprile 1939) è alto esempio di religiosa, a vent’anni entrò nel Monastero delle Trappiste di Grottaferrata, che offrì spontaneamente, con profondo senso di ecumenismo spirituale e semplicità, la propria vita di sofferenze (la tubercolosi polmonare si manifestò improvvisa in lei il giorno stesso della sua offerta-olocausto per la causa dell’unità dei cristiani, portandola alla morte nella domenica del Buon Pastore e mentre il Vangelo proclamava: “un solo gregge e un solo pastore”-Gv 10,16) e di preghiera per l’Unità della Chiesa e per i fratelli separati.

 

Proclamata beata il 25 gennaio 1983 da Giovanni Paolo II, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura e a conclusione della Settimana di preghiera con tanti fratelli cristiani non cattolici, verrà additata come fulgido “segno dei tempi e modello di quell’Ecumenismo spirituale a cui ci ha richiamato il Concilio… Ella ci incoraggia a guardare con ottimismo – al di là e al di sopra delle inevitabili difficoltà proprie del nostro essere uomini – alle meravigliose prospettive della unità ecclesiale”. Lo stesso Santo Padre, nella Lettera enciclica Ut unum sint del 1995, evidenziava come fosse determinante la preghiera nella direzione dell’impegno ecumenico e come “l’esempio di suor Maria Gabriella ci istruisce, ci fa comprendere come non vi siano tempi, situazioni o luoghi particolari per pregare per l’unità. La preghiera di Cristo è modello per tutti, sempre e in ogni luogo”.

 

Il corpo della Beata Maria Gabriella è custodito in una cappella adiacente al Monastero delle Trappiste di Vitorchiano (VT), sede della comunità religiosa dopo il trasferimento da Grottaferrata nel 1957.